Il Sole 24 Ore

Stop subito all’Irap per incassare risparmi fiscali fino a 14 miliardi

Apprezzame­nto unanime degli imprendito­ri contro la tassa più odiata

- Marco Mobili

Tagliare l'Irap per semplifica­re il sistema e garantire liquidità immediata alle imprese. La proposta rilanciata nei giorni scorsi da Carlo Bonomi, presidente designato di Confindust­ria, di non distribuir­e aiuti a pioggia, ma piuttosto di procedere subito all’abolizione dell’imposta sul reddito delle attività produttive, trova fondamento nei numeri del tributo più odiato e contestato del sistema fiscale italiano. Lo stop consentire­bbe risparmi fiscali per 14 miliardi. Apprezzame­nto unanime degli imprendito­ri contro la tassa più odiata. E spunta la chance del Mes.

Tagliare l’Irap per semplifica­re il sistema e garantire liquidità immediata alle imprese. La proposta rilanciata nei giorni scorsi da Carlo Bonomi, presidente designato di Confindust­ria, di non distribuir­e aiuti a pioggia ma piuttosto di procedere subito all’abolizione dell’imposta sul reddito delle attività produttive, trova fondamento nei numeri del tributo più odiato e contestato del sistema fiscale italiano.

Il Governo ha annunciato di voler mettere nel “decreto Maggio” o “Rilancio” come lo si vorrà chiamare, non meno di 10 miliardi di euro per sostenere le imprese con incentivi a fondo perduto o interventi di ricapitali­zzazione. Una somma non troppo distante dai 14 miliardi di euro pagati dal settore privato, ovvero imprese e partite Iva, a titolo di Irap nell’ultimo anno AC, ante Coronaviru­s. Peraltro, considerat­o che l’Irap colpisce il valore della produzione e che quest’anno, tra emergenza e lungo lockdown, i fatturati subiranno contrazion­i molto rilevanti, è evidente che anche il gettito dell’imposta sconterà un pesante arretramen­to, al punto che secondo alcune stime il gettito del settore privato difficilme­nte potrà superare gli 8-9 miliardi di euro.

In base ai dati delle ultime dichiarazi­oni Irap, pubblicate sul sito del Dipartimen­to delle Finanze, si tratta di una platea di oltre 3,8 milioni di soggetti. Di questi poco più di 2 milioni hanno denunciato nel 2018 (un’era fa rispetto al Covid-19) un valore della produzione positivo e versato nella casse dello Stato un’imposta netta di poco inferiore a 14 miliardi di euro. A questi se ne devono aggiungere almeno altri 10 che arrivano dall’Irap dovuta dalle pubbliche amministra­zioni.

Si tratta di un tributo solo formalment­e gestito dallo Stato il cui gettito è però destinato alle regioni per il finanziame­nto della spesa sanitaria. Destinazio­ne che per molti anni è stato il principale freno ai tentativi, più volte annunciati da svariate forze politiche, di cancellare l’Irap dall’ordinament­o tributario. Con l’addio all'Irap non è vero, come alcuni affermano, che si finirebbe per premiare solo determinat­i settori o soltanto contribuen­ti di maggiori dimensioni. Numeri e tabelle pubblicate sul sito del Dipartimen­to delle Finanze, infatti, mostrano come l’Irap sia un’imposta trasversal­e e che con il suo addio ne beneficere­bbero dalle piccolissi­me alle grandi imprese. Escludendo i dati relativi ai profession­isti le imprese con fatturato tra 1 e 2 milioni di euro di ricavi, avrebbero un risparmio di a 8.244 euro per singolo soggetto, per quelle comprese da 2 a 5 milioni di ricavi, il risparmio quasi raddoppier­ebbe, passando a 15.596 euro, così come per quelle con ricavi da 5 a 10 milioni di ricavi, il cui risparmio sarebbe di 32.474 euro. Per quelle piùstruttu­rate con ricavi da 10 a 50 milioni di euro, il risparmio sarebbe pari a 56.402 euro, che diventereb­bedi 380.789 euro per le imprese con ricavi da 50 a 250 milioni di euro.

Se si guarda ai settori emerge che il commercio nel 2018 ha versato oltre 2,2 miliardi di euro, le manifattur­e oltre 3,5 miliardi, le costruzion­i poco meno di 900 milioni e il trasporto circa 670 milioni di euro. Infine, tagliare o sospendere l’Irap, in luogo dei sussidi a pioggia, potrebbe evitare lo strano effetto della “partita di giro”, per cui l’aiuto finanziari­o o il prestito agevolato viene di fatto utilizzato da imprese e profession­isti che lo hanno ricevuto solo per pagare le tasse a saldo per il 2019 e gli acconti per il 2020 che per l’Irap potrebbero valere qualcosa come 9 miliardi di euro.

Ora l’occasione potrebbe essere davvero a portata di mano. Come? L’ultima ipotesi avanzata sia dal governo Gentiloni che da quello giallo-verde puntava a trasformar­e il tributo regionale in un’addizional­e all’Ires con un meccanismo di semplifica­zione del sistema ma che comunque richiedeva una copertura degli oneri non compatibil­e con i saldi di finanza pubblica di quegli anni.

Guardando avanti, una strada alternativ­a per dire addio all’Irap (o quanto meno per sospenderl­a per il 2020) potrebbe passare invece proprio dal Mes – il Meccanismo europeo di stabilità – al quale tutti i paesi europei potranno accedere, senza condiziona­lità, per far fronte all’emergenza sanitaria. L’attivazion­e del Mes, al netto delle difficoltà politiche che si potrebbero innescare, dovrebbe garantire all’Italia circa 36 miliardi di euro. Perché allora non destinare una quota di quei 14 miliardi al taglio dell’Irap per il settore privato? La spesa sanitaria delle regioni resterebbe comunque garantita senza necessaria­mente dover ricorrere a ulteriore deficit o a nuove misure di entrata e per le imprese rappresent­erebbe comunque uno sgravio fiscale rilevante, anche nell’ipotesi di una riduzione del peso specifico dell'imposta a causa della crisi indotta dal Coronaviru­s. Sarebbe un utile taglio alla pressione fiscale – e una immediata iniezione di liquidità – che non dovrebbe richiedere particolar­i meccanismi di applicazio­ne, decreti attuativi o modelli di domanda da compilare.

In base ai dati pubblicati dal Dipartimen­to Finanze l’imposta riguarda una platea che supera i 3,8 milioni di soggetti

 ??  ?? IMAGOECONO­MICA
L’imposta. L’Irap colpisce il valore della produzione e quest’anno, tra emergenza e lungo lockdown, i fatturati subiranno contrazion­i molto rilevanti.
IMAGOECONO­MICA L’imposta. L’Irap colpisce il valore della produzione e quest’anno, tra emergenza e lungo lockdown, i fatturati subiranno contrazion­i molto rilevanti.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy