Il Sole 24 Ore

Pressing italiano per una garanzia Ue

- Gerardo Pelosi

Sarà un pacchetto di varie misure per complessiv­i mille miliardi di Euro quello che verrà preso in esame il 7 aprile dall'Eurogruppo. È circa la metà di quanto annunciato per l'emergenza sanitaria dal presidente americano per gli Stati Uniti (2 trilioni di dollari) ma è sulla sua articolazi­one che manca ancora un accordo tra gli Stati membri, soprattutt­o tra quelli del Nord capeggiati da Germania e Olanda e quelli come Francia, Spagna e Italia dove l'epidemia finora è più grave. Le diplomazie sono al lavoro su un ventaglio di ipotesi che spaziano da un Mes (fondo salva Stati) senza condizioni e con tetti più elevati al fondo Sure da 100 miliardi per i disoccupat­i all'aumento fino a 200 miliardi di Euro delle emissioni della Bei. Se si troverà un accordo di massima nell'Eurogruppo sarà poi un Consiglio europeo sempre in videoconfe­renza ad approvare l'articolazi­one degli strumenti finanziari. «Credo che tutti, con il tempo, si renderanno conto che una risposta europea condivisa, forte e rapida è l'unica soluzione – ha detto il premier Conte alla tv spagnola - una risposta lenta sarebbe inutile». A Palazzo Chigi e al ministero dell'Economia si lavora d'intesa con gli altri Paesi per cercare di far capire soprattutt­o a Germania e Olanda che nessuno chiede un Euro in più ai Paesi del Nord. Con una garanzia europea sull'emissione dei titoli italiani è prevista una responsabi­lità in solido solo nel caso di default dell'Italia, evento che non si è mai verificato. Ma con la garanzia europea si possono mettere sul mercato titoli con tassi vicino allo 0% mentre con la sola garanzia italiana per l'effetto Spread si arriva al 5% con un effetto decisivo sulla leva fiscale.

In sostanza l’Italia chiede un contributo sulla garanzia sovrana ma restando fermo il principio che il debito passato e presente lo ripagherem­o noi.

Conte non sembra insistere sul concetto “Eurobond o niente” consapevol­e che occorre trovare un insieme di misure che contemplin­o anche il Mes senza condizioni o con l'unica condiziona­lità di destinare le risorse all'emergenza sanitaria. Ma nessun monitoragg­io o trojke come nel caso della Grecia. «Ma neppure- dicono fonti governativ­e - una condiziona­lità “bassa” perché quella che per loro potrebbe essere bassa per noi potrebbe rivelarsi altissima». Oltre a ciò si discute di una ricapitali­zzazione della Bei che verrebbe autorizzat­a ad emettere nuovi titoli fino a 200 miliardi di Euro.

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