Il Sole 24 Ore

UniCredit (-2,7 miliardi) anticipa l’effetto Covid

Sul trimestre pesano anche le minusvalen­za su Yapi e gli oneri dell’accordo sidacale Il ceo: «Preparati al peggio, speriamo in belle sorprese» Ritirati gli obiettivi 2020

- Davi

Jean Pierre Mustier sceglie la via della massima prudenza. E decide di seguire le linea del “tutto e subito” per far ordine in casa, con un mix di misure che sono destinate a pesare sui conti del 2020, complice l’epidemia in atto. Ma così facendo il banchiere spiana anche la strada a future sorprese positive, qualora l’economia desse i segnali di ripresa sperati.

Dopo aver annunciato nei giorni scorsi l’arrivo di 900 milioni di coperture extra in vista delle perdite su crediti, il banchiere ieri ha presentato una maxi-perdita nel primo trimestre da 2,7 miliardi, la peggiore degli ultimi tre anni. Una sorpresa (negativa) per il mercato che si attendeva un rosso da 1,7 miliardi, a fronte di ricavi in calo dell’8% a 4,48 miliardi. Oltre agli accantonam­enti su crediti, il trimestre si porta dietro le perdite sulla cessione di Yapi Kredi (1,7 miliardi) e 1,3 miliardi di costi straordina­ri per l’accordo sindacale, che vede l’uscita di 5.200 dipendenti. Tutte voci straordina­rie solo in parte bilanciate da 500 milioni di profitti generati da cessioni immobiliar­i.

La linea però è chiara. «Preferiamo prepararci subito per il peggio, mantenere un approccio conservati­vo, poi potremo avere sorprese positive», ha detto il ceo. La fiducia deriva dal fatto che, a fronte delle coperture effettuate per l’adeguament­o ai nuovi principi contabili Ifrs9, solo il 10% del portafogli­o creditizio di 485 miliardi rientra nella categoria ad “alto impatto” da Covid-19, ovvero settori come compagnie aeree, navigazion­e e turismo, comparti da cui ci si attendono le perdite maggiori. Se dunque la caduta del Pil in Eurozona fosse più contenuta del 13% incorporat­o dalla banca (contrazion­e che sale al 15% per l’Italia) per la banca potrebbe esserci spazio per fare felici gli investitor­i.

Inoltre il maxi-rosso non intacca la solidità del capitale, tiene a sottolinea­re Mustier: il Cet1 Mda buffer aumenta anzi a 436 punti base, anche dopo aver assorbito quasi un miliardo di accantonam­enti, ben oltre i 200250 punti base stimati. Ciò, almeno in teoria, dovrebbe confortare sulla capacità di erogazione futura dei dividendi, la cui politica è confermata per il 2021 e oltre, anche se sul dividendo 2019 pesa il congelamen­to di Bce.

Di certo il nuovo scenario legato alla pandemia costringe a rivedere i piani sulla redditivit­à futura. Sul 2020 la cautela è massima, tanto che la banca non si espone in previsioni. Al di là dell’aggiorname­nto del costo del rischio (a 100-120 punti base) «non daremo nessuna guidance per l’esercizio - ha aggiunto il ceo - perché dobbiamo vedere come reagirà l’economia». Un aggiorname­nto sui target del piano Team23 si rende però necessario, e ci sarà modo di farlo al Capital Markets Day atteso per fine anno o all’inizio dell’anno prossimo. E già da ora c’è l’annuncio di una revisione al ribasso delle stime sul 2021, anno in cui il risultato netto, dice Mustier, dovrebbe attestarsi tra il 75-80% della forchetta prevista inizialmen­te, pari a 3-3,5 miliardi. Per farcela, però, il prossimo anno l’economia europea dovrebbe rimbalzare del 10 per cento.

Insomma, si vedrà nei prossimi trimestri. Di certo, Mustier ribadisce come dal tavolo possa essere sgombrata ogni opzione di aggregazio­ne con altri soggetti («Nessuna operazione di M&A») mentre non siano all’orizzonte «cessioni rilevanti». Oggi piuttosto la barra è mantenuta dritta sulla gestione di un contesto a dir poco sfidante, nel quadro del quale, almeno per quanto riguarda il primo trimestre, la banca ha mostrato una performanc­e operativa vivace. I ricavi core «sono in linea o leggerment­e sopra le attese», sottolinea­no da Equita Sim, visti i margini di interesse in calo dell’1% (come da previsioni) e commission­i in calo meno del previsto. Nel mentre, i costi operativi sono limati dello 0,7%, ma complice il calo dei ricavi il rapporto cost/income sale dal 52,6% al 57%. Un fronte su cui piazza Gae Aulenti punta ad intervenir­e.

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