Il comitato di Basilea: più flessibilità per le banche
Meno accantonamenti anche per creiditi deteriorati che entrano in moratoria
Il Comitato di Basilea ha ampliato ulteriormente la flessibilità delle norme che si applicano alle banche in modo da limitare l’impatto del coronavirus.
Il comitato di Basilea si porta avanti rispetto agli istituti di vigilanza nazionali e crea il presupposto per spazzare via gli ultimi anni di regolazione in materia di classificazione dei crediti. L'istituzione che fa capo ai governatori delle banche centrali di tutto il mondo ha approvato ieri una serie di linea guida che allentano, e non poco, le regole per classificare i crediti di individui e imprese che accedono alle moratorie sui prestiti o alla garanzie pubbliche messi in campo per contrastare gli effetti del Covid-19. La novità è che si consente poter beneficiare di moratorie e garanzie anche per chi ha posizioni considerate come inadempienze probabili (Utp) e addirittura gli Npl. Ma novità sono previste anche per il trattamento contabile delle perdite future attese sui crediti.
Il principio di fondo per il trattamento dei crediti è che gli accantonamenti prudenziali per portare sotto moratoria i creditori sono molto ridotti. Ed è un passaggio cruciale, anche ai fini delle misure che sta adottando in questi giorni il governo italiano per dare liquidità al sistema imprenditoriale attraverso le garanzie pubbliche. Da giorni dal sistema bancario e imprenditoriale italiani insistono sulla necessità di ammettere a questo scudo protettivo e alla misure di sostegno non soltanto i crediti in bonis- come previsto ad esempio dal decreto Cura Italia - ma tutte le imprese.
In una serie di Q&A pubblicate dal comitato di Basilea si chiarisce come attuare tutto ciò, facendo riferimento ai creditori che accedono alle moratorie.“Il quadro regolatorio attuale prevede maggiori accantonamenti se i crediti sono scaduti (past due) da più di 90 giorni - si chiarisce -. Il comitato ha stabilito che i pagamenti in moratoria (pubblici o garantiti dalle banche su base volontaria) connessi all'epidemia di Covid-19 possono essere esclusi dal calcolo dei 90 giorni. Un altro criterio utilizzato è se una banca considera che il creditore probabilmente non pagherà il debito (Utp, ndr). Il comitato ha stabilito che la valutazione va eseguita sul fatto che il creditore sia in grado di ripagare i pagamenti riscadenziati con le moratorie. Questo vuol dire che, per i creditori che non stanno pagando le rate come previsto dalla moratoria, la probabilità del pagamento deve essere calcolata sull'ammontare dovuto alla fine del periodo di moratoria”. Lo stesso ragionamento viene esteso agli Npl, non performing asset, i quali vengono misurati combinando il principio dello scaduto (90 giorni di non pagamento) e di probabilità che il credito non sia ripagato. Anche per gli Npl viene sospeso il principio dei 90 giorni e la probabilità del pagamento deve essere calcolata rispetto all'ammontare dovuto a fine moratoria. Gli accantonamenti patrimoniali saranno, dunque, inferiori rispetto al passato per Utp e Npl. Nel caso di utilizzo delle garanzie pubbliche, potranno accende a un effetto leva inferiore rispetto a quelli in bonis ma comunque non così penalizzante come sarebbe stato prima. Un passaggio ad hoc, infine, è dedicato alla classificazione delle perdite attese sui crediti nell'ambito del principio contabile Ifrs 9. “Quando si devono calcolare queste perdite - è il senso dell’approccio - le banche non devono applicare gli standard in modo meccanico e devono usare la flessibilità consentita dall'Ifrs 9, per esempio dare un giusto peso ai trend di lungo periodo”. E dunque anche del le prospettive di ripresa.