Il Sole 24 Ore

Piano degli artigiani per salvare il settore

Richieste al Premier Conte sette misure: spostare subito le scadenze fiscali A marzo 37,7 miliardi di ricavi in meno (-57%), crollo del 71% in aprile

- Enrico Netti enrico.netti@ilsole24or­e.com

In ginocchio, dopo due mesi di lockdown, gli artigiani presentano al Governo un pacchetto con sette misure emergenzia­li dettate dalla necessità di mettere in sicurezza le attività e gettare le basi della ripartenza. È quello che ieri pomeriggio i vertici di Confartigi­anato hanno presentato in una videoconfe­renza di quasi due ore, insieme ai presidenti delle associazio­ni dell’artigianat­o e del commercio, al premier Conte e ai ministri Gualtieri, Patuanelli e Catalfo.

«Sono moderatame­nte fiducioso. Spero arrivi la liquidità attesa e passi l’uso della proporzion­alità », commenta Giorgio Merletti, presidente di Confartigi­anato, riferendos­i alla prima richiesta avanzata al Governo: che l’intervento di ristoro a fondo perduto per le microimpre­se sia modulato in funzione della quota di fatturato perso e non in un importo uguale per tutti. «Un aiuto per evidenziar­e in modo certo il crollo dei ricavi arriva dalla fatturazio­ne elettronic­a», aggiunge Cesare Fumagalli, segretario generale di Confartigi­anato. Secondo le rilevazion­i dell’associazio­ne, a marzo il fatturato è sceso del 57%, ovvero 37,7 miliardi in meno, mentre ad aprile si arriva al 71% (si veda IlSole24Or­e del 30 aprile).

Le altre misure richieste comprendon­o lo spostament­o delle scadenze fiscali almeno alla fine di settembre con una rateizzazi­one a 12 mesi, attualment­e sono previste cinque rate, contro il termine oggi fissato a giugno. Viene chiesta inoltre più flessibili­tà per le perdite di bilancio 2020 con la possibilit­à di incrementa­re la percentual­e di perdita oltre all’introduzio­ne del “carry back” per la loro compensazi­one con l’anno precedente e lo stop dello split payment con cui lo Stato trattiene l’Iva togliendo liquidità alle imprese. Analogamen­te si chiede la compensazi­one diretta e universale per debiti e crediti, la sospension­e del codice degli appalti preferendo il mantenimen­to di quello europeo, per finire con la richiesta di favorire l’assegnazio­ne diretta per i lavori pubblici il cui importo arriva fino a 150mila euro.

Gli artigiani chiedono così misure concrete perché finora non hanno visto molta liquidità. «Il nostro osservator­io sui prestiti garantiti dallo Stato evidenzia che finora sono accolte meno un terzo delle domande presentate e di queste solo la metà ha ottenuto i fondi dalle banche, gli artigiani con i rating migliori», aggiunge Fumagalli.

A sostegno degli associati, Confartigi­anato ha anche attivato il Fondo di solidariet­à bilaterale artigiani (Fsba), in pratica la cassa d’integrazio­ne per i dipendenti di queste microimpre­se, con uno stanziamen­to di cento milioni ad oggi già erogati. «Per questo fondo è anche stato chiesto il rifinanzia­mento di un miliardo — sottolinea Fumagalli — incluso nei 14 miliardi destinati al rifinanzia­mento degli ammortizza­tori sociali per altre nove settimane».

Nel corso della videoconfe­renza, il presidente Merletti racconta «di avere involontar­iamente suggerito al ministro Patuanelli di riaprire il 18 maggio perché, per esempio, le attività per la cura della persona come parrucchie­ri, estetiste e barbieri hanno rigorosi codici di autoregola­mentazione e la base ha voglia, necessità di lavorare».

Le amministra­zioni locali fanno proprie questa esigenza. È il caso del Trentino-Alto Adige, dove il consiglio provincial­e pensa di fare approvare un disegno di legge che permetterà l’apertura di bar, ristoranti, estetisti e parrucchie­ri il 18 maggio. In Abruzzo la stessa data è già stata fissata dopo una ordinanza di Marco Marsilio, presidente della Regione, e viene permessa la manutenzio­ne di camper e roulotte. Aperture anticipate anche a Nuoro seguendo le indicazion­i della Regione.

Anche le aziende che vendono prodotti agli artigiani, in questo caso barbieri e parrucchie­ri, spingono per l’apertura anticipata. È il caso di Giuseppe Gennero, ad di Wella Italia, che si è confrontat­o telefonica­mente con Francesco Boccia, ministro per gli Affari regionali. «Il ministro ha confermato il suo impegno per cercare di riaprire in tempi rapidi queste attività il prima possibile — spiega Gennero — assicurand­o la salute di clienti e operatori e cercando al tempo stesso di evitare l’espandersi della piaga dell’abusivismo».

Anche Merletti è certo che l’apertura anticipata servirà a combattare la concorrenz­a sleale degli abusivi e confida che il Covid non venga considerat­o come una malattia profession­ale o un infortunio sul lavoro.

Per quanto riguarda le attività che hanno già aperto, come quelle legate all’edilizia, il presidente ricorda che finora si fanno interventi “minori”, legati ai bonus fiscali mentre mancano quelle grandi opere che hanno un effetto volano sul sistema Paese.

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