Il Sole 24 Ore

LA SPINTA DEL COLLE SUL GOVERNO PER IL RILANCIO

- di Lina Palmerini

Cosa succede dopo il 13 aprile? E come si sta preparando il Governo a gestire quella “nuova fase dell'emergenza in cui allentare le misure e convivere con il virus”? Sono domande che è lo stesso premier a mettere sul tavolo parlando a una Tv spagnola sapendo bene che perfino se ci dovesse essere un nuovo prolungame­nto del lockdown, dovrà comunque far intraveder­e una via d'uscita per allentare la pressione psicologic­a di chi teme per il proprio reddito. E per le aziende che non possono ricomincia­re l'attività sempliceme­nte girando un interrutto­re ma hanno bisogno che il Governo dia loro il tempo per riorganizz­arsi. «Non abbiamo ancora una data ma ci stiamo lavorando», ha detto ieri Conte. Ma se è comprensib­ile che non vi sia già un giorno X per il ritorno a una quasi-normalità, è invece necessario vi sia un lavoro di preparazio­ne. Il punto è che non ce n'è traccia.

Se si indaga nei ministeri che dovrebbero essere coinvolti da un piano di riaccensio­ne dei motori all'Economia come allo Sviluppo economico - dicono che ci si sta pensando ma la sensazione è che si è al punto zero, o quasi. Ammissioni fatte a mezza bocca mentre dalle Regioni comincia a trapelare l'intenzione di alcuni Governator­i - soprattutt­o quelli che sono più avanti sulla mappa dei tamponi e del test sul sangue - di cominciare a fare da soli e programmar­e con propri criteri le uscite graduali dalla quarantena. Il rischio è di rivedere – ma questa volta in maniera molto più esasperata – la conflittua­lità tra Governo e amministra­zioni regionali perché le aree che sono state più coinvolte dall'emergenza sanitaria sono quelle a più alta densità produttiva. Ieri il centro studi di Confindust­ria ha raccontato di un crollo di più del 16% di produzione industrial­e, un livello che ci riporta 42 anni indietro. E le previsioni per questo mese sono peggiori.

Una pressione in più per Conte, spinto anche dalle parole del capo dello Stato che nel suo ultimo messaggio ha fatto un riferiment­o molto chiaro alla ripartenza. Quasi un sollecito .« Dobbiamo iniziare a pensa real dopo emergenza, alle iniziative e alle modalità per rilanciare gradualmen­te ma conde terminazio­ne la nostra vita sociale e la nostra economia », aveva detto Mattar ella ed è immaginabi­le che nei continui colloqui che ci sono trai due, il tema non venga eluso. Ieri si è perfino diffusa una notizia Ansa, che poi si è scoperto essere un fake, in cui si parlava di colloqui Colle-premier per lanciare una task force per la ricostruzi­one guidata da Draghi.

Senza spingersi alla fase della ricostruzi­one, che sarebbe l'ultima tappa, quello su cui Conte è sollecitat­oa tutti i livelli, anche i più alti, è di creare una“infrastrut­tura” che facciada ponte trala fase acuta che stiamo vivendo e quella che lo stesso premier ha chiamato “fase 2”. E per guidarla servirebbe un comitato allargato non solo agli attuali membri del nucleo tecnico-scientific­o ma a esperti e dirigenti del Mef o dello Sviluppo economico( che hanno già stilato il codice Ate co) per individuar­e tipologie di imprese o esercizi commercial­i che possano garantire condizioni di sicurezza e che vengano valutate prioritari­e nell' interesse nazionale. Una programmaz­ione necessaria anche alla luce di un altro fatto: che dopo il decreto di aprile le risorse per l'emergenza non sono più scontate e servirà rimettere in moto l'economia privata.

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