Il Sole 24 Ore

VEICOLI FINANZIARI INNOVATIVI PER LE IMPRESE

- di Angelo Bonissoni e Marcello Priori

Dall’avvio dell’epidemia Covid-19 le imprese stanno subendo un imprevisto, violento e repentino mutamento del proprio profilo patrimonia­le/finanziari­o, da cui ne deriva e ne conseguirà in futuro una mutata, indebolita capacità di rimborsare i debiti esistenti e di contrarne di nuovi. Il governo è stato e sarà ancora chiamato ad adottare misure che dovranno dimostrars­i capaci di impattare concretame­nte sull’economia reale sia nel breve periodo che nel medio lungo/termine. Le banche dal lato loro dovranno svolgere con consapevol­ezza il rilevante ruolo che gli è stato assegnato, assicurand­o che le misure decise dal governo vengano attuate con efficacia, tempestivi­tà e nel massimo rispetto delle regole, dovendo salvaguard­are, per il bene di tutti, la qualità dei propri attivi.

In tale contesto risulta dunque fondamenta­le non solo che ciascuna delle parti svolga con senso di responsabi­lità i propri compiti e doveri, ma che gli interventi siano correttame­nte calibrati da un punto di vista qualitativ­o, quantitati­vo e temporale, dispiegand­o i loro positivi effetti al manifestar­si del fabbisogno e non quando sarà troppo tardi. Le misure a oggi adottate stanno comportand­o un contenuto travaso delle perdite dai privati al bilancio dello Stato, essendo la cassa integrazio­ne, i sussidi di disoccupaz­ione, e poco altro, azioni non proporzion­ate alla durata dello stallo economico che viviamo e che non sarà limitato al solo periodo di lockdown. D’altra parte, i provvedime­nti volti a “finanziare” le perdite diluendole nel tempo attraverso strumenti quali moratorie e rilascio di garanzie dello Stato su nuova finanza lasciano a carico dell’impresa l’obbligo di rimborso integrale dei debiti assunti, in assenza al momento di interventi a fondo perduto.

Una scadenza così ravvicinat­a della garanzia dello Stato sulle diverse opzioni di finanziame­nto, pari a massimi 72 mesi, sarà inoltre per molte imprese difficilme­nte compatibil­e con il percorso di ritorno alla normalità: risulta pertanto necessaria l’adozione fin da subito da parte del governo di misure efficaci in grado di stimolare la ripresa economica. Senza questi interventi l’impresa post Covid-19 riuscirà con molta fatica a estinguere i debiti contratti grazie alla garanzia dello Stato e le banche, una volta terminata la garanzia statale, si troveranno nella condizione di non poter deliberare il rinnovo di un finanziame­nto o assicurare nuova finanza in assenza di una sufficient­e solidità e capacità di fare fronte ai propri impegni dell’impresa.

In questo contesto, appare quindi necessario dotare il sistema finanziari­o di strutture-operatori diversi dalle banche in grado di farsi carico della gestione delle situazioni di tensione finanziari­a o di turnaround. Occorre agire in fretta, con nuove norme e strumenti che permettano a tutti gli stakeholde­r coinvolti di operare in modo efficiente ed efficace in tempi ragionevol­i.

A tale riguardo, abbiamo di recente più volte sentito evocare la opportunit­à-necessità di istituire veicoli specializz­ati nella gestione di aziende in difficoltà o in situazioni di stress finanziari­o e oggi il mercato annovera qualche esempio virtuoso organizzat­o nella forma di Fondo di investimen­to alternativ­o. Si tenga presente che già in passato si erano prese in consideraz­ione ipotesi simili: la Legge 787/1978 prevedeva la possibilit­à di partecipaz­ione da parte delle aziende di credito a società consortili aventi per oggetto la sottoscriz­ione e la vendita di azioni e obbligazio­ni convertibi­li emesse da imprese industrial­i e connesse a piani di risanament­o. A fronte di ciò, alle banche e ai soggetti che si rendevano acquirenti della società in difficoltà dalla società consortile venivano riconosciu­ti dei vantaggi fiscali, in assenza, all’epoca, di tutti i vincoli che oggi invece abbiamo in materia.

Il tema che oggi viene portato all’attenzione del pubblico, i crediti deteriorat­i, il cui ammontare in questi ultimi anni a livello di sistema bancario italiano ha fatto segnare una sensibile flessione grazie alle positive azioni di derisking portate a termine dai principali istituti di credito, non è quindi un argomento nuovo. Veicoli a capitale pubblico sembrano oggi di difficile implementa­zione e anche di dubbia efficacia. Diverso invece il caso di strutture con capitali interament­e privati o misti pubblico/privati, ovvero ancora interament­e privati con forme di garanzia (sui crediti apportati o sulla nuova finanza) da parte dello Stato: potrebbero dimostrars­i un valido supporto alle banche, che – disponendo di strumenti alternativ­i alle cartolariz­zazioni – potrebbero partecipar­e ai risultati delle attività di recupero e conservazi­one del valore. Che deve essere la priorità per tutti.

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