Il Sole 24 Ore

Balzo della disoccupaz­ione Usa, ai massimi dagli anni Trenta

Molto più colpiti dalla crisi i lavoratori ispanici e quelli afroameric­ani

- Riccardo Barlaam

L’impatto del virus è devastante sulla prima economia mondiale. Ad aprile negli Stati Uniti 20,5 milioni di persone hanno perso il lavoro: 18,5 milioni in congedo temporaneo senza stipendio, 2,5 milioni licenziati. Il tasso di disoccupaz­ione è salito al 14,7%, più del triplo del 4,4% di marzo, e del 3,5% di febbraio, livello più basso da cinquant’anni. Risultato peggiore dall’agosto 1932. I mercati hanno reagito positivame­nte perché il dato è migliore delle attese: gli economisti stimavano 22 milioni di posti e una disoccupaz­ione al 16%. I settori più colpiti sono alberghi e turismo, con 7,7 milioni; ristoranti e bar 5,5 milioni; educazione e servizi alla salute 2,5 milioni; manifattur­iero 1,3 milioni,retail 2,1 milioni.

I lavoratori a basso reddito afroameric­ani e ispanici, molti dei quali occupati nella ristorazio­ne, sono i più toccati dalla crisi: i disoccupat­i tra gli afroameric­ani sono saliti al 16,7%, tra gli ispanici al 18,9%, contro il 14,2% di senza lavoro tra i bianchi.

Il 77% dei lavoratori messi in congedo per il virus è convinto che una volta passata l’emergenza verrà richiamato e potrà tornare al proprio lavoro secondo un sondaggio Ipsos/Washington post. Ma non ci sono garanzie. Molti analisti sostengono che ci vorranno anni per tornare ai livelli precrisi. Donald Trump è convinto del contrario: «Il crollo dell’occupazion­e era totalmente atteso», ha detto su Fox. «Nessuna sorpresa, quei posti di lavoro torneranno presto».

Mentre la situazione sanitaria è ancora fuori controllo per le riaperture anticipate e le persone che non rispettano il distanziam­ento, la situazione economica mostra alcuni segnali di tenuta perché gli aiuti governativ­i stanno arrivando. Le Pmi cominciano a ricevere gli aiuti del Paycheck Protection Program, dopo che il primo round di 340 miliardi è finito in gran parte nelle medie aziende, come i Los Angeles Lakers o le catene di ristoranti. I finanziame­nti agevolati all’1% da restituire in due anni, con il 75% a fondo perduto per chi non licenzia, ora stanno arrivando ai piccoli, in tutto il paese: secondo i dati, aggiornati a ieri, della Small Business Administra­tion finora è stato allocato solo il 40% del secondo round da 310 miliardi. Una boccata di ossigeno salutare per coprire i costi fino a quando non si ripartirà. Sono arrivati anche gli assegni alle famiglie: quasi 3mila dollari di aiuti per una coppia di coniugi con bambino. Soldi per pagare l’affitto o fare la spesa.

Trump sa che è in ritardo nei sondaggi sul candidato democratic­o Joe Biden e che si gioca la rielezione sull’economia: dopo i quasi tremila miliardi di stanziamen­ti anti-Covid, vorrebbe introdurre altre misure per spingere la ripresa. Tra le ipotesi sul tavolo ci sono: il taglio delle tasse sui capital gain, le deduzioni per gli investimen­ti e gli incentivi alle aziende manifattur­iere per tornare negli Usa. Ma il presidente deve superare il muro del Congresso, contrario a ulteriori leggi di spesa. Con il deficit del bilancio federale quadruplic­ato quest’anno a 3.800 miliardi.

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