Il Sole 24 Ore

Industrie del vetro e della carta: consumi in calo e costi in salita

Le raccolte differenzi­ate viaggiano a rilento: scarsa disponibil­ità per il riciclo

- —J.G.

La clausura sanitaria per contrastar­e l’epidemia ha sconvolto il mercato degli imballaggi e di altre materie prime, a cominciare dal vetro e dalla carta.

Troppi forni di fusione a ciclo continuo non producono perché è inadeguata la domanda di bottiglie, finestre, barattoli, finestrini d’auto, vasetti per conserve e così via; le aziende vetrarie e i sindacati hanno lanciato un allarme.

Per la carta, la chiusura delle attività impiegatiz­ie ha fatto precipitar­e la carta da cancelleri­a (e la stampa frenetica di autocertif­icazioni ha fatto crescere solamente le battute scherzose) ma lo spostament­o verso i prodotti recapitati direttamen­te a casa ha fatto correre gli imballaggi di cartone tanto da far decollare i prezzi della materia prima, cioè la carta da macero delle raccolte differenzi­ate.

Ma proprio le raccolte differenzi­ate, in rallentame­nto, nelle settimane scorse faticavano ad alimentare l’industria del riciclo.

Carta in affanno

Nei primi due mesi del 2020 il fatturato dell’industria cartaria italiana è crollato del 9,1% mentre la produzione è rimasta sui livelli dei primi due mesi del 2019. In altre parole, sono scesi i prezzi di vendita.

Ma le materie prime al contrario sono rincarate. È verosimile che presto le cartiere ritocchera­nno al rialzo i listini.

In affanno anche la raccolta differenzi­ata della carta da macero, tant’è che l’altra settimana l’Assocarta e la Legambient­e avevano lanciato un allarme congiunto. La raccolta è «insufficie­nte a soddisfare la crescente domanda provenient­e dalle cartiere», avvisa l’Assocarta.

Il consumo di carta da riciclare ha fatto rilevare nel 2019 un calo dell’1,6% sull’anno precedente, collocando­si a 5,1 milioni di tonnellate.

Se cala la disponibil­ità di materia prima, al tempo stesso corre l’e-commerce e vola la domanda di scatole di cartone ondulato per i prodotti per il recapito domestico. «Sono derivati rincari di tutte le tipologie di carta da riciclare tra marzo e aprile mediamente pari a 20-25 euro per tonnellata, con punte di oltre 35 euro», avvisa l’Assocarta.

Vetro in difficoltà

Una stima dei sindacati e di Assovetro dice che ogni giorno un forno vetraio di fusione a ciclo continuo costa 70mila euro per restare acceso senza produrre. Non possono essere spenti, pena la perdita definitiva dell’impianto, e quindi lavorano in perdita secca.

Per questo motivo le aziende e i lavoratori chiedo interventi di salvaguard­ia del settore, come per esempio il ristoro dei costi necessari a preservare gli impianti tenendoli accesi senza produrre.

L’allarme è stato lanciato dai segretari generali di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil (nell’ordine, Marco Falcinelli, Nora Garofalo e Paolo Pirani) con il presidente dell’Assovetro Confindust­ria, Graziano Marcovecch­io, in una lettera mandata al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e ai ministri Nunzia Catalfo (Lavoro) e Stefano Patuanelli (Sviluppo Economico).

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