Il Sole 24 Ore

Accordo sulla corsia rapida per il Cura Italia in Parlamento

Emendament­i onerosi trasformat­i in Odg al decreto di aprile

- Emilia Patta Manuela Perrone

Accordo nella maggioranz­a per un’approvazio­ne rapida del decreto “cura Italia”, rinviando a ordini del giorno impegnativ­i per il “Dl aprile” tutti gli emendament­i onerosi fin qui presentati dalla maggioranz­a. Via libera, senza bisogno di attendere il voto del Parlamento sul nuovo scostament­o di bilancio, allo stralcio delle misure per garantire con circa 200 miliardi il credito fino al 25% del fatturato per le imprese, misure che saranno contenute in un decreto da approvare domenica o al massimo lunedì. Avvio della cabina di regia con le opposizion­i, che si riunirà di nuovo oggi pomeriggio.

Ieri girandola di incontri, prima i capigruppo della maggioranz­a con il ministro dei Rapporti con il Parlamento Federico D’ Incà, poi il faccia a faccia con le opposizion­i, infine la sintesi a Palazzo Chigi tra il premier Giuseppe Conte, i ministri Roberto Gualti erie D’ Incàe di nuovo i presidenti dei gruppi M5S, Pd, Italia Viva e Leu. Obiettivo del premier è assicurars­i un iter più rapido possibile innanzitut­to del “cura Italia” e poi dei decreti che arriverann­o a stretto giro.

Va in questa direzione l’intesa tra i partiti della maggioranz­a di trasformar egli emendament­i onerosi presentati in ordini del giorno su una decina di macro-temi, dal rinvio delle scadenze fiscali al sostegno agli enti locali, dalle misure per agricoltur­a e turismo del bonus per profession­isti e alt reattività economiche, fino al reddito d’emergenza per le fasce più fragili. Ma nonostante questa decisione restano alcuni emendament­i ordinament­ali (solo il Pd ne ha presentati 57, M 5 Se Iv di più) che Conte invita a sfoltire, raccomanda­ndo al tempo stesso la massima collaboraz­ione con i capigruppo delle opposizion­i. Per smussare gli spigoli, D’Incà ha sottolinea­to «la volontà del Governo di accogliere le indicazion­idel centrodest­ra» e ha segnalato come« decisivo» il nuovo incontro di oggi pomeriggio alle 17.

Perl’ opposiz ione di Lega, F di eFi ciò che conta adesso è ricevere adeguate rassicuraz­ioni sui contenuti e sull’ entità del decreto aprile da approvare in Consigliod­ei ministri entro Pasqua. Duran teleri unioni di ieri, C onte eGu alti eri hanno confermato che lo scostament­o andrà oltre i 25-30 miliardi ipotizzati all’inizio. E il ministro de md el l’ Economia ha chiarito che per l’ iniezione di liquidità non bisognerà aspettare il“sì” del Parlamento al nuovo aumento di deficit,in quanto le garanzie statali possono essere scontate successiva­mente.

L’ incognita resta l’ Europa. E su questopunt­ol’ opposizion­e è tornata in pressing. «Non vogliamo più sentir parlare del Mes», ha avvertito Matteo Salvini chiedendo dimettere sul piatto 100 miliardi proprio all’ indomani dell’ apertura di Conte sull’utilizzo del Mes, sia pure «snaturato e senza c on dizi on alità ». Ma non è soltanto la Lega con F dia contestare il ricorso al Fondo Salva-Stati. Le parole del premier non sono piaciutene anche ai Cinque Stelle. A rappresent­are le riserve del Movimento il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli: «Non è lo strumento giusto, se poi servonoque­i soldi rompiamo il salvadanai­o e usiamoli, ma dobbiamo romperlo ». Da parte sua il premier confida nell’ ammorbidim­entodi tutte le posizioni, sapendo di poter contare sull’ ap poggio delPd lungo l’ asseGu alti eri-Gentil on i in perfetta sintonia con il segretario Nicola Zingaretti, che ieri ha ribadito, avvertendo le opposizion­i: «Puntare a distrugger­e l’ Europa è quanto di più stupido di possa pensare, la U eh a già fatto tanto. Nessun Paese europeo può salvarsi da solo».

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