Enel, utile netto in aumento del 10,5%
La richiesta industriale è scesa del 3%, ma quella delle famiglie è salita dell’1% L’Ebitda aumenta del 6,5% a 4,7 miliardi, l’utile senza effetti straordinari del 10,5%
Enel regge l’onda d’urto del lockdown e chiude il primo trimestre dell’anno con margini e risultato netto in crescita e i ricavi in calo del 12% (19,9 miliardi) per l’effetto del Covid19. Il cfo Alberto De Paoli ha ricordato ieri, in occasione della call con gli analisti,o come il modello di business del gruppo Enel lo abbia protetto dall’impatto della chiusura delle attività e abbia consentito di chiudere il trimestre «con risultati solidi». Il lockdown ha colpito in particolare la domanda di energia elettrica. Il gruppo guidato da Francesco Starace, confermato nei giorni scorsi alla guida per il prossimo triennio, ha registrato nel primo trimestre un calo della domanda industriale del 3 per cento, alla quale ha fatto da contraltare un incremento della domanda di energia elettrica da parte delle famiglie dell’1 per cento.
I margini, però, hanno confermato la crescita grazie alla performance delle rinnovabili (+420 megawatt di capacità aggiuntiva nel trimestre, la generazione del gruppo ormai per il 65% arriva da fonti green), delle reti e dal calo dei costi operativi. L’Ebitda ha segnato un crescita del 6,5% a 4,7 miliardi (+3,5% quello ordinario che include le partite straordinarie). L’utile depurato dagli effetti straordinari ha segnato una crescita del 10,5%, a 1,281 miliardi (-0,7% l’utile ordinario).
Altro effetto del Covid è l’incremento del working capital, cresciuto di 400 milioni, che ha pesato sulla generazione di cassa operativa, riducendoi Funds from operation del 17%, a quota 2,061 miliardi.
Il capitale circolante, la cui crescita è determinata dal rallentamento dei pagamenti - anche quello delle bollettesecondo quanto riportato da De Paoli potrebbe salire fino a un picco di 2 miliardi alla fine del secondo trimestre, per essere riassorbito entro fine anno se la situazione si normalizzerà. Altra voce che rischia di risentire del lockdown è l’aumento dell’indebitamento netto (salito a quota 47 miliardi a fine marzo, con un incremento del 4,3%, anche per effetto degli investimenti) . «Potrebbe esserci un aumento del debito del 15% rispetto alle previsioni», ha detto il cfo.
Il gruppo in ogni caso non ha problemi di liquidità, visto che a fine aprile essa era pari a circa 26 miliardi (circa 20 miliardi sotto forma di linee di credito), mentre le scadenze di bond per circa 6 miliardi, a partire da inizio maggio a fine 2021 , è coperta per 4,4 volte dalla liquidità.
Sempre in tema di previsioni, il manager si aspetta un ulteriore calo della domanda di energia anche nel secondo trimestre, per circa 5 terawattora. De Paoli al contempo ha rivelato che già prima della
Fase2 ci sono stati segnali di ripresa migliori delle attese.
« Prevediamo un impatto limitato del Covid-19 in tutte le aree geografiche e in ogni caso sarà un impatto gestibile - ha assicurato -. Le prime azioni adottate del management sosterranno la continuità del business dopo il lockdown fino a dicembre».
De Paoli non vede all’orizzonte un possibile aumento delle tasse. «Penso che le utility potranno avere ruolo importante per la ripresa, sia per gli investimenti che sono in grado di fare sia per un’ulteriore rilancio della sostenibilità», ha detto.
Alla domanda sulle opportunità di shopping che potrebbero schiudersi, il manager ha spiegato che il settore dell’M&A, fermo con il lockdown, si riprenderà verso la fine dell’anno creando molte opportunità per le aziende che hanno «spalle forti dal punto di vista finanziario. Noi guarderemo alle opportunità sul mercato come abbiamo sempre fatto», ha detto.
In tema di possibile matrimonio per la fibra ottica De Paoli ha sottolineato che le priorità di Enel sono cambiate: ora è necessario garantire la qualità e continuità del servizio. Anche la fibrà,come quella realizzata da Open Fiber, avrà un ruolo sempre più centrale. «Non vedo segnali in nessuna direzione» in materia di operazioni societarie, ha chiosato. De Paoli ha ricordato le iniziative assunte per il Covid: tra queste la decisione del management di ridurre gli Mbo, gli incentivi legati agli obiettivi, per allinearli ai nuovi target di sicurezza delle persone e di continuità del business. Oltre 37 mila dipendenti di Enel lavorano in smart working dall’inizio della pandemia: ieri è stato annunciato che il 75% di essi resterà in questa modalità lavorativa fino a Natale.