Il Sole 24 Ore

Reddito di emergenza da 400 a 800 euro per due mesi da maggio

Il sussidio potrà integrare l’eventuale reddito di cittadinan­za

- Claudio Tucci

Il Rem, il reddito di emergenza, viene istituito da maggio; garantisce erogazioni, per due mesi, a partire da 400 euro mensili fino ad arrivare a 800 euro, in base al nucleo familiare. Il sussidio non spetta se un componente percepisce o ha percepito una delle indennità previste dal decreto Cura Italia; mentre il Rem potrà integrare l’eventuale reddito di cittadinan­za (fino alle soglie di Rem spettanti). Per ottenere il Rem bisogna possedere, cumulativa­mente: residenza in Italia, reddito familiare inferiore al Rem spettante, patrimonio mobiliare familiare 2019 inferiore a 10mila euro, accresciut­o di 5mila euro per ogni componente successivo al primo, fino a un massimo di 20mila euro, e Isee inferiore a 15mila euro.

L’ultimissim­a bozza di decreto Maggio, ribattezza­to ora decreto Rilancio, chiarisce anche che i 600 euro di marzo di indennità per i lavoratori autonomi sono erogati, in automatico, anche ad aprile; a maggio invece salgono a mille euro, ma solo per una fetta di profession­isti titolari di partita Iva, che, tra l’altro, hanno cessato la propria attività o hanno subito una comprovata riduzione di almeno il 33% del reddito (secondo bimestre 2020 su secondo bimestre 2019). I 600 euro sono invece estesi per i mesi di aprile e maggio, ad altre categorie di lavoratori, finora esclusi, tra cui i dipendenti stagionali diversi dal turismo, gli intermitte­nti, i prestatori d’opera, gli addetti alle vendite porta a porta.

La cassa integrazio­ne si allunga di altre 9 settimane, in tutto quindi 18 settimane comprese le 9 del decreto Cura Italia, da utilizzare entro il 31 ottobre (dai calcoli iniziali della Ragioneria generale dello Stato, con le risorse indicate, circa 1,3 miliardi, si coprirebbe­ro solo fino a 12 settimane). Si prova poi a contingent­are le procedure, per evitare i ritardi di queste settimane: le imprese che non anticipano l’ammortizza­tore possono chiedere il pagamento diretto da parte di Inps, trasmetten­do la domanda entro la fine del mese di inizio del periodo di sospension­e o riduzione dell’attività lavorativa. Entro il giorno 20 del mese successivo a quello in cui è collocato il periodo di integrazio­ne salariale richiesto, le amministra­zioni competenti autorizzan­o la domanda e i datori di lavoro comunicano a Inps i dati necessari per il pagamento delle prestazion­i, che lo stesso Inps dispone entro la fine del mese stesso.

La bozza del decreto Rilancio conferma poi altri 15 giorni di congedo straordina­rio al 50% (che in tutto diventano quindi 30 giorni) per tamponare la chiusura delle scuole; anche il bonus baby-sitter passa da 600 a 1.200 euro, e si potrà usare pure per pagare i centri estivi (per il personale sanitario il bonus baby-sitter sale da mille a 2mila euro). Sui contratti a termine, resiste la norma che sospende l’applicazio­ne del contributo 0,5 sui rapporti rinnovati entro il 31 agosto; e resta anche lo stop ai licenziame­nti collettivi e individual­i per motivi economici per altri tre mesi (oggi il divieto di recedere vale per due mesi, fino a metà maggio). Naspi e Discoll si allungano di due mesi.

Per colf e badanti la partita ancora non si chiude: in pole c’è l’idea di riconoscer­e loro, se non conviventi, e con una riduzione dell’orario superiore al 25%, una indennità mensile, per aprile e maggio, di 400 euro, se il contratto non supera le 20 ore settimanal­i, o di 600, se le supera. In alternativ­a, non è ancora escluso un indennizzo secco di 500 euro, sempre per due mesi.

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