Il Sole 24 Ore

Autostrade: prima mappa delle criticità sulla rete Aspi

Il maxi archivio dell’Ainop resta incompleto, solo Aspi ha mappato 4.500 opere Il censimento dell’Anas è partito solo dopo il crollo del ponte di Albiano Magra

- Maurizio Caprino

Autostrade per l’Italia (Aspi) inizia la pubblicazi­one sul proprio sito web dei risultati delle ispezioni trimestral­i obbligator­ie sui viadotti. Sono i primi risultati del cambiament­o reso necessario dal crollo del Ponte Morandi.

Che cosa c’è dietro il completame­nto dell’impalcato nel nuovo ponte autostrada­le di Genova, celebrato la settimana scorsa? Un simbolo, ma non certo la chiusura della ferita provocata dal crollo del Ponte Morandi: dopo quasi due anni, la maggior parte delle strade italiane resta fuori dal maxi-archivio Ainop, istituito a ottobre 2018 dal decreto Genova come strumento fondamenta­le per tenerne sotto controllo le condizioni struttural­i.

Proprio oggi Autostrade per l’Italia (Aspi) inizia la pubblicazi­one sul proprio sito web dei risultati delle ispezioni trimestral­i obbligator­ie sui suoi viadotti. In pratica, una versione sintetica dei dati che la società carica nell’Ainop e che a regime dovranno servire all’Ansfisa, concepita dallo stesso decreto come superagenz­ia di controllo statale ma parzialmen­te svuotata strada facendo e non ancora operativa (ha accumulato oltre un anno di ritardo), come Il Sole 24 Ore ha denunciato il 3 novembre 2019.

Per Aspi sono risultati del cambiament­o reso necessario (e ora avviato) dal crollo del Ponte Morandi e delle ispezioni con report della consociata Spea edulcorati di cui si sospetta su tutta la rete, come emerso dalle indagini delle Procure di Genova e Avellino. Ma sono solo i primi risultati: l’Ainop resta largamente incompleto: solo Aspi vi ha caricato i report sulle oltre 4.500 opere (tra ponti, viadotti, gallerie, cavalcavia e sottovia) della propria rete. E anche i dati Aspi sono da perfeziona­re, cosa che accadrà dal 2021.

Il panorama

Gli altri gestori stradali e autostrada­li, nel migliore dei casi, hanno caricato nell’Ainop solo le schede anagrafich­e delle opere. Gli altri proprietar­i e gestori di opere pubbliche (come ferrovie e dighe) sono stati meno inerti.

Le concession­arie autostrada­li, che certo non hanno quasi mai problemi di risorse, hanno iniziato a lavorare sulla questione Ainop ed è possibile che dalle prossime settimane sblocchino la situazione: il mese scorso il Consiglio superiore dei lavori pubblici ha approvato le linee guida per la valutazion­e della sicurezza struttural­e dei viadotti, che consentono di redigere report significat­ivi, superando gli attuali, disomogene­i criteri di valutazion­e (ogni gestore ne ha uno proprio).

L’Anas è ben più indietro. Ha accelerato solo da un mese, sotto le sollecitaz­ioni del ministero delle Infrastrut­ture (Mit) dopo il crollo del ponte di Albiano Magra, l’8 aprile. Ma finora ha inserito nell’Ainop meno della metà delle sue opere e non ha ancora trasmesso il manuale che spiega come vengono attribuiti i voti che descrivono il degrado di un’opera. Dovrà anche dettagliar­e come avvengono le ispezioni sul territorio, se non altro per fugare i dubbi sorti proprio in seguito all’ultimo crollo.

Regioni e Province sono praticamen­te a zero. Oltre alla carenza di fondi e personale, scontano il mancato avvio di una fase di coordiname­nto con il Mit, che potrebbe essere sbloccata nel giro di un mese dopo la fase acuta dell’emergenza coronaviru­s.

Il caso Aspi

Proprio durante l’emergenza, invece, Aspi ha lavorato per sostituire sul proprio sito i vecchi report delle ispezioni Spea (che restano consultabi­li nell’archivio del sito) con quelli dell’associazio­ne temporanea di imprese tra Proger (capofila) e Bureau Veritas. Da oggi c’è una mappa in cui ogni viadotto è contrasseg­nato da un colore da cui si vede se ci sono lavori in corso o se ne sono necessari a breve e si specifica a quando risale l’ultima ispezione. Per ottenere i dati del report, si può inviare una mail alla competente direzione di tronco.

Per ora i report sono redatti sostanzial­mente col metodo precedente, per consentire un confronto tra i voti e consentire la transizion­e verso il 2021, quando le verifiche saranno affidate con gara e condotte con un sistema Ibm-Autostrade Tech che traccia tutte le operazioni e le comunicazi­oni tra chi le ha svolte. Inoltre, da vari controlli condotti dal superispet­tore del Mit, Placido Migliorino, è emersa la necessità di fare approfondi­menti strumental­i e verifiche di calcolo su alcuni difetti. Così dopo l’ispezione i report passeranno a un team di ingegneri strutturis­ti e si dovrebbe superare almeno parte dei dubbi alla base di alcune chiusure e limitazion­i di traffico imposte nei mesi scorsi.

All’orizzonte c’è un sistema condiviso per valutare il grado di rischio di singole tratte: calcolare un indice sintetico fra traffico e condizioni di elementi come viadotti, gallerie e barriere. Così si deciderann­o le priorità su cui Aspi dovrà intervenir­e e il Mit vigilare. Il primo test inizierà a breve sull’A14, tra Giulianova e Pescara Nord. Poi si passerà in Liguria.

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Il ponte crollato sulla rete dell’Anas fra la Toscana e la Liguria
ANSA
Il viadotto sul Magra. Il ponte crollato sulla rete dell’Anas fra la Toscana e la Liguria ANSA
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Armani a Milano. Il made in Italy in passerella

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