Pellegrini, mense al lavoro al 60% e intesa sulla Cig
Anticipo integrazione salariale per chi è coinvolto negli ammortizzatori
È una ripartenza lenta e in mezzo a molte complessità organizzative quella delle mense. Le variabili sono molte, ma, tra queste, ci sono sicuramente la attività produttive durante il lock down, il ricorso al los martworking massivo, il distanziamento fisico nelle mense che rende meno fruibili gli spazi e chiede orari più lunghi. E po ila commistione del servizio mensac on ipocketlunch (il cosiddetto cestino ), oltre alla richiesta di misure diverse da cliente a cliente. Il responsabile delle risorse umane e della taskf or ce aziendale an ti Cov id di Pellegrini, Vincenzo di Marco, riassume questa ripartenza «nel tasso di attività paria circa il 59% della società che ha oltre 9mila addetti nei diversi filoni su cui lavora e cioè la ristorazione, legata a industrie, aziende, scuole e co mele pulizie e la sanificazione che, in questa fase, hanno conosciuto un vero e proprio picco di attività, la new el fare, buoni pasto, vend inge la central food che si occupa della lavorazione delle carni perla grandeperle mense ». Ma, sottolinea subito dopo ,« non ci siamo mai fermati. Abbiamo costituito fin dal 23 febbraio la task force aziendale per la gestione del Covid 19 e abbiamo sempre lavorato». Casi positivi cene son ostati come in grandi organizzazioni mai numeri sono stati contenuti: «Abbiamo avuto 18 contagi e 40 persone in quarantena ».
Una volta che è stata definita la gestione dell’emergenza, si è aperto il capitolo calo delle attività che ha chiesto un dialogo costante con il sindacato( Fil cams, Fisascat e Uiltucs).«L ano stra è una realtà complessa che ha diverse matricole Inps - spiega di Marco -. Abbiamo dovuto adottare il Fis per 2.500 persone, mentre la cassa in deroga ha coinvolto tutti gli impianti e quasi 3.200 persone ». Il ricorso agli ammortizzatori, coni lunghi tempi di pagamento degli assegni, avrebbe però creato discontinuità nelle entrate dei lavoratori, senza un intervento dell’azienda. Gabriele Fiorino della U il tucs spiega che« i lavoratori del settore hanno redditi bassi, dovuti anche alla forte presenza dip art time. Se è ve roche il Governo ha messo a disposizione gli ammortizzatori sociali, questi strumenti hanno un aspetto problematico che riguardalaerogazione. Il problema perno i era come tutelare la continuità del reddito delle persone. Abbiamo chiestola stessa cosa, e cioè anticipar egli ammortizzatori, a tutte le aziende del settore, ma abbiamo avuto in molti casi risposte negative ». Nel ca sodi Pellegrini« abbiamoraggiunto un accordo per anticipare l’ integrazione salariale peri colleghi interessati dalla cassa-spiega Fiorino -. E nel dialogo che abbiamo avviato sono entrati i protocolli definiti con la supervisionedel professor Roberto B uri on i e di Lifen et. Ilpr ossi mostep sarà costituire il comitato di sicurezza bilaterale ».
Il protocollo Burioni-Lifenet comprende alcune regole essenziali che vanno dal distanziamento all’utilizzo dei dispositivi di protezione individuali che rendono la mensa un luogo il più possibile sicuro. Ci sono molte richieste da parte dei 600 clienti della società: «Alcuni chiedono il plexiglass, altri hanno chiesto monouso sia perle stoviglieche peri condimenti-dice di Marco -. Inoltre c’è un regime di sanificazioni superiore. È evidente che il livello dei costi a carico dell’azienda è aumentato in maniera significativa, di una percentuale che possiamo stimare tr al ’8 e il 10%». A questo si aggiunga, infine, il ruolo della formazione :« L’ accordo con Burioni-spiegadiMarco-prevedeche veniamo seguiti anche sulla formazione che interesserà tutti i nostri direttori mensa. No ili consideriamo a tutti gli effettive rie propri Covi d manager ».