LA SPINTA DEL COLLE SUL GOVERNO PER IL RILANCIO
Cosa succede dopo il 13 aprile? E come si sta preparando il Governo a gestire quella “nuova fase dell'emergenza in cui allentare le misure e convivere con il virus”? Sono domande che è lo stesso premier a mettere sul tavolo parlando a una Tv spagnola sapendo bene che perfino se ci dovesse essere un nuovo prolungamento del lockdown, dovrà comunque far intravedere una via d'uscita per allentare la pressione psicologica di chi teme per il proprio reddito. E per le aziende che non possono ricominciare l'attività semplicemente girando un interruttore ma hanno bisogno che il Governo dia loro il tempo per riorganizzarsi. «Non abbiamo ancora una data ma ci stiamo lavorando», ha detto ieri Conte. Ma se è comprensibile che non vi sia già un giorno X per il ritorno a una quasi-normalità, è invece necessario vi sia un lavoro di preparazione. Il punto è che non ce n'è traccia.
Se si indaga nei ministeri che dovrebbero essere coinvolti da un piano di riaccensione dei motori all'Economia come allo Sviluppo economico - dicono che ci si sta pensando ma la sensazione è che si è al punto zero, o quasi. Ammissioni fatte a mezza bocca mentre dalle Regioni comincia a trapelare l'intenzione di alcuni Governatori - soprattutto quelli che sono più avanti sulla mappa dei tamponi e del test sul sangue - di cominciare a fare da soli e programmare con propri criteri le uscite graduali dalla quarantena. Il rischio è di rivedere – ma questa volta in maniera molto più esasperata – la conflittualità tra Governo e amministrazioni regionali perché le aree che sono state più coinvolte dall'emergenza sanitaria sono quelle a più alta densità produttiva. Ieri il centro studi di Confindustria ha raccontato di un crollo di più del 16% di produzione industriale, un livello che ci riporta 42 anni indietro. E le previsioni per questo mese sono peggiori.
Una pressione in più per Conte, spinto anche dalle parole del capo dello Stato che nel suo ultimo messaggio ha fatto un riferimento molto chiaro alla ripartenza. Quasi un sollecito .« Dobbiamo iniziare a pensa real dopo emergenza, alle iniziative e alle modalità per rilanciare gradualmente ma conde terminazione la nostra vita sociale e la nostra economia », aveva detto Mattar ella ed è immaginabile che nei continui colloqui che ci sono trai due, il tema non venga eluso. Ieri si è perfino diffusa una notizia Ansa, che poi si è scoperto essere un fake, in cui si parlava di colloqui Colle-premier per lanciare una task force per la ricostruzione guidata da Draghi.
Senza spingersi alla fase della ricostruzione, che sarebbe l'ultima tappa, quello su cui Conte è sollecitatoa tutti i livelli, anche i più alti, è di creare una“infrastruttura” che facciada ponte trala fase acuta che stiamo vivendo e quella che lo stesso premier ha chiamato “fase 2”. E per guidarla servirebbe un comitato allargato non solo agli attuali membri del nucleo tecnico-scientifico ma a esperti e dirigenti del Mef o dello Sviluppo economico( che hanno già stilato il codice Ate co) per individuare tipologie di imprese o esercizi commerciali che possano garantire condizioni di sicurezza e che vengano valutate prioritarie nell' interesse nazionale. Una programmazione necessaria anche alla luce di un altro fatto: che dopo il decreto di aprile le risorse per l'emergenza non sono più scontate e servirà rimettere in moto l'economia privata.