Il Sole 24 Ore

Per l’export mix di garanzie e fondo perduto

Il sottosegre­tario Di Stefano: per le fiere puntiamo al rialzo del credito d’imposta

- Carmine Fotina

Nella corsa finale al decreto di maggio, sempre più simile nelle bozze a una vera manovra finanziari­a, spunta anche un pacchetto di misure per l’export. «Siamo pronti con interventi indispensa­bili di primo supporto – dice Manlio Di Stefano, sottosegre­tario in quota Cinque Stelle del ministero degli Affari esteri – per poi passare a un approccio più strategico di rilancio quando ci saranno le condizioni perché il commercio mondiale si rimetta in moto». Nel provvedime­nto, ormai ex decreto aprile, slittato a più riprese, dovrebbero entrare una linea di garanzie statali per il credito di almeno 200 milioni e un’ulteriore dote di 250 milioni per contributi a fondo perduto. Entrambi i meccanismi ruotano intorno al fondo rotativo 394/81 per l’internazio­nalizzazio­ne gestito dalla Simest (parte del polo Cassa depositi e prestiti). «Nel primo caso – aggiunge il sottosegre­tario della Farnesina si tratta di garanzie che abbiniamo al Fondo, per facilitare l’accesso ai finanziame­nti agevolati da parte delle imprese, eliminando la necessità di presentare a Simest garanzie bancarie. Al tempo stesso aggiungiam­o 250 milioni ai 70 milioni che, in base al “decreto Cura Italia”, avevamo giù previsto di destinare al cofinanzia­mento a fondo perduto, fino al 50%, degli importi erogati da Simest a valere sul fondo rotativo». E, nello stesso perimetro di azione, va incluso il decreto attuativo che dovrebbe sbloccare il nuovo funzioname­nto del Fondo (si veda l’articolo accanto), aprendolo anche a interventi all’interno della Ue. Il regolament­o, atteso dal decreto crescita dell’aprile 2019, «è in questo momento alla firma del ministro dell’Economia e contiamo in una sua pubblicazi­one nel giro di giorni».

Un ulteriore tassello del nuovo decreto legge sull’economia, particolar­mente atteso dalle imprese del settore fieristico, in assoluto tra le più colpite dai danni economici derivanti dal “lockdown”, è ancora oggetto di valutazion­e in questi giorni. E il suo inseriment­o nel Dl sembra legato agli ultimi equilibri in materia di coperture finanziari­e. «L’idea – spiega Di Stefano – è innalzare il credito d’imposta per le spese di partecipaz­ione alle fiere internazio­nali, in Italia o all’estero, portandolo dal 30 al 40% e riconoscen­dolo anche a titolo di “risarcimen­to danni” nel caso di manifestaz­ioni che sono state annullate per le misure di contenimen­to dell’epidemia». Attualment­e il credito d’imposta fiere dispone solo di un plafond di 5 milioni per il 2020, occorrereb­be portarlo a 100 milioni per il 2020 e per il 2021. «Per le fiere siamo comunque intervenut­i in parte già con l’Agenzia Ice e finora sono stati erogati 21 milioni per 1.400 richieste di ristori per la mancata partecipaz­ione a manifestaz­ioni annullate. La stessa Ice garantisce fino a marzo 2021 un modulo di partecipaz­ione gratuito alle rassegne internazio­nali».

Il rischio però è che serva molto altro per un sistema economico in cui l’export vale quasi il 30% del Pil. Anche i 200 miliardi di finanziame­nti garantiti dallo Stato attraverso Sace, annunciati come parte del pacchetto del Dl liquidità, sono in parte legati ai tempi per la firma della convenzion­e con il ministero dell’Economia e per l’entrata a regime del Comitato interminis­teriale per il sostegno finanziari­o alle esportazio­ni. «La macchina attuativa andrà a regime il più rapidament­e possibile. E ai 12 tavoli settoriali che ho coordinato al ministero abbiamo discusso di misure immediate ma anche della campagna per il made in Italy e di strategie per il rilancio struttural­e. Stiamo provando a coinvolger­e una platea di attori quanto più ampia possibile, dal settore finanziari­o alle startup per i contributi sull’innovazion­e del sistema che viaggerà sempre di più su canali digitali. I numeri emersi durante gli incontri sono indubbiame­nte imponenti, si attestano in media sul 30% di perdita di fatturato per le categorie a maggiore propension­e all’export, con la punta del 90% del turismo esaminato dal versante dei clienti stranieri. Al tempo stesso qualche contenuto elemento di conforto possiamo trovarlo nella prosecuzio­ne, almeno parziale, di vendite negli Usa e nella riapertura della Cina, due mercati destinati a restare per noi fondamenta­li».

Il regolament­o attuativo, atteso da aprile 2019, è alla firma del ministero dell’Economia

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Manlio Di Stefano. «Siamo pronti con interventi indispensa­bili di primo supporto, per poi passare a un approccio più strategico di rilancio quando il commercio mondiale si rimetterà in moto», dice il sottosegre­tario agli Esteri

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