PIÙ UNITÀ CONTRO UNA RIPRESA ASIMMETRICA
L’Europa ha già superato delle crisi in passato. Eppure oggi le nostre vite, società ed economie stanno subendo il colpo più duro degli ultimi decenni. Negli oltre 60 anni di vita dell’Unione il nostro tessuto sociale ed economico non era mai stato sconvolto in maniera così estesa e improvvisa.
In diversi Stati membri i sistemi sanitari combattono ogni giorno una battaglia contro la tragedia della perdita di vite umane. Le imprese rischiano di fallire e di perdere clienti e mercati. I cittadini temono per il loro lavoro e i loro mezzi di sussistenza, e in molti si sono trovati improvvisamente disoccupati. Oggi dobbiamo fare tutto il possibile per fermare il virus, ma domani dovremo rilanciare l’economia, senza rinunciare a contenere il virus.
I livelli di indebitamento del settore pubblico stanno aumentando drasticamente, mentre gli Stati membri offrono aiuto ai cittadini e alle imprese. Le misure a livello di UE stanno sostenendo questi sforzi nazionali.
L’Iniziativa europea di rilanciare gli investimenti in risposta al coronavirus ci ha consentito di mobilitare fino all’ultimo euro disponibile nel quadro della politica di coesione. In Spagna si acquistano mascherine e ventilatori, in Italia si sostengono il telelavoro e l’apprendimento a distanza, in Repubblica Ceca e Lituania si forniscono aiuti di emergenza alle Pmi e in Portogallo si studiano, testano e sviluppano prodotti importanti per la lotta contro il coronavirus.
C’è il rischio di una ripresa asimmetrica. Le strutture economiche degli Stati membri e delle regioni sono molto diverse: alcune dipendono da settori che potrebbero impiegare più tempo a riprendersi, come il turismo, i trasporti o la cultura. Inoltre, alcune regioni e alcuni Stati membri dispongono di ampi mezzi per sostenere le proprie economie, mentre altri hanno ormai dato fondo a tutte le risorse e hanno esaurito il margine di bilancio per gli investimenti.
In tempi di crisi le vulnerabilità e le disparità preesistenti tendono a esacerbarsi.
Gli strumenti UE saranno fondamentali per bilanciare le diverse capacità nazionali. È un imperativo per salvaguardare la nostra maggiore risorsa economica, il mercato unico. Dalla sua creazione il mercato unico ha portato a un aumento del Pil dell’Ue di circa l’8-9 per cento. La sua fine potrebbe costare ad alcuni Stati membri fino al 15-20% del reddito reale pro capite. I suoi vantaggi superano ampiamente i contributi degli Stati membri al bilancio dell’Ue.
Per rispondere a questa crisi sono state adottate misure europee importanti. Il programma di acquisto della Banca centrale europea rappresenta un forte impegno della politica monetaria a difesa della zona euro. Lo strumento SURE contribuirà a proteggere i posti di lavoro e i lavoratori. Le linee di credito precauzionali del Meccanismo europeo di stabilità (MES), opportunamente adattate alle circostanze, sosterranno il finanziamento delle spese sanitarie dirette e indirette, e il rafforzamento della capacità di prestito della Banca europea d’investimento (BEI) fornirà assistenza alle imprese in difficoltà. Vi è tuttavia urgente necessità di un elemento aggiuntivo.
Un fondo per la ripresa capace di realizzare ingenti investimenti e promuovere la convergenza è necessario per rilanciare l’economia e riportarla sui binari della crescita. Tale fondo dovrebbe essere ancorato al bilancio settennale dell’UE. Un fondo per la ripresa consistente, sufficiente a soddisfare le esigenze attuali, e un bilancio dell’UE rafforzato, capace di promuovere livelli sostenuti di investimenti pubblici, saranno fondamentali per la preservazione, la ripresa e la resilienza della nostra Unione.
Questa capacità finanziaria rafforzata dovrebbe fondarsi su strumenti innovativi basati sul bilancio che non aggravino il debito degli Stati membri. Sebbene i prestiti siano già disponibili, attraverso diversi strumenti, è necessario rafforzare le spese mirate, rapide e intelligenti mediante sovvenzioni. È questo l’ambito che necessita di innovazione per una ripresa economica sostenuta e un’uscita coesa dalla crisi.
Le soluzioni regionali basate sul territorio che contribuiscono alla coesione e alla convergenza in tutta l’Unione, con il massimo sostegno finanziario ai più vulnerabili, sono essenziali se vogliamo evitare il rischio di una ripresa asimmetrica e di uno sviluppo economico sempre più divergente tra gli Stati membri e al loro interno. Con i pacchetti di risposta al coronavirus la politica di coesione ha dimostrato ancora una volta la sua adattabilità e la sua rilevanza nei periodi di crisi. La politica di coesione è tuttavia una politica di trasformazione a lungo termine, con risultati comprovati nell’ambito della promozione della convergenza sociale, economica e territoriale. Se il suo ruolo è stato importante durante l’emergenza, diventerà essenziale per ripartire.
Sul percorso verso la ripresa l’Europa ha un compito di importanza cruciale: ritornare ai fondamentali per gettare le basi per il futuro. Si tratta di tornare ai princìpi alla base della nostra Unione, come l’interdipendenza, la convergenza e la solidarietà, portando avanti nel contempo il nostro modello economico e sociale e preparando la strada a un futuro più verde, digitale ed equo. Ci riusciremo solo insieme.