Dividendi, giro di vite anche per le assicurazioni
Eiopa: «Sospendere le cedole, chi non si allinea deve spiegarlo all’Ivass»
Anche per gli azionisti delle compagnie d’assicurazioni quest’anno si prospetta la dieta sul fronte dei dividendi. Se per le banche le raccomandazioni di Bce e Banca d’Italia erano già da di fatto da considerare vincolanti, per le compagnie di assicurazione le indicazioni dell’Ivass e dell’Eiopa sembravano lasciare più spazio alla discrezionalità. Ma ieri l’Authority Ue del settore ha deciso di allinearsi nel giro di vite in atto nel mondo del credito. E intanto Assonime, l’associazione delle società quotate a Piazza Affari, ha fornito un vademecum per districarsi tra le disposizioni d’emergenza che interessano il comparto finanziario.
Le assicurazioni
Nella comunicazione del 30 marzo l’Ivass ha raccomandato «estrema prudenza nella distribuzione dei dividendi e nella corresponsione della componente variabile della remunerazione agli esponenti aziendali», in linea con l’analoga diposizione dell’Authority europea del 17 marzo. In questo caso lo scopo è tutelare il capitale delle imprese assicurative a fronte delle incertezze sull’evoluzione dei fattori di rischio legata all’elevata volatilità dei mercati finanziari e agli effetti della pandemia sull’economia, ricorda Assonime. Ma ieri l’Eiopa è tornata sul tema per sollecitare la sospensione temporanea di dividendi e buyback azionari sia a livello consolidato che infragruppo, quando questo possa influenzare materialmente la posizione di solvency e liquidità. Idem per quanto riguarda la remunerazione variabile del top management, che deve essere coerente con il contesto economico. Le compagnie che non ritengono di doversi attenere a queste prescrizioni, sottolinea l’Eiopa, dovranno spiegarlo alle competenti autorità nazionali, per l’Italia l’Ivass.
Le banche
Per le banche vige in sostanza la regola di non pagare cedole fino ad almeno il 1° ottobre. Le possibilità sono due: mantenere la proposta di distribuzione dei dividendi, ma condizionare l’effettivo pagamento al rientro delle incertezze sulla pandemia; oppure non mantenere la proposta prevedendo però la possibilità di distribuire successivamente le riserve con la stessa logica. L’eccezione potrebbe porsi se l’assemblea avesse già deliberato la distribuzione dei dividendi, ma non per il riacquisto di azioni proprie, che spetta al cda gestire.
La maggior parte delle banche ha però già convocato l’assemblea di bilancio. In questo caso ci sono due alternative. La prima - soluzione adottata per esempio da UniCredit, Bpm e Ubi è quella di ritirare la proposta che non sarà votata in assemblea. La seconda strada seguita da Farmafactoring e Banca Profilo - è quella di posporre la votazione a una successiva assemblea. Banca Generali, Mediolanum e Ifis hanno annunciato l’intenzione di rinviare la proposta di distribuire il dividendo. Intesa e Bper hanno optato per l’assegnazione dell’utile a riserve, riconsiderando se eventualmente distribuirle in futuro. Abn Amro e Banco di Desio e della Brianza, infine, hanno deciso di confermare l’ordine del giorno iniziale, delegando però il cda a valutare la tempistica del pagamento.