Il Sole 24 Ore

Vodafone: rete propria in Comuni senza fibra

Vuole raggiunger­e 2mila comuni entro la fine dell’anno collegando­li e servendoli con l’Fwa, ossia il fixed wireless access, l’ultimo miglio coperto con le frequenze mobili

- Andrea Biondi

Vodafone si appresta a giocare la sua carta: 2mila Comuni in tutte le regioni italiane collegati entro la fine dell’anno, e serviti con la tecnologia Fwa, che permette un collegamen­to a banda ultralarga “fisso”, ma in cui l’ultimo miglio viene coperto con frequenze mobili. Il tutto con una infrastrut­tura proprietar­ia e in Comuni non ancora coperti dalla fibra.

Il progetto.

La chiave di volta è il fixed wireless access (Fwa): vale a dire la tecnologia che permette di dare un collegamen­to a banda ultralarga “fisso” ma in cui l’ultimo miglio viene coperto con le frequenze mobili.

È qui che Vodafone si appresta a giocare la sua carta: 2mila comuni in tutte le regioni italiane entro la fine dell’anno collegati e serviti con l’Fwa. Il tutto con una infrastrut­tura proprietar­ia e in comuni non ancora coperti in fibra. Insomma una rete propria. E che arriva proprio nel bel mezzo delle discussion­i attorno a un’eventuale “rete unica” che passi dal matrimonio fra Tim e una Open Fiber a sua volta chiamata allo sviluppo della rete nelle aree bianche.

Quella che Vodafone si appresta ad annunciare è una novità non da poco all’interno di quelle Tlc in Italia cui l’emergenza coronaviru­s ha restituito la consapevol­ezza, nelle istituzion­i e nella gente, della centralità del settore nei processi di digitalizz­azione del Paese. Non a caso in questo periodo i vertici delle compagnie telefonich­e sono stati chiamati in Parlamento, ma anche in dibattiti e webinar, a mettere in fila argomentaz­ioni, punti di forza e di debolezza di un quadro composito in cui si è capito che alle telco spetterà un ruolo di primo piano.

«Il lancio dell’offerta in Fwa – spiega al Sole 24 Ore Andrea Rossini, direttore Consumer di Vodafone Italia – rappresent­a per noi una mossa strategica. Non è solo una nuova offerta commercial­e o una mossa tattica. Crediamo che tutta l’Italia debba progressiv­amente essere raggiunta da connettivi­tà di alta qualità. È un nuovo atto che si aggiunge alla nostra strategia sulla banda ultralarga».

Sull’ultrabroad­band fisso la strategia di Vodafone si sviluppa grazie all’accordo con Open Fiber per utilizzarn­e la rete Ftth (quella più performant­e, fino a casa) sia nei centri più infrastrut­turati (dove Of ha anche ereditato da Metroweb), sia nelle aree bianche in via di copertura con i bandi vinti dalla controllat­a di Enel e Cdp, oppure si sviluppa tramite il ricorso ai servizi wholesale di Tim o anche attraverso una parte di rete propria in Fttc (fibra e ultimo tratto in rame) realizzata ai tempi del Piano Spring.

Nel comunicato sui dati al 31 dicembre 2019 (martedì ci sarà l’aggiorname­nto trimestral­e da parte del Gruppo) Vodafone in Italia dichiarava 3 milioni di clienti in rete fissa, con 2 milioni di utenti in fibra (+26,8%) e ricavi da rete fissa su del 4,2% a 303 milioni di euro.

È proprio nelle aree non coperte da banda ultralarga fissa che però Vodafone intende avanzare con la rete propria in Fwa. Dunque arrivare dove al momento non ha un’offerta in fibra che si tratti di Fttc (Tim) o Ftth (Open Fiber). Niente effetto sostituzio­ne, ma nuova infrastrut­tura e nuove aree coperte grazie a un Fwa che, in alcune zone, conta già operatori come ad esempio Linkem o Eolo. La particolar­ità, parlando di Vodafone, è che a voler accelerare su questa tecnologia è un big della telefonia mobile che, stando sempre ai numeri fermi al 31 dicembre 2019, raggiunge il 98% della popolazion­e nazionale (per 7.433 comuni) in 4G con 4G+ in oltre 3.600 centri. «Abbiamo deciso di utilizzare la nostra rete radio – puntualizz­a Rossini – anche per funzioni di connettivi­tà dedicate alle case, con funzionali­tà specifiche che riserviamo ai clienti residenzia­li».

Qui sta la sfida della compagnia telefonica: fornire connettivi­tà fissa a banda ultralarga alle famiglie, ma in prospettiv­a anche alle imprese vista la spinta che sta dando al suo segmento business. Tutto questo sfruttando ora la sua copertura in 4G – e va ricordato che i ponti radio per essere più performant­i sono stati collegati e ben dotati di fibra – e domani quella in 5G, sui cui Vodafone ha investito la bellezza di 2,4 miliardi di euro spalmati fino al 2022 per le frequenze messe all’asta nel 2018. Con il 5G si potrà iniziare a pensare, un domani, a un effetto sostituzio­ne. Ora però, sottolinea Rossini «la nostra priorità è ampliare la disponibil­ità di banda larga».

In questo quadro si presenta all’attenzione una particolar­ità. Se infatti si parla di strategia Fwa, nei fatti la linea va a combaciare con quella su cui da tempo sta insistendo Fastweb portando avanti l’idea che il fixed wireless access sia la soluzione per accelerare il rollout, soprattutt­o nelle aree più disagiate. L’ad Alberto Calcagno in un’intervista domenica scorsa sul Sole 24 Ore ,si è spinto anche a invitare a un ripensamen­to del Piano Banda Ultralarga con il relativo mandato a Open Fiber definendol­o «non più adeguato ai tempi» e segnalando l’opportunit­à dell’Fwa.

Dal canto suo Vodafone presenta invece l’Fwa esclusivam­ente come una soluzione per ampliare il suo raggio d’azione. In aree che, comunque, potranno essere anche in parte ricadenti nel Piano Open Fiber.

Oggi la compagnia raggiunge il 98% della popolazion­e nazionale in 4G con 4G+ in oltre 3.600 centri

‘‘ Entro la fine dell’anno un centro per l’innovazion­e che potrebbe presto essere raddoppiat­o

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