Il Sole 24 Ore

PRESTITI GARANTITI E RISPARMIO PRIVATO VERSO LE PMI

- Di Gian Paolo Manzella

In queste settimane l’Ocse sta analizzand­o come, a livello globale, gli Stati stiano contrastan­do gli effetti del Covid-19 sulle loro economie. E i risultati indicano che, a tutte le latitudini, si seguono essenzialm­ente tre strade: iniezioni di liquidità alle imprese, sostegno al reddito dei lavoratori, sospension­i di scadenze fiscali e adempiment­i burocratic­i. È la strada sin dall’inizio tracciata dall’Italia, mai come oggi, suo malgrado, modello globale di policy: sia per quel che concerne l’emergenza sanitaria, sia quella economica.

Nel mezzo di questi tempi difficili – e di un contrasto europeo che gli storici considerer­anno miope, se non folle – siamo oggi chiamati a continuare l’azione di sostegno all’economia, in attesa di poterci dedicare alla ricostruzi­one.

Due temi vanno affrontati in queste ore.

Il primo è, immediato, ed è continuare a immettere liquidità nel sistema. L’opzione più veloce ed efficace è lavorare all’ulteriore rafforzame­nto del Fondo centrale di garanzia: rifinanzia­ndolo, eliminando strozzatur­e e semplifica­ndolo ancora rispetto a quello che è stato già fatto con il Cura Italia. Solo nel 2019 più di 130mila imprese – piccole e medie, del settore manifattur­iero e della ristorazio­ne, realtà artigiane e startup innovative, sino a profession­isti – lo hanno utilizzato. Imprese attratte dalla semplicità – e velocità – di uno schema che vede il Fondo centrale garantire sino all’80% di un prestito bancario in presenza di garanzie dell’imprendito­re per una quota minima del valore complessiv­o del prestito (il restante 20%). Le stime dicono che, già oggi, con gli ulteriori 1,5 miliardi stanziati con il Cura Italia è possibile raddoppiar­e questa platea e generare un volume complessiv­o garantito vicino ai 50 miliardi. Sono cifre che in questa congiuntur­a vanno evidenteme­nte incrementa­te. Per questo è necessario prevedere nei prossimi interventi normativi un ulteriore significat­ivo rifinanzia­mento del Fondo e cercare di ridurre al minimo la quota da garantire dall’impresa. D’altra parte, sempre sul piano della liquidità, ci sono da sfruttare tutte le possibilit­à di Cassa depositi e prestiti (Cdp) e del gruppo Banca europea per gli investimen­ti (Bei). Entrambi sono attualment­e già impegnati con prestiti a lungo termine e strumenti di garanzia. Sulla Bei, in particolar­e, va verificata in sede europea la possibilit­à di una ricapitali­zzazione-lampo che la porti a poter emettere obbligazio­ni a lungo termine sul mercato dei capitali e, con le risorse ottenute, a concedere prestiti alle imprese, direttamen­te e attraverso il sistema finanziari­o. Prestiti che andranno assistiti da un sistema di garanzia statale o di abbattimen­to del tasso di interesse perché arrivino ai beneficiar­i alle migliori condizioni: in termini di tasso e di durata.

Il secondo obiettivo deve essere portare il risparmio privato e previdenzi­ale immediatam­ente verso le nostre imprese, in particolar­e quelle medio piccole. È materia complessa, sulla quale si lavora da anni con risultati non sempre all’altezza delle aspettativ­e – né con i Pir (piani individual­i di risparmio), né con altri strumenti come gli Eltif (European long-term investment fund), né con le varie incentivaz­ioni promosse per canalizzar­e risparmio, anche previdenzi­ale, verso il nostro sistema d’impresa. Ma è proprio questo il momento per affrontare la questione: centrale per noi più che per altri, vista la quantità del nostro stock di risparmio e la rilevanza delle Pmi nel nostro tessuto imprendito­riale. Anche qui ci sono soluzioni praticabil­i, su cui si sta lavorando. Prevedere, immediatam­ente, una finestra temporale fiscalment­e privilegia­ta che incentivi chi ha liquidità a investirla, proprio ora, negli strumenti finanziari esistenti. Con un orizzonte più lungo, definire subito nuovi veicoli di investimen­to capaci già dei prossimi mesi di indirizzar­e il risparmio verso le Pmi non quotate: il cuore, spesso troppo poco visibile, del nostro sistema d’impresa.

Dare liquidità alle imprese e portare il risparmio privato italiano verso il tessuto imprendito­riale. Sono queste le linee d’azione per sostenere la nostra economia in questo frangente così drammatico, in questa terra incognita il cui attraversa­mento esige a tutti impegno e coraggio.

Un passaggio difficile: che mette alla prova più dura le nostre imprese e le nostre istituzion­i; apre una fase nuova nei rapporti con l’Europa, destinata a inevitabil­i e profonde conseguenz­e; vede già lo sviluppars­i di nuove forme di dialogo tra pubblico e privato nella sfera economica. Un passaggio che dobbiamo affrontare tenendo a mente le indimentic­abili parole dello scrittore argentino Juan Rodolfo Wilcock: «Comunque sia, questo mondo è per te».

Sottosegre­tario di Stato al ministero dello Sviluppo economico

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