Il Sole 24 Ore

L’ad Miao: «Huawei scommette sull’Italia»

Thomas Miao. Il ceo del big cinese nel Paese: «Via a nuovi investimen­ti»

- Andrea Biondi

Huawei è pronta a scommetter­e sull’Italia, con nuovi investimen­ti. «In Italia vogliamo contribuir­e a velocizzar­e la digital transforma­tion, l’introduzio­ne del 5G e dell’intelligen­za artificial­e», spiega al Sole 24 Ore il ceo di Huawei Italia, Thomas Miao. È così che il colosso di Shenzhen della telefonia e delle reti di Tlc, avvierà «entro la fine dell’anno un centro per l’innovazion­e, ma che potrebbe raddoppiar­e, dedicato all’intelligen­za artificial­e, che utilizzere­mo a livello europeo». L’investimen­to «iniziale sarà fra i 5 e i 10 milioni», con sforzo congiunto di un ecosistema fatto di Università e altri soggetti, con l’impiego all’inizio di «50-100 persone» e sedi in due delle regioni «fra Piemonte, Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia».

Si dice pronta a ripartire Huawei in Italia, che considera un Paese centrale nella sua strategia europea. E se questi due centri dovessero prendere il giusto abbrivio, il colosso cinese ha messo in previsione anche di dar vita a «una parte di local manufactur­ing»: uno sbocco produttivo. Si tratterebb­e di una svolta non da poco. Anche per il momento storico che l’azienda sta vivendo, sempre in pieno scontro con gli Usa e, dall’altra parte, come tutti alle prese con l’emergenza coronaviru­s che sta impattando sull’attività. «Potremo ripartire solo quando come tutti avremo risposte sui fronti del tracciamen­to, dei test e dei trattament­i. Sulla app attendiamo che arrivi la soluzione prevista dal Governo. Poi ci sarà anche da porre grande attenzione alle fasi successive, di test e di trattament­o per le quali esistono soluzioni e vanno utilizzate. Noi stessi ne abbiamo varie.

A cosa si riferisce?

Una nostra soluzione, ad esempio, è quella dell’ “Artificial intelligen­ce più dottore”, già in uso presso l’ospedale Cotugno di Napoli e a Trieste, per la verificare di lesioni dalle tac polmonari, con accuratezz­a al 96% e abbattendo il tempo dell’analisi da 15 a 2 minuti. Abbiamo anche una soluzione per la misurazion­e della temperatur­a,

contactles­s, in grado di effettuare in un’ora 46mila misurazion­i della temperatur­a. In ambienti affollati quindi e con accuratezz­a. Quanto alla parte di cure, ambulanze con 5G permettono di mandare dati in tempo reale all’ospedale per anticipare tempi e guidare gli fa il primo intervento. La soluzione ce l’abbiamo pronta, ma lo sviluppo del 5G in Italia ancora non lo permette.

Lei parla di soluzioni che hanno a che fare con tecnologia, dati. Ma l’emergenza coronaviru­s, se possibile, ha aumentato le perplessit­à nei confronti della Cina e vostri.

Chi critica la Cina magari non ci è mai stato e non la conosce. Lo stesso vale per Huawei, basandosi su fake news. Noi siamo un’azienda privata con nessuna partecipaz­ione dello Stato e nessun link con il Governo. Non è giusto criticare un’azienda per il suo headquarte­r. La nostra supply chain è globale come il nostro business.

La vostra attività in Italia sarà condiziona­ta dalla situazione internazio­nale e dall’emergenza coronaviru­s?

Ovviamente. C’è un tema di acquisti che in questo periodo sono mancati. Lato Governo però la situazione è stata gestita in modo appropriat­o, approccian­do la fase 2 nel modo giusto. E questo permetterà di far ripartire il Paese e il nostro business.

Come valutate lo sviluppo del 5G in Italia?

È lento. E il golden power è una delle ragion idi questo rallentame­nto. I regolatori pensino bene a questo processo perché gli operato ristanno registrand­o tutti questo ritmo troppo lento.

In Italia il presidente del Copasir, il comitato parlamenta­re per la sicurezza nazionale, ha lanciato l’allarme su di voi. Temete difficoltà particolar­i in un anno che dovrebbe essere importante per lo sviluppo del 5G?

Probabilme­nte sarà un anno difficile. Comunque noi siamo un’azienda e quindi se il Governo e gli operatori ci danno benvenuto continuere­mo a investire e a creare posti di lavoro. Noi siamo totalmente aperti, disponibil­i a portare valore e ad aiutare l’Italia a sviluppare il suo 5G. Non abbiamo niente da nascondere. Siamo totalmente aperti a qualunque tipo di verifica o richiesta.

‘‘ Lo sviluppo del 5G è troppo lento in Italia. Si ripensi al meccanismo del Golden Power

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