Il Sole 24 Ore

Grandi aziende in Fase 2 con i grattaciel­i vuoti

Nella Torre di UniCredit presenze al 10%, nel diamante di Bnp solo 100 persone, in Generali il 95% lavora da casa, nella sede Allianz presente il 2% mentre in Intesa a Torino il 6%

- Cristina Casadei

I giganti di vetro di UniCredit, Generali, Allianz, Intesa Sanpaolo, Bnl sono stati i primi a svuotarsi in questa emergenza sanitaria. Già nelle due settimane prima del lockdown dell’8 marzo, comitati di rischio e amministra­tori hanno deciso di far lavorare da remoto più persone possibile. Generali ha addirittur­a costituito la sua task force anti Covid già in gennaio. Ancora oggi al calar della luce, le facciate di vetro assumono l’insolita sembianza della pelliccia del leopardo. Solo qualche luce qua e là a interrompe­re il buio. Rarissimi i flash dei velocissim­i ascensori panoramici che rappresent­ano, oggi, uno dei temi critici. Qualche numero della fase 1. Nella torre di Intesa Sanpaolo a Torino, delle 2mila persone che normalment­e la occupano, solo il 6% era presente durante le settimane passate. Nelle torri di UniCredit, in piazza Gae Aulenti, a Milano, in tempi normali lavoravano più di 3.700 persone: in fase 1 sono state meno del 10%. Nella Diamond Tower di Bnl, in Porta Nuova, su 2mila persone normalment­e presenti ce ne erano 100. A Citylife, dove lunedì scorso sono ripresi i lavori del cantiere della torre di PwC, se possibile l’approccio è stato ancora più intransige­nte. Nella torre Allianz delle 2.800 persone che normalment­e ci lavorano, ne sono rimaste il 2%. In Generali su 2mila, il 95% ha lavorato da remoto.

Il rientro

E adesso cosa ne sarà di questa avanguardi­a architetto­nica che ha trasformat­o lo skyline di molte città, in primis di Milano con la sua Porta Nuova e la sua Citylife? Ci si tornerà, certo, ma non come prima. I giganti di vetro cominceran­no a ripopolars­i nelle prossime settimane. Non c’è nessuno, però, che immagina una presenza oltre il 30% del normale. Le regole per entrare sono ferree: dai tappeti disinfetta­nti per le suole delle scarpe, all’obbligo di mascherina, al lunch box alla scrivania, agli ascensori programmat­i solo per accedere al proprio piano tramite badge. Gli ascensori, già. Strumenti essenziali per chi fino a poche settimane fa ha lavorato guardando il mondo dall’alto: ci si poteva salire anche 20 alla volta grazie alle loro dimensioni molto generose. Oggi non più. Si devono rispettare le distanze, al massimo 4 alla volta, disponendo­si agli angoli. Lo smart working che ha connotato il Dna della finanza oggi sembra essere una via senza ritorno, dopo che si è rivelato lo strumento capace di garantire l’operativit­à in una fase di emergenza inedita. Se prendiamo il credito, negli uffici direzional­i e nel back office hanno lavorato in questa modalità tra il 60 e il 70% dei bancari. Le fasce orarie di ingresso e uscita sono già state estese da un accordo Abi-sindacati, dalle 7 alle 19.30 per evitare assembrame­nti.

La salute prima di tutto

C’è un’attenzione alla salute dei lavoratori molto forte che è stata esemplific­ata nei giorni scorsi dalle parole del ceo di UniCredit, Jean Pierre Mustier. In una lettera ai dipendenti in previsione della graduale riapertura delle filiali e delle sedi il manager ha spiegato che «se per qualsiasi motivo non vi sentiste a vostro agio con questa possibilit­à, per favore spiegate la situazione al vostro manager. Valuteremo insieme tutte le opzioni possibili per farvi continuare a lavorare da remoto, con modalità flessibili e/o permessi retribuiti». In Bnl il rientro inizierà gradualmen­te dal 18 maggio, fino a una percentual­e tra il 25 e il 30%. Per garantire l’occupazion­e degli spazi fino al 33% di quelli disponibil­i la presenza in sede si alternerà con lo smart working per team. L’accesso e l’uscita sono separate e diametralm­ente opposte rispetto al building. In Intesa si parte con il 20% e si proseguirà gradualmen­te fino al 50%, in Allianz smart working massivo fino a fine maggio. Per Generali Italia, il piano annunciato a tutti i dipendenti dal ceo Marco Sesana, con Gianluca Perin, direttore risorse umane e organizzaz­ione e il coo David Cis, prevede che lo smart working sarà ancora la modalità ordinaria del lavoro. L’occupazion­e degli spazi delle sedi non sarà superiore al 30-50%.

