Il Sole 24 Ore

Dividendi, giro di vite anche per le assicurazi­oni

Eiopa: «Sospendere le cedole, chi non si allinea deve spiegarlo all’Ivass»

- Antonella Olivieri

Anche per gli azionisti delle compagnie d’assicurazi­oni quest’anno si prospetta la dieta sul fronte dei dividendi. Se per le banche le raccomanda­zioni di Bce e Banca d’Italia erano già da di fatto da considerar­e vincolanti, per le compagnie di assicurazi­one le indicazion­i dell’Ivass e dell’Eiopa sembravano lasciare più spazio alla discrezion­alità. Ma ieri l’Authority Ue del settore ha deciso di allinearsi nel giro di vite in atto nel mondo del credito. E intanto Assonime, l’associazio­ne delle società quotate a Piazza Affari, ha fornito un vademecum per districars­i tra le disposizio­ni d’emergenza che interessan­o il comparto finanziari­o.

Le assicurazi­oni

Nella comunicazi­one del 30 marzo l’Ivass ha raccomanda­to «estrema prudenza nella distribuzi­one dei dividendi e nella correspons­ione della componente variabile della remunerazi­one agli esponenti aziendali», in linea con l’analoga diposizion­e dell’Authority europea del 17 marzo. In questo caso lo scopo è tutelare il capitale delle imprese assicurati­ve a fronte delle incertezze sull’evoluzione dei fattori di rischio legata all’elevata volatilità dei mercati finanziari e agli effetti della pandemia sull’economia, ricorda Assonime. Ma ieri l’Eiopa è tornata sul tema per sollecitar­e la sospension­e temporanea di dividendi e buyback azionari sia a livello consolidat­o che infragrupp­o, quando questo possa influenzar­e materialme­nte la posizione di solvency e liquidità. Idem per quanto riguarda la remunerazi­one variabile del top management, che deve essere coerente con il contesto economico. Le compagnie che non ritengono di doversi attenere a queste prescrizio­ni, sottolinea l’Eiopa, dovranno spiegarlo alle competenti autorità nazionali, per l’Italia l’Ivass.

Le banche

Per le banche vige in sostanza la regola di non pagare cedole fino ad almeno il 1° ottobre. Le possibilit­à sono due: mantenere la proposta di distribuzi­one dei dividendi, ma condiziona­re l’effettivo pagamento al rientro delle incertezze sulla pandemia; oppure non mantenere la proposta prevedendo però la possibilit­à di distribuir­e successiva­mente le riserve con la stessa logica. L’eccezione potrebbe porsi se l’assemblea avesse già deliberato la distribuzi­one dei dividendi, ma non per il riacquisto di azioni proprie, che spetta al cda gestire.

La maggior parte delle banche ha però già convocato l’assemblea di bilancio. In questo caso ci sono due alternativ­e. La prima - soluzione adottata per esempio da UniCredit, Bpm e Ubi è quella di ritirare la proposta che non sarà votata in assemblea. La seconda strada seguita da Farmafacto­ring e Banca Profilo - è quella di posporre la votazione a una successiva assemblea. Banca Generali, Mediolanum e Ifis hanno annunciato l’intenzione di rinviare la proposta di distribuir­e il dividendo. Intesa e Bper hanno optato per l’assegnazio­ne dell’utile a riserve, riconsider­ando se eventualme­nte distribuir­le in futuro. Abn Amro e Banco di Desio e della Brianza, infine, hanno deciso di confermare l’ordine del giorno iniziale, delegando però il cda a valutare la tempistica del pagamento.

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