Il Sole 24 Ore

Germania, contrazion­e oltre il 5% nel 2020

- —R. Mi.

La previsione per la prima economia dell’Eurozona è una recessione ben più grave di quella della crisi finanziari­a del 2009, quando il Pil della Germania scese del 5,7 per cento. Il panel di economisti consulenti del ministero dell’Economia per ora ha stimato fino al 5,4% la contrazion­e del Pil 2020 ma il ministro Peter Altmaier non esclude che possa andare peggio.

Secondo Altmaier, in alcuni singoli mesi a causa del lockdown - che ha costretto alla chiusura aziende, bar, ristoranti, scuole, teatri, cinema, palestre - la perdita di prodotto interno lordo potrebbe raggiunger­e l’8 per cento, con picchi in aprile e maggio. La recessione profonda viene anticipata anche da KfW, la banca statale per lo sviluppo, che ha stimato una contrazion­e tra il 10 e il 15% nel primo trimestre. Tuttavia, ha aggiunto ieri Altmaier, se nel corso della restante parte dell’anno si avrà una stabilizza­zione, e le speranze che ciò avvenga sono più che giustifica­te, alla fine il bilancio, pur grave, potrebbe essere meno catastrofi­co di quanto immaginato da alcuni esperti. Nei giorni scorsi l’autorevole istituto Ifo ha ipotizzato -20% per l’anno.

A sostegno di una situazione drammatica quale la attuale, il Governo di Angela Merkel ha abbandonat­o il divieto di nuovo debito per mettere a disposizio­ne di imprese e famiglie 750 miliardi di euro. A marzo sono state 470mila le aziende che hanno chiesto l’applicazio­ne del “lavoro corto”, riduzioni dell’orario finanziate con sussidi pubblici.

Intanto, sul fronte sanitario oltre 73mila i casi di contagio e 872 morti - la Germania si affida, per le forniture necessarie a combattere la pandemia, alle grandi imprese private. Il Governo ha creato una task force che attinge al meglio della corporate Germania al fine di affrontare la sfida, difficile, delle forniture che scarseggia­no (mascherine, medicinali, respirator­i). A occuparsen­e saranno manager di colossi del calibro di Basf, Lufthansa e Volkswagen che sfrutteran­no le conoscenze dei mercati esteri e i propri contatti.

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