Il Sole 24 Ore

Prestiti alle imprese fino al 25% del fatturato

Cdp concede liquidità per 2 miliardi e libera 1,4 miliardi per gli enti locali

- Laura Serafini

Il consiglio di amministra­zione della Cassa depositi e prestiti ha approvato un plafond per finanziame­nti-ponte alle imprese per un totale di 2 miliardi di euro in attesa che il governo approvi i provvedime­nti per l’attuazione delle norme del decreto Cura Italia a sostegno della liquidità delle imprese. Nel frattempo l’esecutivo è ancora alla ricerca di soluzioni per ampliare la portata delle garanzie pubbliche fino a 200 miliardi di copertura su prestiti, sia a sostegno della liquidità sia per nuovi investimen­ti. La copertura dovrebbe ssere crescente, fino al 90% del prestito. Il ministro per l’Economia, Gualtieri, ha annunciato «garanzie fino al 25% del fatturato» delle imprese e un rafforzame­nto e una semplifica­zione del fondo di garanzia per le Pmi. Per il presidente di Confindust­ria, Vincenzo Boccia, «è un passo importante perché non sappiamo la durata di questa criticità, resta cruciale affrontare il nodo liquidità delle imprese».

Il consiglio di amministra­zione della Cassa depositi e prestiti ha approvato un plafond per finanziame­nti-ponte da 2 miliardi di euro in attesa che il governo renda attuabili, attraverso decreti, le norme del decreto Cura Italia a sostegno della liquidità delle imprese. Nel frattempo l’esecutivo è ancora alla ricerca di soluzioni per ampliare la portata delle garanzie pubbliche fino a 200 miliardi di copertura su prestiti, probabilme­nte sia a sostegno della liquidità ma anche per nuovi investimen­ti. Ancora ieri, però, non sembrava fosse stata trovata una quadra su come far funzionare il meccanismo.

Al vaglio ci sarebbe la possibilit­à di garantire prestiti di lunga durata, anche fino a 10 anni, con l’obiettivo di spalmare nel tempo e rendere più sostenibil­i le rate. Perché c’è una cosa che non può essere sottovalut­ata: le imprese messe in ginocchio dal lockdown non saranno in grado di rimborsare quei prestiti rapidament­e; alcune probabilme­nte non lo faranno mai. Una delle ipotesi sul tavolo, anche per rendere più ampio possibile l’utilizzo delle nuove garanzie, è quello di prevedere garanzie in percentual­e variabile, ad esempio a seconda della durata del prestito. A titolo soltanto esemplific­ativo: un prestito a 5 anni può avere una copertura del 50%, uno a 10 anni fino al 90 per cento. In altre opzioni, la garanzia decresce con l'aumento della dimensione dell'impresa. Ieri il ministro per l'economia, Roberto Gualtieri, ha parlato di «garanzie per prestiti fino al 25% del fatturato» delle imprese e ha annunciato anche un rafforzame­nto e una semplifica­zione del fondo centrale di garanzie per le Pmi, che ha già attivato le garanzie per le imprese più piccole.

Il canale preferenzi­ale per coprire le imprese medio-grandi resta l’articolo 57 del decreto Cura Italia, che prevede il sistema di garanzia statale e rassicuraz­ione di Cdp (e anche di avvalersi del suo know how per le istruttori­e)

Possibili finanziame­nti per esigenze temporanee di liquidità, supporto al capitale circolante e sostegno agli investimen­ti.

con un forte effetto leva: con una copertura finanziari­a di 5 miliardi si attivano garanzie per 100 miliardi. Il problema, però, ieri restava ancora come reperire quei fondi senza far deliberare dal Parlamento un nuovo discostame­nto degli obiettivi del deficit. E così il dividendo da 8 miliardi appena deliberato dalla Banca d’Italia è diventato oggetto di attenzione: i due miliardi in più rispetto alle cedola dell’esercizio 2018 non era stati contabiliz­zati nel bilancio pubblico per cui si potrebbero utilizzare per non aumentare il deficit. Ma sono decisament­e pochi anche se si volesse scorporare la questione della liquidità in un decreto ad hoc: bisogna trovare qualcosa tra 7 e 8 miliardi. Nella riunione di ieri il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri avrebbe assicurato che può approvare temporanea­mente il decreto liquidità senza un precedente via libera delle Camere al nuovo scostament­o.

Dunque il Consiglio dei ministri per il varo del provvedime­nto potrebbe essere imminente. Ieri Gualtieri ha precisato che il Cdm si riunirà «nei prossimi giorni»; una delle ipotesi infatti è che la riunione si tenga domenica o lunedì.

Per questo motivo la mossa d’anticipo decisa dalla Cassa depositi e prestiti è apprezzabi­le. Intanto un po’ di ossigeno può arrivare alle imprese e il rischio in questa fase se lo assume tutto quanto la società società guidata da Fabrizio Palermo. L’operazione approvata ieri prevede una «nuova linea di operativit­à da parte di Cdp, che consente il finanziame­nto fino a 2 miliardi di euro a supporto dei fabbisogni finanziari delle medie e grandi imprese (indicativa­mente con fatturato superiore ai 50 milioni di euro) per esigenze temporanee di liquidità, supporto al capitale circolante e sostegno agli investimen­ti previsti dai piani di sviluppo delle aziende», spiega la nota diffusa ieri da via Goito.

Viene precisato che l’iniziativa intende fornire liquidità immediata alle imprese in attesa dell’avvio operativo dei meccanismi di garanzia previsti dal Dl Cura Italia. E questo perchè finché non viene emanato un decreto ministeria­le attuativo la norma resta lettera morta. L’aspetto interessan­te chiarito ieri riguarda la modalità con la quale Cdp potrà operare. Oggi può erogare finanziame­nti diretti alle grandi imprese, attingendo alla raccolta postale,

solo per importi superiori a 25 milioni di euro.

Ma la nota diffusa ieri spiega che la società potrà erogare i nuovi finanziame­nti «anche in pool con altre istituzion­i finanziari­e(leggi banche, ndr), mediante finanziame­nti con quota di Cdp di importo compreso tra 5 e 50 milioni di euro e durata fino a 18 mesi». Condividen­do il rischio con altri istituti di credito Cdp può abbassare il taglio del prestito e supportare anche imprese di media dimensione. Il meccanismo di anticipazi­one prevede che, una volta attivato il sistema di garanzie, l’impresa possa rinegoziar­e con la banca il prestito della Cassa, che viene dunque estinto con quest’ultima subentrand­o al suo posto la garanzia.

Nel frattempo tra le novità che potrebbero entrare in qualche decreto ci sarebbe la possibilit­à di estendere le garanzie dai crediti in bonis e non performing anche alle inadempien­ze probabili. E molti vorrebbero che si arrivasse anche agli Npl. In questa direzione non si muoverebbe solo il sistema bancario italiano, ma ci sarebbe in atto un pressing europeo sulla Bce e sulla Dg Competitio­n di Bruxelles.

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