Reddito di emergenza da 400 a 800 euro per due mesi da maggio
Il sussidio potrà integrare l’eventuale reddito di cittadinanza
Il Rem, il reddito di emergenza, viene istituito da maggio; garantisce erogazioni, per due mesi, a partire da 400 euro mensili fino ad arrivare a 800 euro, in base al nucleo familiare. Il sussidio non spetta se un componente percepisce o ha percepito una delle indennità previste dal decreto Cura Italia; mentre il Rem potrà integrare l’eventuale reddito di cittadinanza (fino alle soglie di Rem spettanti). Per ottenere il Rem bisogna possedere, cumulativamente: residenza in Italia, reddito familiare inferiore al Rem spettante, patrimonio mobiliare familiare 2019 inferiore a 10mila euro, accresciuto di 5mila euro per ogni componente successivo al primo, fino a un massimo di 20mila euro, e Isee inferiore a 15mila euro.
L’ultimissima bozza di decreto Maggio, ribattezzato ora decreto Rilancio, chiarisce anche che i 600 euro di marzo di indennità per i lavoratori autonomi sono erogati, in automatico, anche ad aprile; a maggio invece salgono a mille euro, ma solo per una fetta di professionisti titolari di partita Iva, che, tra l’altro, hanno cessato la propria attività o hanno subito una comprovata riduzione di almeno il 33% del reddito (secondo bimestre 2020 su secondo bimestre 2019). I 600 euro sono invece estesi per i mesi di aprile e maggio, ad altre categorie di lavoratori, finora esclusi, tra cui i dipendenti stagionali diversi dal turismo, gli intermittenti, i prestatori d’opera, gli addetti alle vendite porta a porta.
La cassa integrazione si allunga di altre 9 settimane, in tutto quindi 18 settimane comprese le 9 del decreto Cura Italia, da utilizzare entro il 31 ottobre (dai calcoli iniziali della Ragioneria generale dello Stato, con le risorse indicate, circa 1,3 miliardi, si coprirebbero solo fino a 12 settimane). Si prova poi a contingentare le procedure, per evitare i ritardi di queste settimane: le imprese che non anticipano l’ammortizzatore possono chiedere il pagamento diretto da parte di Inps, trasmettendo la domanda entro la fine del mese di inizio del periodo di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa. Entro il giorno 20 del mese successivo a quello in cui è collocato il periodo di integrazione salariale richiesto, le amministrazioni competenti autorizzano la domanda e i datori di lavoro comunicano a Inps i dati necessari per il pagamento delle prestazioni, che lo stesso Inps dispone entro la fine del mese stesso.
La bozza del decreto Rilancio conferma poi altri 15 giorni di congedo straordinario al 50% (che in tutto diventano quindi 30 giorni) per tamponare la chiusura delle scuole; anche il bonus baby-sitter passa da 600 a 1.200 euro, e si potrà usare pure per pagare i centri estivi (per il personale sanitario il bonus baby-sitter sale da mille a 2mila euro). Sui contratti a termine, resiste la norma che sospende l’applicazione del contributo 0,5 sui rapporti rinnovati entro il 31 agosto; e resta anche lo stop ai licenziamenti collettivi e individuali per motivi economici per altri tre mesi (oggi il divieto di recedere vale per due mesi, fino a metà maggio). Naspi e Discoll si allungano di due mesi.
Per colf e badanti la partita ancora non si chiude: in pole c’è l’idea di riconoscere loro, se non conviventi, e con una riduzione dell’orario superiore al 25%, una indennità mensile, per aprile e maggio, di 400 euro, se il contratto non supera le 20 ore settimanali, o di 600, se le supera. In alternativa, non è ancora escluso un indennizzo secco di 500 euro, sempre per due mesi.