Pirati web, sono 180 i siti bloccati dalla Consob (in nove mesi)
La quarantena aumenta i casi di telefonate ai clienti da parte dei broker corsari
L’ultima comunicazione della Consob sul tema della pirateria web è del primo aprile e riguarda l’Afx Capital market, il broker online con base a Cipro e a Londra (ma soci italiani) che proponeva investimenti online anche attraverso una rete di 41 “introducing broker”. L’authority cipriota, la Cysec, ha avviato una corsia dedicata alle procedure di indennizzo dei clienti coinvolti.
Non senza qualche ritardo, visto che le prime segnalazioni sui mancati rimborsi dei clienti di Afx Capital, risalgono al 2012. Il problema delle piattaforme online d’investimento sta però emergendo, in queste settimane di quarantena, in tutta la sua potenziale pericolosità sociale. Le cosiddette «cold calls» le telefonate a freddo, così vengono definite le chiamate effettuate dai call center di questi broker, per persuadere i risparmiatori a puntare i loro risparmi sulle piattaforme corsare, stanno aumentando in frequenza, intensità e insistenza.
Approfittano della forzata immobilità generale per bersagliare i potenziali clienti con chiamate di sedicenti consulenti e advisor. Dallo scorso luglio la Consob dispone di un’arma in più per contrastare l’insidioso fenomeno: il potere di oscurare i siti che esercitano, anche in Italia, forme di sollecitazione all’investimento senza essere autorizzati a farlo.
Dall’entrata in vigore della norma che consente all’Authority di intervenire sui fornitori dei servizi di connettività ordinando di bloccare i siti (la legge 58 del 28 giugno 2019 articolo 36 comma 2 terdecies) gli uomini del presidente Paolo Savona sono intervenuti 180 volte. Gli ultimi quattro casi sono quelli della Dubai Fxm Ltd (sito internet www.dubaifxm.com, della DAX1001 (sito internet dax1001.com) della Global Pegasus
Ltd (sito internet www.fx4lux.com) e della AirBit Club (siti internet https://airbitclub.com e www.bitbackoffice.com) operatori che allettavano i potenziali trader con promesse di facili guadagni su Cfd (contratti per differenza), trading su valute, commodities, oro, o altri rischiosi strumenti finanziari derivati. La Consob per fare fronte al fenomeno dispone di due divisioni: una guidata da Mauro Lorenzoni (a capo della divisione tutela dei consumatori oltre che di quella delegata a valutare gli esposti dei risparmiatori), l’altra guidata da Cristina Di Biase (divisione accertamenti ispettivi su fenomenni abusivi). In tutto 17 uomini e donne, che però, oltre a tenere sotto controllo il mondo vischioso e sfuggente dei siti ed eventualmente a richiedere il loro oscuramento, non hanno il potere di impedire che i “corsari” del web si spostino, cambino base e nazione e, magari semplicemente modificando una consonante dal nome del sito, ricomincino a operare come nulla fosse accaduto.