Sfiducia e scarcerazioni Bonafede nella bufera
Si lavora a un Dl che affidi ai giudici di sorveglianza una nuova valutazione
È ancora bufera sul Guardasigilli Alfonso Bonafede, costretto a fronteggiare una mozione di sfiducia sulla quale Italia viva resta volutamente ambigua. «Aspettiamo di capire quali sono le risposte che il presidente Conte vorrà darci su un tema prioritario per noi come quello della giustizia» ha risposto ieri Ettore Rosato alla domanda se i renziani in Parlamento voteranno no alla mozione di sfiducia al ministro Bonafede.
In queste ore, i tecnici di via Arenula sono al lavoro per un nuovo decreto sulle scarcerazioni dei boss: l’idea è quella di accorciare i tempi per il riesame, legando la decisione al mutamento (in positivo) della curva dei contagi e dando così ai giudici di sorveglianza l’opportunità di una nuova valutazione. Il decreto, chiaramente, sarà vagliato dal presidente Sergio Mattarella anche se, al Quirinale, c’è fiducia nella sua costituzionalità. Anche perché, con il decreto che potrebbe vedere luce già tra domenica e lunedì, il governo può fare ben poco di più. L’ordinanza che dava ai magistrati la possibilità di decidere la scarcerazione a causa dell’emergenza Covid vale, di fatto, come una sentenza e gode, quindi, della totale autonomia. Per ora Bonafede resta in silenzio, “stretto” anche dal doppio ruolo che gioca nel governo: quello di capo delegazione e di ministro della Giustizia. E il ministro degli Esteri Luigi Di Maio lo difende a spada tratta: «Voglio dire solo una cosa sul ministro Bonafede: non c’è bisogno di utilizzare aggettivi, basta utilizzare due leggi che ha approvato: La prima legge è quella anticorruzione, la seconda è quella che manda in galera i grandi evasori».