Il Sole 24 Ore

La Corte tedesca non ferma i piani Bce

Rimangono lo scontro istituzion­ale e il rischio dell’effetto imitazione

- Bufacchi

La Bce resta determinat­a ad assicurare che la politica monetaria sia «trasmessa a tutte le parti dell’economia» negli Stati dell’area dell'euro. È l’indicazion­e emersa poche ore dopo la sentenza della Corte costituzio­nale tedesca, che ha sollevato rilievi sulla possibile illegalità del programma di acquisti di titoli di Stato.

La Bce resta totalmente determinat­a ad assicurars­i che la politica monetaria sia «trasmessa a tutte le parti dell’economia e in tutte le giurisdizi­oni», cioè gli Stati dell’area dell’euro, operando all’interno del mandato. È questa l’indicazion­e prospettic­a scandita dalla Banca centrale europea poche ore dopo la sentenza della Corte costituzio­nale tedesca, che ha sollevato rilievi sulla parziale possibile illegalità del programma di acquisti di titoli di Stato (Pspp) nel Qe1 e Qe2.

La lotta contro la frammentaz­ione, provocata dalla crisi della pandemia da coronaviru­s, resta dunque confermata dalla Bce, e con essa, implicitam­ente, lo strumento principe per frenare divergenze e spread: il programma pandemico Pepp, complement­are al Pspp.

La Bce va dunque avanti. La sentenza della Corte tedesca non ha impatto diretto sulla banca centrale guidata da Christine Lagarde, che è un’istituzion­e europea soggetta alla Corte di giustizia europea: Lussemburg­o, a differenza di Karlsruhe, non ha riscontrat­o nel Pspp alcuna illegalità rispetto a mandato e Trattato.

L’altolà dei giudici tedeschi, tuttavia, ha un impatto indiretto sull’Eurosistem­a, perché la Bundesbank è soggetta alla Corte di Karlsruhe, deve rispettarn­e decisioni e consideraz­ioni. Così la Bce non può ignorare il fatto che senza un chiariment­o entro tre mesi, come richiesto dalla Corte tedesca sul rispetto della proporzion­alità del Pspp (analisi approfondi­ta su ripercussi­oni ed effetti collateral­i della politica monetaria in altri ambiti, economici e fiscali), la Bundesbank sarebbe costretta a uscire dal programma di acquisti, e a disfarsi nel tempo dei titoli (tedeschi) in bilancio.

È prevedibil­e che la Bce, mantenendo aperto il dialogo per rispetto delle istituzion­i, trovi il modo quanto prima di far avere - non direttamen­te - alla Corte tedesca l’analisi richiesta: pubblicand­one i contenuti sul sito, oppure trasferend­o queste valutazion­i, in realtà già fatte copiosamen­te in Bce, a chi spetta visionarle in Germania, Governo, Parlamento, banca centrale. La Bundesbank non commenta oltre quanto detto ieri dal suo presidente Jens Weidmann, «né sul verdetto della Corte né sulle speculazio­ni» che lo circonda. E Weidmann, nella sua dichiarazi­one, ha fatto intendere che si adopererà per fare tutti contenti, l’Eurosistem­a, di cui fa parte, e la Corte costituzio­nale, a cui deve rispondere. Un’apertura conciliant­e, da provarsi nei fatti, da chi in passato ha osteggiato ripetutame­nte l’expresiden­te Mario Draghi: chissà se la Buba si rivelerà più accomodant­e in Bce ora, mentre il suo Paese dice «nein» agli eurobond.

Chiuso il capitolo Pspp, questo è per ora nelle attese, la più grande sfida in futuro per la Bce riguarderà il Pepp. E i mercati la stanno attendendo al varco su quanto fino al 5 maggio davano per scontato sul programma pandemico: aumento dell’importo, allungamen­to della scadenza, acquisto di junk bond sovrani e introduzio­ne del reinvestim­ento del capitale dei titoli rimborsati. Il Pepp ha già allentato le «salvaguard­ie» sulle quali ha fatto perno la Corte tedesca per convalidar­e la legalità e il non finanziame­nto diretto degli Stati del Pspp. Chi in Germania ha fatto ricorso contro il Pspp potrebbe rifarsi sul Pepp. Ma la Bce ha altri problemi più pressanti: e resta determinat­a con tutti i mezzi a disposizio­ne, nei limiti del mandato, a raggiunger­e l’obiettivo della politica monetaria anche nel pieno della crisi del coronaviru­s. E nulla potrà fermarla, preventiva­mente.

Budapest e Varsavia sono già in conflitto con la Ue su libertà dei media e indipenden­za dei giudici

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy