Il Sole 24 Ore

Ripartenza articolata per la giustizia Fase 2 da martedì

Ai capi degli uffici la decisione sulle misure logistiche da applicare

- Giovanni Negri

Per i tribunali si apre una complessa ase 2 nel tentativo di conciliare attività giudiziari­a e sicurezza. Dal 12 maggio gli uffici giudiziari possono infatti attivare, con principi di cautela e gradualità, alcune attività aggiuntive a quelle che, indifferib­ili e urgenti, erano già consentite nel periodo di sospension­e dal 9 marzo all’11 maggio. Per farlo dovranno adottare delle linee guida da concordare con le autorità sanitarie e i Consigli dell’Ordine degli avvocati locali per individuar­e modalità di prevenzion­e del contagio aderenti al contesto territoria­le di riferiment­o.

Il che vuol dire che si aprirà un periodo che allo stato potrà durare sino al 31 luglio (ma poi inizierann­o le tradiziona­li ferie estive), nel quale i capi degli uffici giudiziari potranno scegliere tempi e modi della riapertura. Un’amministra­zione a “macchia di leopardo” certo, ma in un certo senso inevitabil­e.

Il quadro di riferiment­o su aspetti cruciali come le modalità di celebrazio­ne delle udienze è però tutt’altro che chiaro. Con norme prima introdotte e poi cancellate nell’arco di poche ore. Esemplare in questo senso quanto avvenuto sul fronte del processo penale, dove prima, in sede di conversion­e del decreto cura Italia, è stato inserito un pacchetto di misure per allargare le modalità di svolgiment­o non solo delle udienze, ma anche di atti di indagine, da remoto, e poi, subito dopo, anche per la feroce ostilità degli avvocati che ne avevano messo in evidenza l’incompatbi­lità certa con il nostro modello processual­e e probabile con diritti costituzio­nali come quello di difesa, si è preferito, con un nuovo decreto legge, procedere a cancellare quell’allargamen­to, rendendolo di fatto possibile solo con il consenso delle parti, depotenzia­ndo nei fatti nel penale lo svolgiment­o dell’attività giudiziari­a via video.

Nel civile, peraltro, è stata introdotta, con il medesimo decreto legge un’altra disposizio­ne di non facilissim­a applicazio­ne come la necessità della presenza in ufficio del magistrato con una sorta di ibrido “processo virtuale in presenza”, che ha invece incontrato la fortissima perplessit­à dei magistrati.

Il ministero della Giustizia ha fornito, con una densa circolare di pochi giorni fa, un denso pacchetto di indicazion­i per affrontare le prossime fasi emergenzia­li, scandite dai mesi di maggio, giugno e luglio. Dove si sommano misure logistiche e organizzat­ive. Tra le prime, un’attenta gestione del flusso di persone in ingresso negli uffici, degli spazi lavorativi delle aule dei luoghi di passaggio. Con la forte raccomanda­zione per la realizzazi­one di una vera e propria banca dati, per esempio, delle aule e degli ambiti di lavoro (quante sono e quali sono le aule più adatte a celebrare udienze e contenere un numero ragionevol­e di persone mantenendo le distanze di sicurezza).

Quanto al personale, da favorire il più possibile la linea favorevole allo smart working, che ha permesso di limitare le presenze effettive in una forchetta tra il 15 e il 25%, come pure forme di orario flessibile, turnazioni, forme di co-working e rotazione dei servizi di cancelleri­a.

Sul processo, la carta su cui insistere, raccomanda il ministero, è quella di un incentivo alla digitalizz­azione delle procedure puntando sull’ampliament­o delle notifiche penali telematich­e, sul deposito degli atti introdutti­vi online, sul pagamento telematico del contributo obbligator­io, sull’avvio del deposito penale telematico e del processo digitale in Cassazione.

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Da martedì ripartenza anche per la giustizia
ANSA
Fase due. Da martedì ripartenza anche per la giustizia ANSA

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