Il Sole 24 Ore

Golden power anche per aerospazio, nucleare e biosanità

In arrivo anche l’estensione dello scudo alle società strategich­e non quotate

- Marco Ludovico

Prende forma la revisione del golden power annunciata dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte. L’idea di fondo, uno scudo molto più grande a tutela delle imprese italiane, sta diventando concreta con il lavoro dei tecnici coinvolti: della presidenza del Consiglio, compreso il sottosegre­tario Riccardo Fraccaro; al Mef con il ministro Roberto Gualtieri e il vice Antonio Misiani; al Mise guidato da Stefano Patuanelli; gli esperti dei Servizi di informazio­ne e sicurezza. Potrebbe entrare in gioco anche la Difesa di Lorenzo Guerini. Patuanelli ieri ha confermato: «Il golden power può essere rafforzato e allargato». Il nuovo dispositiv­o dovrebbe entrare nel «decreto liquidità» del Governo previsto tra sabato e domenica. C’è un principio di partenza già condiviso. L’epidemia COVID-19 e i rischi incombenti per l’economia italiana impongono di riconsider­are il golden power: nella prospettiv­a attuale deve garantire tutela e protezione di un’impresa strategica non solo per la sicurezza nazionale, ma per la sicurezza della stessa economia italiana. Il catalogo dei settori da mettere sotto protezione si fa dunque molto più ampio. Entra in campo il settore biomedical­e: troppo facile intuire quanto l’Italia possa diventare oggi nazione a rischio attacco estero se le sue imprese pregiate in questo ambito finiscono in mani straniere ostili. Si affianca, non meno importante, l’elettromed­icale. Poi ci sono le infrastrut­ture strategich­e da proteggere ora più che mai. Quelle del settore idrico. Il nucleare, nelle sue varie dimensioni ancora in essere. L’aerospazio, dove ci sono alcune autentiche eccellenze italiane, a disposizio­ne una quantità ingente di finanziame­nti dell’Unione europea, farebbero gola a chiunque. In gioco anche il tema degli approvvig io amenti nel settore agroalimen­tare, c’è chi solleva l’ipotesi di tutelare gioielli come Barilla. La finanza è l’altro terrereno di una partita ancora da concludere. Bisogna proteggere le piattaform­e di compravend­ita, le strutture e le tecnologie finanziari­e organizzat­e per il mercato azionario e degli altri titoli. Si conferma, infine, l’ipotesi di estensione dello scudo a banche e assicurazi­oni. Ma non è finita. Se passerà l’idea di tutelare la dimensione strategica per l’economia italiana di un’azienda o di un settore, il nuovo meccanismo di protezione potrebbe estendersi anche alle società non quotate. La sintesi, alla fine, dovrà avvenire a livello politico tra palazzo Chigi, Mef e Mise. Ieri il presidente del Copasir Raffaele Volpi ha reso noto che «il comitato ha rafforzato la sua percezione di un urgente approfondi­mento degli aspetti di salvaguard­ia strategica degli assetti bancari e assicurati­vi». Ricomincia così a breve il ciclo di audizioni, il Copasir vedrà i vertici delle agenzie d’intelligen­ce e dei maggiori istituti di credito (Unicredit, Intesa, Ubi, etc.). Il vice al Copasir Adolfo Urso (Fdi) ha presentato un emendament­o al Dl «Cura Italia» per rafforzare il golden power esteso ai settori credito, assicurazi­oni e finanza. Prevede anche un tavolo inter istituzion­ale dico ordinament­o con il sistema economico produttivo e un tavolo strategico per la promozione dell’interesse e della sicurezza nazionale. L’impatto di questi tavoli è complesso, non facile da valutare sul piano politico.

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