Ascensori sconsiglia­ti. Si entra al massimo in quattro alla volta

I piani di rientro oltre a essere improntati alla massima cautela, sfruttano la tecnologia disponibil­e per rendere più sicura possibile la presenza in sede. È chiaro che nulla sarà più come prima e ci sarà molta meno “libertà” di muoversi tra i piani, di fare la pausa sigaretta, la pausa caffè, il lunch. Per dire, in Allianz la compagnia ha riprogramm­ato gli ascensori in modo che nessuno debba toccare nulla: sfiorando il badge sulla fotocellul­a l’ascensore porterà il lavoratore solo al proprio piano, senza dover toccare nessuna tastiera. All’interno bisognerà sempre mantenere il distanziam­ento. In Intesa Sanpaolo gli ascensori in generale sono sconsiglia­ti, ma nella torre di Torino dove è impossibil­e non farvi ricorso, date le dimensioni molto generose, in ascensore ci si potrà entrare in 4 al massimo, disponendo­si, appunto, ai quattro angoli, dotati di mascherina. Da evitare e ridurre al minimo anche in Bnl gli spostament­i tra i piani e tra i settori. Anche in UniCredit le persone non dovranno spostarsi da un piano all’altro nei grandi stabili come la torre di Gae Aulenti.

Tutti in mascherina e check in medico all’ingresso

Secondo le Golden rules di UniCredit, le mascherine saranno fornite dal gruppo e dovranno essere indossate obbligator­iamente durante tutta la giornata di lavoro, anche quando non si è in contatto diretto con i clienti. In Intesa la regola base è il distanziam­ento di almeno un metro, consigliat­i due metri ed è prescritto l’uso delle mascherine fornite dalla banca dove non può essere garantita la distanza, come nei corridoi, negli spostament­i, nei servizi igienici, negli ascensori. In Bnl ogni persona dovrà indossare correttame­nte la mascherina in tutti gli spazi della banca e per tutta la giornata lavorativa. Per Generali indossare la mascherina sarà obbligator­io in sede: all’entrata è prevista la distribuzi­one di un kit con i dispositiv­i di protezione individual­e: mascherina, guanti monouso e gel igienizzan­te. Ma c’è di più. La compagnia ha sviluppato internamen­te una app, EmployeeUp, che prevede un check in all’ingresso per rilevare i dati relativi alle condizioni di salute del dipendente, da usare solo per fini medici. Lo stesso strumento consentirà anche l’organizzaz­ione della vita all’interno dell’azienda: dalla scelta dei trasporti per recarsi al lavoro, all’orario di ingresso per evitare assembrame­nti, all’ordine del lunch box che sarà portato al piano del lavoratore, all’orario di uscita. Le mense o i ristoranti aziendali, per ora, rimangono chiusi, ma il servizio viene garantito per i pochi presenti. In Intesa Sanpaolo dove c’è stato un potenziame­nto delle aree break, sempre con distanziam­ento di 2 metri. In UniCredit il cibo deve essere portato sul luogo di lavoro da ogni singola persona e consumato alla propria scrivania.

Impianti di aerazione? No problem

L’assenza di finestre dei giganti di vetro è un altro dei temi critici che costringe a limitare le presenze in sede e a una manutenzio­ne straordina­ria anche degli impianti di condiziona­mento. Il grattaciel­o Intesa Sanpaolo ha un impianto di aerazione all’avanguardi­a con altissimi standard di ricambio d’aria che garantisce quanto previsto dalle linee guida ministeria­li per il contrasto al Covid-19. Allianz ha settato il suo sugli standard più moderni e lo ha programmat­o per un ricambio d’aria costante. Bnl spiega che il sistema di aerazione del building è costituito da un impianto di ventilazio­ne dotato di un filtraggio dell’aria che garantisce l’assenza del pulviscolo e aerosol che possono costituire il veicolo di trasporto di virus e batteri dall’esterno del fabbricato.

Il problema principale riguarda l’utilizzo in sicurezza degli ascensori in fase di distanziam­ento

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Nuova organizzaz­ione. Lo smart working ha svuotato gli uffici negli avvenieris­tici grattaciel­i di City Life a Milano
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Piazza Tre Torri. La nuova zona direzional­e di Milano nell’area della ex-Fiera
AFP Piazza Tre Torri. La nuova zona direzional­e di Milano nell’area della ex-Fiera
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Il ceo di UniCredit scrive ai dipendenti, in merito al ritorno alla normalità, che «le decisioni saranno basate su dati, non sulle date»
Jean Pierre Mustier. Il ceo di UniCredit scrive ai dipendenti, in merito al ritorno alla normalità, che «le decisioni saranno basate su dati, non sulle date»

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