La Carta dell’edilizia per rilanciare il settore
Nelle ultime ore, in vista del prossimo decreto Maggio, si sta affrontando il tema dell’incremento di ecobonus e sismabonus per rilanciare la filiera delle costruzioni, un settore strategico per l’economia del Paese con le sue 734.400 imprese, ma che per 50 anni non ha superato alcune criticità, che si sono ulteriormente acutizzate a causa del lockdown. La chiusura forzata, secondo le stime di Ance (l’asssociazione dei costruttori edili), potrebbe generare un calo del 10% degli investimenti in costruzioni, un dato importante se si considera che ogni euro investito in edilizia genera una ricaduta complessiva sull’economia con un effetto moltiplicatore di circa tre volte. Per questo il gruppo Tecniche Nuove e Saie (BolognaFiere, 14-17 ottobre 2020), la principale rassegna del settore delle costruzioni con 54 anni di storia, da sempre punto di riferimento per la definizione delle politiche del settore, hanno voluto da subito riunire le principali associazioni per identificare alcune linee guida utili a superare questo momento di emergenza ma, soprattutto, a guardare al futuro con una visione strategica a lungo termine.
Nasce così la Carta dell’edilizia e delle costruzioni, un documento condiviso che traccia alcuni suggerimenti rivolti alle istituzioni per aiutare le imprese in questo particolare momento di difficoltà e per realizzare riforme strutturali: dalla liquidità alle aziende allo sblocco dei cantieri, dalla minore burocrazia alla semplificazione dei processi, fino alle procedure più snelle per l’avvio dei cantieri, alla digitalizzazione e al rafforzamento di bonus e incentivi. Un manifesto in 10 punti a voce unica, promosso da Tecniche Nuove e Saie e sottoscritto, tra gli altri, da Gabriele Buia (Ance), Federica Brancaccio (Federcostruzioni), Gabriele Scicolone (Oice) e Ivo Nardella, presidente Gruppo editoriale Tecniche Nuove e Senaf, la società che organizza il Saie. Spiega Buia: «È necessario semplificare: servono poche regole, semplici e chiare, e bisogna fare in fretta per immettere liquidità immediata nel sistema e aiutare le imprese nella ripartenza. Dobbiamo adottare un Piano Marshall per l’Italia. Che vuol dire risorse pubbliche immediatamente spendibili per opere pubbliche diffuse sul territorio e incentivi indispensabili per rilanciare il mercato privato che ha bisogno di fiducia».