Vodafone: rete propria in Comuni senza fibra
Vuole raggiungere 2mila comuni entro la fine dell’anno collegandoli e servendoli con l’Fwa, ossia il fixed wireless access, l’ultimo miglio coperto con le frequenze mobili
Vodafone si appresta a giocare la sua carta: 2mila Comuni in tutte le regioni italiane collegati entro la fine dell’anno, e serviti con la tecnologia Fwa, che permette un collegamento a banda ultralarga “fisso”, ma in cui l’ultimo miglio viene coperto con frequenze mobili. Il tutto con una infrastruttura proprietaria e in Comuni non ancora coperti dalla fibra.
Il progetto.
La chiave di volta è il fixed wireless access (Fwa): vale a dire la tecnologia che permette di dare un collegamento a banda ultralarga “fisso” ma in cui l’ultimo miglio viene coperto con le frequenze mobili.
È qui che Vodafone si appresta a giocare la sua carta: 2mila comuni in tutte le regioni italiane entro la fine dell’anno collegati e serviti con l’Fwa. Il tutto con una infrastruttura proprietaria e in comuni non ancora coperti in fibra. Insomma una rete propria. E che arriva proprio nel bel mezzo delle discussioni attorno a un’eventuale “rete unica” che passi dal matrimonio fra Tim e una Open Fiber a sua volta chiamata allo sviluppo della rete nelle aree bianche.
Quella che Vodafone si appresta ad annunciare è una novità non da poco all’interno di quelle Tlc in Italia cui l’emergenza coronavirus ha restituito la consapevolezza, nelle istituzioni e nella gente, della centralità del settore nei processi di digitalizzazione del Paese. Non a caso in questo periodo i vertici delle compagnie telefoniche sono stati chiamati in Parlamento, ma anche in dibattiti e webinar, a mettere in fila argomentazioni, punti di forza e di debolezza di un quadro composito in cui si è capito che alle telco spetterà un ruolo di primo piano.
«Il lancio dell’offerta in Fwa – spiega al Sole 24 Ore Andrea Rossini, direttore Consumer di Vodafone Italia – rappresenta per noi una mossa strategica. Non è solo una nuova offerta commerciale o una mossa tattica. Crediamo che tutta l’Italia debba progressivamente essere raggiunta da connettività di alta qualità. È un nuovo atto che si aggiunge alla nostra strategia sulla banda ultralarga».
Sull’ultrabroadband fisso la strategia di Vodafone si sviluppa grazie all’accordo con Open Fiber per utilizzarne la rete Ftth (quella più performante, fino a casa) sia nei centri più infrastrutturati (dove Of ha anche ereditato da Metroweb), sia nelle aree bianche in via di copertura con i bandi vinti dalla controllata di Enel e Cdp, oppure si sviluppa tramite il ricorso ai servizi wholesale di Tim o anche attraverso una parte di rete propria in Fttc (fibra e ultimo tratto in rame) realizzata ai tempi del Piano Spring.
Nel comunicato sui dati al 31 dicembre 2019 (martedì ci sarà l’aggiornamento trimestrale da parte del Gruppo) Vodafone in Italia dichiarava 3 milioni di clienti in rete fissa, con 2 milioni di utenti in fibra (+26,8%) e ricavi da rete fissa su del 4,2% a 303 milioni di euro.
È proprio nelle aree non coperte da banda ultralarga fissa che però Vodafone intende avanzare con la rete propria in Fwa. Dunque arrivare dove al momento non ha un’offerta in fibra che si tratti di Fttc (Tim) o Ftth (Open Fiber). Niente effetto sostituzione, ma nuova infrastruttura e nuove aree coperte grazie a un Fwa che, in alcune zone, conta già operatori come ad esempio Linkem o Eolo. La particolarità, parlando di Vodafone, è che a voler accelerare su questa tecnologia è un big della telefonia mobile che, stando sempre ai numeri fermi al 31 dicembre 2019, raggiunge il 98% della popolazione nazionale (per 7.433 comuni) in 4G con 4G+ in oltre 3.600 centri. «Abbiamo deciso di utilizzare la nostra rete radio – puntualizza Rossini – anche per funzioni di connettività dedicate alle case, con funzionalità specifiche che riserviamo ai clienti residenziali».
Qui sta la sfida della compagnia telefonica: fornire connettività fissa a banda ultralarga alle famiglie, ma in prospettiva anche alle imprese vista la spinta che sta dando al suo segmento business. Tutto questo sfruttando ora la sua copertura in 4G – e va ricordato che i ponti radio per essere più performanti sono stati collegati e ben dotati di fibra – e domani quella in 5G, sui cui Vodafone ha investito la bellezza di 2,4 miliardi di euro spalmati fino al 2022 per le frequenze messe all’asta nel 2018. Con il 5G si potrà iniziare a pensare, un domani, a un effetto sostituzione. Ora però, sottolinea Rossini «la nostra priorità è ampliare la disponibilità di banda larga».
In questo quadro si presenta all’attenzione una particolarità. Se infatti si parla di strategia Fwa, nei fatti la linea va a combaciare con quella su cui da tempo sta insistendo Fastweb portando avanti l’idea che il fixed wireless access sia la soluzione per accelerare il rollout, soprattutto nelle aree più disagiate. L’ad Alberto Calcagno in un’intervista domenica scorsa sul Sole 24 Ore ,si è spinto anche a invitare a un ripensamento del Piano Banda Ultralarga con il relativo mandato a Open Fiber definendolo «non più adeguato ai tempi» e segnalando l’opportunità dell’Fwa.
Dal canto suo Vodafone presenta invece l’Fwa esclusivamente come una soluzione per ampliare il suo raggio d’azione. In aree che, comunque, potranno essere anche in parte ricadenti nel Piano Open Fiber.
Oggi la compagnia raggiunge il 98% della popolazione nazionale in 4G con 4G+ in oltre 3.600 centri
‘‘ Entro la fine dell’anno un centro per l’innovazione che potrebbe presto essere raddoppiato