COSÌ L’ASSICURAZIONE PUÒ AFFRONTARE IL CORONAVIRUS
Viviamo in un crescendo di apprensione e paura la tragedia che ci ha colpito non solo perle vittime e i contagiati, ma per l'evoluzione epidemiologica di questo fenomeno, che gli algoritmi non possono prevedere con certezza. Dobbiamo prendere atto che il mondo è esposto a rischi chele nostre capacità elaborative e predittive non sono in grado di cogliere: chi avrebbe mai detto che il mondo sarebbe stato infettato così velocemente esi sarebbe quasi completamente fermato? Due lezioni vanno imparate da questa situazione, e in fretta.
La prima è che dobbiamo sforzarci di arricchire la strumentazione con la quale gestiamo i rischi: in questo ambitogli strumentiassicurativi possono essere molto utili. Ogni azienda dovrebbe capire che sottoporsi a un risk assessment faparte della corretta conduzione del proprio business e chela valutazione delle font idi rischio è un lavo roda prendere con molta serietà. Infatti, ai rischi tradizionali oggetto delle usuali coperture assicurative, oggi sappiamo che sene è aggiunto un altro, più insidioso, meno prevedibile e poco gestibile: il rischio pandemico, che ha effetti devastanti sulla singola azienda e potenzialmente sull' intero tessuto industriale ed economico. Le tradizionali coperture los sof prof it(perdit adi profitto) o business interr up ti on( interruzione d' attività ), peraltro ancora troppo poco diffuse trale imprese italiane forse anche a causa di un problema di offerta, devono poter trovare attivazione anche nel ca sodi epidemie e pandemie. È necessari oche il sistema assicurativo non abdichi al proprio ruolo d iris k-t ake re che, al contempo, possa ottimizzare la ritenzione complessiva di questi rischi, mediante cessione almercat ori assicurativo delle esposizioni eccedenti la propria capacità di assorbimento determinata dalla disponibilità di capitale.
Seconda lezione: è tempo che si studino forme di trasferimento dalla popolazione e dalle imprese al mercato dei capitali dei rischi estremi (terremoti, alluvioni, pandemie, ecc.). Esistono nei mercati più evoluti le cosiddette obbligazioni catastrofali. In quelle che coprono dalle conseguenze di eventi pandemici, note con il nome di“pand emi cc atbonds”,ils otto scrittore dell' obbligazione si fa carico, a fronte di un certo costo contrattualmente definito ex-ante, dell'impatto economico dell'evento estremo. Di conseguenza, poichè il payoff di questi strumenti dipende dal verificarsi o meno di determinati eventi estremi – appunto le pandemie–i pand emi cc atbonds trasferiscono al mercato dei capitali esattamentei rischi, e quindi le conseguenze economiche, delle esposizioni pandemiche. Si tratta di strumenti già in uso per altre calamità( terremoto e alluvione)in altri paesi( Messico, California per esempio) e che rappresentano un' intelligente alternativa perla copertura del rischio. Perché il mercato dei capitali si prende questori schio? Perché i mercati finanzia risono interessati a rischi decorrelati dalle usuali variabili macroeconomiche (azionario, tasso, credito, valuta) in quanto ciò permette loro di ridurre la volatilità media dei portafogli di investimenti.
Questi strumenti avrebbero poi l' indubbio vantaggio di non gravare sulla finanza pubblica e di rendere immediatamentedisponibili le risorse finanziarie per far ripartire l' economia e le imprese in un momento di calamità pandemica. Potrebbero essere predisposti a livello di filiera e/ odi distretto del nostro sistema produttivo e potrebbero dare al nostro tessuto quella liquidità e quella capacità di resilienza finanziaria essenziali quandosi verificano emergenze come quella che stiamo vivendo.
Usciremo da questa crisi, che si prospettalunga e pesante, solo disponendo di una“cassetta di strumenti” digestionedel rischio che vanno ammodernati e sviluppati. Non è solo un'occasione unica, ma anche un passaggio indispensabilese vogliamo evitare chela pandemia ci privi del benessere individuale e sociale che abbiamo conquistato.