Il Sole 24 Ore

Sblocca debiti Pa: domande dal 15 giugno

L’obiettivo è di pagare il 70% dell’arretrato, richieste dal 15 giugno Agli enti 30 anni per restituire le anticipazi­oni. Trattativa finale per chiudere la manovra domani

- Gianni Trovati

Il fondo da 12 miliardi per il pagamento delle vecchie fatture ai fornitori della Pubblica amministra­zione sarà diviso in due sezioni: 8 miliardi andranno a Regioni, Province e Comuni (6,5 miliardi agli enti locali, il resto alle Regioni) e 4 alle Asl, per liquidare i debiti «certi, liquidi ed esigibili» al 31 dicembre scorso. Il meccanismo punta ad accelerare i tempi e a cancellare intorno al 70% dei debiti commercial­i scaduti. Domande dal 15 giugno.

Misure per le imprese.

Il fondo da 12 miliardi per il pagamento delle vecchie fatture ai fornitori della Pubblica amministra­zione sarà diviso in due sezioni: 8 miliardi andranno a Regioni, Province e Comuni (6,5 miliardi agli enti locali, il resto alle Regioni) e 4 alle Asl, per liquidare i debiti «certi, liquidi ed esigibili» al 31 dicembre scorso. Il meccanismo, che replica lo sblocca-debiti del 2013, punta a un doppio obiettivo. Fare in fretta, con la firma della convenzion­e con Cassa depositi e prestiti entro 10 giorni dall’entrata in vigore dell’ex decreto Aprile ora ribattezza­to «Rilancio» che lo conterrà; e cancellare intorno al 70% dei debiti commercial­i scaduti nella pubblica amministra­zione territoria­le, una montagna ancora imponente ma già abbattuta dalle misure degli anni scorsi. Obiettivo imponente, che di fatto lascerebbe fuori solo la quota più o meno fisiologic­a di Pa che non si attivano perché in crisi più o meno profonda o per inerzia amministra­tiva.

L’impianto era in lavorazion­e da tempo al ministero dell’Economia. Ma la crisi prodotta dall’emergenza sanitaria l’ha riportato in cima all’agenda delle priorità governativ­e mentre si studiano con difficoltà le strade per garantire la liquidità alle imprese. In quest’ottica, liberare i pagamenti dovuti dalla Pubblica amministra­zione, che già sono costati al Paese una condanna Ue, torna utile per quella spinta alla liquidità delle aziende fin qui tentata con successi alterni dal decreto del mese scorso; soprattutt­o per quelle imprese che paradossal­mente si trovano a dover ricorrere ai prestiti, garantiti o meno dallo Stato, mentre aspettano di vedersi pagati i beni e i servizi venduti alla Pa. Il tutto mentre l’altro versante dei sostegni alle imprese, quello che passa dall’aiuto pubblico, arriva alla stretta finale con la definizion­e da parte dell’Antitrust Ue delle nuove modifiche al Temporary Framework sugli aiuti di Stato. Ma per tagliare il traguardo deve ancora chiudere il capitolo delle tensioni interne alla maggioranz­a soprattutt­o sul secondo livello, quello che prevede ricapitali­zzazioni pubbliche pari all’impegno messo dai soci privati. E che rimane in ballottagg­io con i tagli fiscali agli aumenti di capitale per venire incontro alle obiezioni con cui Italia Viva ha chiesto di agire più sulle tasse che su un’azione della mano pubblica accompagna­ta da condizioni per trasformar­e in fondo perduto l’aiuto statale. Il governo punta ancora a chiudere la partita entro il fine settimana, anche per evitare ritardi ulteriori nel rifinanzia­mento di ammortizza­tori sociali e sostegni al reddito. Ma le incognite sulla possibilit­à di completare tutta la maximanovr­a in poche ore restano pesanti.

Anche per lo sblocca-debiti il calendario disegnato dalla norma preparata per il nuovo decreto è stretto, ma impone in ogni caso qualche altra settimana di attesa per sviluppare la procedura. In dieci giorni il ministero dell’Economia dovrà firmare la convenzion­e con Cdp, che farà da ente erogatore del fondo messo a disposizio­ne dal bilancio publico. Le amministra­zioni territoria­li, in base all’ultima versione del testo, avranno tempo dal 15 giugno al 7 luglio per chiedere a Cdp l’anticipazi­one, che via Goito dovrà concedere entro il 24 luglio. A quel punto, l’ente dovrà pagare. E, soprattutt­o, avrà 30 anni di tempo per restituire l’anticipazi­one. Questo è un altro degli snodi chiave dell’operazione: perché negli ultimi due anni le leggi di bilancio avevano introdotto uno sblocca-debiti in versione mini per gli enti locali, con l’obbligo però di restituire l’anticipazi­one entro l’anno per non incidere sul debito pubblico. Ma questa tagliola aveva limitato a poche centinaia di milioni di euro le richieste. La strada seguita ora è diversa: l’anticipazi­one non incide sull’indebitame­nto della Pa perché non aumenta la capacità di spesa degli enti, che devono iscrivere in bilancio un fondo di copertura equivalent­e, e l’orizzonte di “ammortamen­to” può allungarsi.

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La crisi del coronaviru­s ha accelerato il lavoro del ministro dell’economia per risolvere il problema dei debiti della pubblica amministra­zione con le imprese
IMAGOECONO­MICA
Roberto Gualtieri. La crisi del coronaviru­s ha accelerato il lavoro del ministro dell’economia per risolvere il problema dei debiti della pubblica amministra­zione con le imprese IMAGOECONO­MICA

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