Golden power anche per aerospazio, nucleare e biosanità
In arrivo anche l’estensione dello scudo alle società strategiche non quotate
Prende forma la revisione del golden power annunciata dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte. L’idea di fondo, uno scudo molto più grande a tutela delle imprese italiane, sta diventando concreta con il lavoro dei tecnici coinvolti: della presidenza del Consiglio, compreso il sottosegretario Riccardo Fraccaro; al Mef con il ministro Roberto Gualtieri e il vice Antonio Misiani; al Mise guidato da Stefano Patuanelli; gli esperti dei Servizi di informazione e sicurezza. Potrebbe entrare in gioco anche la Difesa di Lorenzo Guerini. Patuanelli ieri ha confermato: «Il golden power può essere rafforzato e allargato». Il nuovo dispositivo dovrebbe entrare nel «decreto liquidità» del Governo previsto tra sabato e domenica. C’è un principio di partenza già condiviso. L’epidemia COVID-19 e i rischi incombenti per l’economia italiana impongono di riconsiderare il golden power: nella prospettiva attuale deve garantire tutela e protezione di un’impresa strategica non solo per la sicurezza nazionale, ma per la sicurezza della stessa economia italiana. Il catalogo dei settori da mettere sotto protezione si fa dunque molto più ampio. Entra in campo il settore biomedicale: troppo facile intuire quanto l’Italia possa diventare oggi nazione a rischio attacco estero se le sue imprese pregiate in questo ambito finiscono in mani straniere ostili. Si affianca, non meno importante, l’elettromedicale. Poi ci sono le infrastrutture strategiche da proteggere ora più che mai. Quelle del settore idrico. Il nucleare, nelle sue varie dimensioni ancora in essere. L’aerospazio, dove ci sono alcune autentiche eccellenze italiane, a disposizione una quantità ingente di finanziamenti dell’Unione europea, farebbero gola a chiunque. In gioco anche il tema degli approvvig io amenti nel settore agroalimentare, c’è chi solleva l’ipotesi di tutelare gioielli come Barilla. La finanza è l’altro terrereno di una partita ancora da concludere. Bisogna proteggere le piattaforme di compravendita, le strutture e le tecnologie finanziarie organizzate per il mercato azionario e degli altri titoli. Si conferma, infine, l’ipotesi di estensione dello scudo a banche e assicurazioni. Ma non è finita. Se passerà l’idea di tutelare la dimensione strategica per l’economia italiana di un’azienda o di un settore, il nuovo meccanismo di protezione potrebbe estendersi anche alle società non quotate. La sintesi, alla fine, dovrà avvenire a livello politico tra palazzo Chigi, Mef e Mise. Ieri il presidente del Copasir Raffaele Volpi ha reso noto che «il comitato ha rafforzato la sua percezione di un urgente approfondimento degli aspetti di salvaguardia strategica degli assetti bancari e assicurativi». Ricomincia così a breve il ciclo di audizioni, il Copasir vedrà i vertici delle agenzie d’intelligence e dei maggiori istituti di credito (Unicredit, Intesa, Ubi, etc.). Il vice al Copasir Adolfo Urso (Fdi) ha presentato un emendamento al Dl «Cura Italia» per rafforzare il golden power esteso ai settori credito, assicurazioni e finanza. Prevede anche un tavolo inter istituzionale dico ordinamento con il sistema economico produttivo e un tavolo strategico per la promozione dell’interesse e della sicurezza nazionale. L’impatto di questi tavoli è complesso, non facile da valutare sul piano politico.