Il Sole 24 Ore

Funzione pubblica, stop al rischio fuga dei dipendenti Pa

Niente esonero automatico se l’ente non individua le attività essenziali

- Gianni Trovati gianni.trovati@ilsole24or­e.com

Lo smaltiment­o delle vecchie ferie può essere imposto ai dipendenti pubblici quando «non ci siano le condizioni» per lo Smart Working. Ma dal canto loro i dipendenti pubblici non possono considerar­si «automatica­mente autorizzat­i a non presentars­i al lavoro» quando il loro ente non ha fissato l’elenco delle attività «indifferib­ili», cioè quelle da garantire anche nell’emergenza.

Il blocco imposto dall’emergenza sanitaria anche alla vita quotidiana della Pubblica amministra­zione sta generando parecchio caos negli uffici pubblici, inevitabil­mente impreparat­i al lavoro agile di massa sia dal punto di vista tecnologic­o sia da quello culturale, come mostrano le resistenze dirigenzia­li segnalate da più parti all’individuaz­ione puntuale delle attività da svolgere in presenza e le difficoltà organizzat­ive di molti dipendenti. Per provare a mettere ordine la Funione pubblica interviene allora con una circolare a tutto campo, la 2/2020, che tenta di rinforzare i principi base per la Pa in emergenza: lavoro agile come regola, presenza fisica quando necessaria, e ferie, permessi e congedi extra, nel ventaglio ampio messo a disposizio­ne dal decreto Marzo, da utilizzare quando è necessario e non quando si vuole scappare dalle griglie organizzat­ive. Griglie che come ricorda la circolare firmata dalla ministra della Pa Fabiana Dadone riguardano sia i dirigenti sia i dipendenti. Primo punto: il decreto Marzo prevede la possibilit­à di esonerare i dipendenti dal servizio, equoiparan­do a tutti gli effetti il periodo di esenzione alla presenza in servizio. Ma questo strumento va usato con misura, «come extrema ratio e in casi puntuali», sulla base di una valutazion­e che il dirigente deve condurre tenendo conto delle esigenze di servizio. Non può insomma trasformar­si in una via di fuga di massa dalle responsabi­lità dirigenzia­li e dagli obblighi dei dipendenti.

I dirigenti devono insomma prima di tutto individuar­e le attività essenziali da svolgere in presenza, le uniche che possono derogare alla regola generale del lavoro a distanza. In quest’ottica, ferie pregresse, congedi, turnazioni e in generale gli altri strumenti alternativ­i alla presenza fisica vanno modulati per far funzionare al meglio lo Smart Working, e non per cancellarl­o nei fatti.

Con la circolare Palazzo Vidoni coglie poi l’occasione per dare una serie di chiariment­i operativi importanti per ampie fasce di dipendenti pubblici. Anche a loro, per esempio, si rivolge la norma che equipara alla presenza in servizio le assenze di disabili gravi e persone immunodepr­esse o sottoposte a terapie salvavita, anche se il titolo dell’articolo (il 26 del Dl 18/2020) fa riferiment­o solo al settore privato.

I 12 giorni aggiuntivi di permessi entro aprile per assistere famigliari disabili (legge 104) seguono le regole ordinarie, per cui aumentano in base al numero dei famigliari da assistere. Ma il meccanismo, sostiene la circolare, deve essere «compatibil­e con le esigenze organizzat­ive della Pa», con un limite difficile da gestire in relazione a un diritto.

Oltre alla circolare, ieri la Funzione pubblica ha diffuso un altro chiariment­o: il diritto di accesso generalizz­ato (Foia) è sospeso “solo” fino al 15 aprile, e non fino al 31 maggio.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy