Dopo la scure Agcom, editori in campo contro le rassegna stampa illegali
Pronti ricorsi in serie dopo la pronuncia contro l’Eco della Stampa Posteraro (Agcom): primo intervento contro un soggetto italiano
«Come Agcom, attraverso il presidente Cardani ci siamo rivolti al sottosegretario all’Editoria Andrea Martella per sottoporre al governo l’ipotesi di una norma che faccia chiarezza sul nostro potere sanzionatorio e che ci permetta anche di innalzare la misura della sanzione». Francesco Posteraro, commissario Agcom, commenta così al Sole 24 Ore il provvedimento con cui l’Autorità – proprio con Posteraro nelle vesti di Commissario relatore – ha disposto che uno dei principali operatori specializzati nelle rassegne stampa, L’Eco della Stampa, debba rimuovere entro due giorni, dal proprio servizio stampa e dai propri archivi, gli articoli del Sole 24 Ore che contengono l’indicazione “riproduzione riservata”.
Quella che è stata contestata dal gruppo editoriale, assistito dallo studio legale Portolano Cavallo, è la violazione da parte de L’Eco della stampa – società leader nel comparto delle attività di media monitoring, con 17,9 milioni di ricavi a fine 2018 e 2,6 milioni di utile - della disciplina in materia di copyright.
«Si tratta di una decisione molto importante - aggiunge Posteraro – che per la prima volta ci vede intervenire contro un soggetto italiano con l’applicazione del nostro regolamento sul diritto d’autore». In genere, puntualizza il commissario Agcom, gli interventi sono stati richiesti contro soggetti stranieri e attuati attraverso un ordine agli access provider – le compagnie telefoniche nazionali – di disabilitare l’accesso a quei siti. «Per la prima volta siamo intervenuti su un soggetto nazionale con un ordine di rimozione selettiva. E questo rappresenta un precedente di grande rilevanza».
Su questo precedente il mondo degli editori è ora intenzionato a guardare con attenzione e a far leva. In Fieg, a quanto verificato, si stanno già preparando ad attivarsi secondo le modalità seguite in altri casi a difesa del diritto d’autore, come ad esempio l’azione contro la pirateria editoriale su Telegram che ha portato ieri alla chiusura di altri 20 canali oltre a quelli già chiusi la scorsa settimana a seguito degli esposti della Federazione degli editori e degli interventi di Agcom e Procura della Repubblica di Bari (si veda altro articolo a lato).
Dopo la pronuncia di Agcom – la delibera sarà pubblicata oggi in giornata – è da dare per scontato il ricorso al Tar da parte della società L’Eco della Stampa. In questo quadro, come segnalato dal commissario Agcom Francesco Posteraro, c’è da sciogliere un nodo legato a una pronuncia del Consiglio di Stato a seguito di un ricorso sul Regolamento sul diritto d’autore anche se «finora su 1.200 procedimenti non abbiamo mai avuto un caso di inottemperanza». Dall’altra parte, come detto, c’è la richiesta di Agcom al governo innalzare le sanzioni dai 250mila euro attuali. Che non sono pochi, ma l’obiettivo è di puntare a una percentuale sul fatturato.
La decisione di Agcom apre ora scenari per tutto il settore editoriale e anche altri editori, singolarmente o tramite la Federazione, sono pronti a rivolgersi all’Autorità per risolvere una questione annosa.
Negli ultimi decenni le corti italiane sono state più volte chiamate ad applicare le norme relative alla riproduzione non autorizzata di articoli di giornale e a chiarirne la portata con riferimento all’attività di rassegna stampa, specie alla luce delle evoluzioni tecnologiche. La Corte di Cassazione (Cassazione civile sez. I, sentenza n. 20410 del 20/09/2006) ha confermato l’indirizzo costante della giurisprudenza – salvo per una decisione isolata del Tribunale di Roma – secondo cui non è consentito pubblicare nell’ambito di rassegne stampa un articolo laddove il titolare dei diritti (e quindi l’editore) se ne sia riservato la riproduzione.
Per risolvere la questione delle rassegne stampa anni fa era nata anche un’iniziativa da parte della Fieg che ha creato la società Repertorio Promopress per raccogliere e distribuire agli editori il pagamento da parte delle società di media monitoring del dovuto per il diritto d’autore. L’accordo fra Repertorio Promopress e le società aderenti prevede che queste ultime versino l’8% dei ricavi complessivi.
La maggior parte delle società che offrono servizi di rassegna stampa ha riconosciuto il diritto degli editori di essere remunerati per l’uso dei propri articoli. Ma dalla partita si sono subito chiamate fuori le due principali società: L’Eco della Stampa e Data Stampa che, da sole, valgono circa l’80% del mercato.
Da Promopress con il tempo sono usciti Gruppo Caltagirone, Rcs, Mondadori e Sole 24 Ore, per poter gestire la partita in proprio. Ora Fieg avrebbe pronto un nuovo modello per Repertorio Promopress, in grado di tenere conto anche delle evoluzioni tecnologiche occorse dal 2013 in poi, e che dovrebbe vedere la luce nelle prossime settimane.