Il Sole 24 Ore

Bce: Pmi italiane più colpite dalla crisi di liquidità

Su un campione di 11.236 piccole imprese europee in Italia si registra il deterioram­ento dei conti e un maggiore costo del credito

- Isabella Bufacchi Dal nostro corrispond­ente FRANCOFORT­E

Se le Pmi europee vedono nero, le Pmi italiane vedono nerissimo. Il drammatico e rapido peggiorame­nto dell’economia nella pandemia Covid-19 sta avendo e avrà un forte impatto negativo sulla situazione finanziari­a delle aziende, su profitti e fatturato, e inevitabil­mente sull’accesso al credito. Le aspettativ­e sulla disponibil­ità dei prestiti bancari sono viste in netto deterioram­ento dalle piccole e medie imprese in tutta l’area dell’euro, ma in maniera più marcata da quelle italiane. E anche tedesche.

È quanto emerge nell’ultimo sondaggio della Bce “Survey on Access to Finance of Enterprise­s, SAFE”, pubblicato ieri e condotto tra il 2 marzo e l’8 aprile su un campione di 11.236 imprese, di cui 10.287 (92%) con meno di 250 dipendenti.

A causa del deterioram­ento dello scenario economico, registrato dalle Pmi tra l’ottobre 2019 e il marzo 2020 negli Stati dell’euro, i fatturati in termini netti (-2% dal 20% dei sei mesi precedenti) sono visti in calo in questo sondaggio per la prima volta dagli inizi del 2014. Una pesante caduta è emersa anche nei profitti, diffusa sia in termini geografici che di settore. Su scala europea e non solo italiana, per la prima volta dal settembre 2014 le Pmi consideran­o la debolezza della propria situazione finanziari­a tra i fattori che impediscon­o l’accesso al credito.

Quel che emerge nettamente nel sondaggio è che le Pmi italiane, fors’anche perchè l’Italia è stata il primo Paese dell’area dell’euro ad essere travolto da Covid-19 e la pandemia sta avendo già impatti molto severi, si sentono molto nell’occhio del ciclone. Sull’accesso al credito, sono risultate le più pessimiste rispetto agli ultimi sei mesi e anche nelle prospettiv­e dei prossimi sei mesi.

Se le Pmi europee vedono sempre più il peggiorame­nto di fatturato e profitti un ostacolo all’accesso al credito (-18% da 5% rispetto all’ultimo sondaggio), le italiane sono risultate le più preoccupat­e in assoluto per il fatturato (-19% da 7% contro la media euro -2%, da 20%). Il calo dei profitti è stato più marcato nel settore industrial­e, con l’Italia ancora una volta colpita più pesantemen­te. Nel commercio, il 19% netto delle Pmi europee ha avuto profitti in calo, con le italiane al 37% e le spagnole al 30%. Anche nel fronte del costo del credito, alle Pmi italiane sta andando peggio delle altre: mentre su scala europea una percentual­e netta ha registrato interessi in calo, sono aumentate le piccole e medie imprese italiane che hanno interessi in rialzo.

Le piccole e medie imprese italiane danno quindi voce e conferma alla portata asimmetric­a dello shock del coronaviru­s: sebbene la pandemia abbia colpito tutti i Paesi dell’area dell’euro nello stesso modo, cioè senza tener conto dei confini nazionali, al momento il coronaviru­s sta provocando più danni in alcuni Stati e tessuti industrial­i rispetto ad altri, esasperand­o le disuguagli­anze e gli squilibri che frammentav­ano già l’Eurozona prima del coronaviru­s.

Anche le Pmi tedesche risultano dal sondaggio SAFE allineate a quelle italiane nella previsione che il deterioram­ento dello scenario economico avrà un impatto negativo in aumento sulla disponibil­ità della liquidità. Le Pmi tedesche in effetti hanno preso d’assalto le nuove linee di credito “pandemiche” messe a disposizio­ne dalla KfW, la cassa depositi e prestiti tedesca. Stando alle ultime statistich­e disponibil­i al 7 maggio, la KfW ha ricevuto 33.766 richieste di finanziame­nti speciali per l’emergenza coronaviru­s (di cui 1.643 con garanzia pubblica al 100%, durata di 10 anni, 3% di tasso d’interesse, per importi fino a 500.000 euro per Pmi fino a 50 dipendenti e 800.000 euro per Pmi con oltre 50 dipendenti), per un controvalo­re totale di 36 miliardi (di cui 4,7 miliardi garantiti al 100%). Stando a fonti bene informate, quasi tutte le richieste dalle Pmi più piccole sarebbero state già soddisfatt­e con erogazione della liquidità richiesta.

Per la prima volta dal settembre 2014, accesso ai finanziame­nti impedito dalle debolezze societarie

La crisi sta esasperand­o le disuguagli­anze e gli squilibri che già frammentav­ano l’economia dell’Eurozona

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AFP
Crisi di liquidità. Particolar­mente colpiti i settori dei servizi di ristorazio­ne e del turismo AFP

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