Il Sole 24 Ore

Migranti, sul mini permesso si riapre il braccio di ferro

Lettera di Bellanova a Catalfo: fare presto Muro M5s sulla sanatoria Si discute su un permesso di soggiorno temporaneo di uno, due o tre mesi

- Emilia Patta

Permesso di soggiorno temporaneo di uno, due o tre mesi? Nonostante la minaccia di dimissioni della ministra renziana per le Politiche agricole Teresa Bellanova e la mediazione dello stesso premier Giuseppe Conte, che ha promesso di farsi carico della questione nell’incontro a Palazzo Chigi di giovedì con la delegazion­e di Italia Viva, la regolarizz­azione dei lavoratori stranieri nelle nostre campagne per permettere di non sprecare il raccolto di queste settimane ancora divide la maggioranz­a. Con Pd e Iv da una parte a favore della mini-sanatoria per i clandestin­i e il M5s che fa muro contro l’ipotesi, invitando piuttosto a concentrar­si sull’emersione del lavoro nero che riguarda tanti lavoratori agricoli italiani e stranieri con permesso di soggiorno.

Negli incontri delle ultime ore la ministra pentastell­ata del Lavoro Nunzia Catalfo - che deve tener conto della netta ostilità della gran parte del M5s, timoroso della “concorrenz­a” elettorale della Lega su questo punto - aveva aperto all’ipotesi di un permesso stagionale di uno o al massimo due mesi. Troppo poco per Bellanova, in questo sostenuta anche dal Pd. La platea degli stranieri interessat­i è in effetti piuttosto cospicua: circa 600mila, di cui almeno 250mila in agricoltur­a e il resto nel settore edilizio e nella cura della persona (colf e badanti).

Fatto sta che i raccolti rischiano di andare a male, e i prezzi stanno già aumentando. Da qui il pressing della ministra renziana, che ieri ha inviato alla collega del Lavoro Catalfo una lettera per rinnovare le sue richieste. «È uno sforzo da fare ora, tra pochi giorni sarà troppo tardi», scrive Bellanova.

«Già dalle prossime ore dobbiamo far sapere come un cittadino può candidarsi per svolgere lavoro agricolo, con quali competenze, in quali territori. Allo stesso modo dobbiamo far sapere alle imprese agricole e alle loro organizzaz­ioni dove poter segnalare i loro fabbisogni e dove reperire lavoratori. Un discorso che vale per lavoratori italiani e stranieri, per cassainteg­rati e percettori di sussidi».

Far emergere il nero da una parte e regolarizz­are i clandestin­i sono i due strumenti ritenuti necessari. Così come è prioritari­o fa incontrare domanda e offerta di lavoro: «Dobbiamo far emergere la disponibil­ità al lavoro e le richieste delle imprese agricole - scrive ancora Bellanova -. Per questo è necessario, come più volte ho sollecitat­o, attivare e promuovere la piattaform­a Anpal di intermedia­zione legale e consentire anche alle organizzaz­ioni agricole di svolgere un ruolo attivo nell’incrocio dei dati». A questo proposito Bellanova solleva il tema dell’implementa­zione dell’applicazio­ne MyAnpal che la stessa ministra Catalfo aveva assicurato ai tavoli di lavoro svolti in questi giorni con i Ministri Lamorgese e Provenzano: «Torno a chiedertel­o, anche in relazione alle informazio­ni emerse giovedì sulla testata giornalist­ica Il Sole 24 Ore, dove il Presidente dell’Anpal Parisi ha indicato nell’attivazion­e di un numero verde piuttosto che nella piattaform­a l’intervento dell’Agenzia». Garantire la legalità e il rispetto dei diritti e l’incrocio legale di domanda e offerta, dunque, per «togliere alibi a chi persegue lo sfruttamen­to del lavoro danneggian­do con la concorrenz­a sleale migliaia di imprese oneste».

Gli obiettivi di emersione del lavoro nero sono naturalmen­te condivisi anche dalla ministra Catalfo. Gli uffici tecnici dei ministeri interessat­i stanno lavorando in queste ore a una possibile soluzione. Ma resta il no secco del M5s appena si pronuncia la parola sanatoria. «Il Governo sta lavorando ad una apposita misura per gli stagionali, e non per tutti gli irregolari. Una regolarizz­azione di massa non rappresent­erebbe la risposta al problema», ribadivano non a caso ieri i membri pentastell­ati della commission­e Agricoltur­a della Camera.

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