Reno De Medici, la scelta è puntare sull’M&A e su più efficienza
La società, producendo cartoncini da imballaggio, è stata agevolata dal lockdown per l’emergenza sanitaria Adesso, contro la crisi economica, il gruppo intende sfruttare la maggiore flessibilità nella capacità produttiva
Spingere e sfruttare, soprattutto a fronte della gelata economica legata al Covid-19, le maggiori efficienze nella produzione. Poi: proseguire nell’innovazione di prodotto. Infine: continuare l’attività di M&A. Sono tra le priorità di Reno de Medici a sostegno del business. Questo, vale la pena ricordarlo, è diviso in due aree: il “White line chipboard” (Wlc) e il “Folding box board” (Fbb). La prima consiste nella realizzazione, attraverso fibre riciclate, di cartoncino patinato da imballaggio. Alla seconda invece deve ricondursi il cartoncino per astucci pieghevoli prodotto da fibre vergini. Al 31 marzo il Wlc aveva generato l’83% della totalità dei ricavi: una percentuale che conferma come il cartoncino da fibre riciclate sia il core business del gruppo.
Il conto economico
Ciò detto quale, nel particolare, l’andamento del primo trimestre del 2020? La dinamica, soprattutto in marzo, è stata agevolata dalla crisi sanitaria. Gran parte degli utilizzatori finali dei prodotti di Reno De Medici è concentrata in settori, quali l’alimentare e il farmaceutico, diventati strategici nell’emergenza. Dal che c’è stato l’incremento della domanda di cartoncino. In un simile contesto i volumi e la redditività sono saliti. Specificatamente: l’Ebitda si è assestato a 20,1 milioni in rialzo del 5,7% rispetto allo stesso periodo del 2019. L’utile netto consolidato è arrivato a 9,4 milioni (+18%). Infine la marginalità: il rapporto tra Mol e ricavi è aumentato all’11% (10,4% un anno prima).
Di là da ciò, però, il risparmiatore esprime una preoccupazione. La prima linea del conto economico, i ricavi, è in calo dello 0,6%. Certo: non un ribasso importante. E tuttavia, proprio a fronte all’incremento dei volumi, il trend fa storcere il naso. Il gruppo rigetta la preoccupazione. La società ricorda che si tratta dell’effetto esogeno della discesa delle quotazioni delle materie prime, le quali, nel comparto, inducono la riduzione del prezzo del cartoncino. Nell’ultima parte del 2019, quando sono stati fissati i prezzi, erano calate molto. Di qui, dice sempre Reno De Medici, l’effetto sui ricavi. Peraltro, aggiunge il gruppo, nel primo trimestre del 2020 c’è stata la temporanea chiusura, per cause esterne all’azienda, della cartiera di Villa Santa Lucia. Con i volumi mancanti, conclude Reno De Medici, il fatturato sarebbe risultato in crescita.
Fin qui l’andamento del primo trimestre, quali però le strategie di sviluppo del gruppo? Un focus, per l’appunto, è la ricerca di maggiori efficienze nella filiera produttiva. Reno De medici ha 7 stabilimenti in Europa: 3 in Italia, 2 in Francia e uno rispettivamente in Spagna e Germania. Il gruppo da alcuni esercizi, è concentrato nell’approccio cosiddetto “multi-mill”. Vale a dire: il modello multicartiera. Questo sistema, sfruttando la maggiore uniformità delle specifiche del cartoncino, punta a realizzare i prodotti più strategici in diversi stabilimenti. Così facendo la fornitura al cliente, da un lato, risulta maggiormente indipendentemente dalla singola cartiera; e, dall’altro, la produzione si adegua, nei limiti del possibile, alla domanda. Un esempio? La gestione dello stop allo stabilimento di Villa Santa Lucia. Questo è dedicato ad un particolare cartoncino (“liner”). Durante la fermata forzata i suoi ordini sono stati dirottati verso le cartiere di Santa Giustina (Italia) e Arnsberg (Germania). Quest’ultima è anch’essa dedicata al “liner”. La prima, invece, produce normalmente altre tipologie di cartoncino, ma è in grado di realizzare le grammature più pesanti del “liner”. In questo modo la sua flessibilità produttiva è stata usata per rimodulare parzialmente la produzione. Insomma: l’idea e considerare le varie cartiere non come entità a sé stanti, bensì quali realtà interconnesse tra loro. In questo modo, da un lato, aumentano le efficienze; e, dall’altro, il gruppo è agevolato nel perseguire l’obiettivo dell’Ebitda margin strutturalmente, cioè indipendentemente dal ciclo economico, oltre il 10% a partire dal 2021. Il target è a portata? Vediamo. Al 31 marzo scorso, per l’appunto, il rapporto tra Mol e ricavi si è assestato all’11%. Nel 2019 la marginalità è stata del 10,3% mentre nell’esercizio precedente l’indicatore era arrivato a quota a 10,4%. Nel 2017, invece, il rapporto valeva l’8,1%. Insomma: i numeri indicano che il percorso della marginalità a doppia cifra è stato intrapreso.
Ovviamente, riguardo al prossimo futuro, c’è l’alea conseguente al fatto che nessuno sa quale potrà essere la profondità, e durata, della gelata economica dovuta al Covid-19.
Innovazione
Ma non è solo questione di maggiori efficienze. Altro focus è l’innovazione di prodotto. Soprattutto quella legata alla realizzazione di un cartoncino con materiale biodegradabile, in sostituzione della plastica. Vediamo di spiegarci. I contenitori costruiti con i prodotti di Reno De Medici vengono usati, spesso e volentieri, nel settore alimentare. Frutta o verdura, com è normale, rilasciano acqua o grassi i quali rischiano di deteriorare il cartoncino. Perciò, all’interno del medesimo, sono introdotte delle “barriere” in polimeri che ne mantengono l’integrità. Ebbene: un’obiettivo, perseguito anche tramite la partecipazione a consorzi di settore (la modifica richiede comunque una revisione dell’intera filiera), è quello di realizzare simili barriere in materiali biodegradabili. Di là dall’esempio specifico, il gruppo considera lo sviluppo di prodotti sempre più eco-sostenibili quale un key driver essenziale per il proprio business.
Sennonché deve sottolinearsi che la crisi economica, conseguente al Covid-19, da una parte ha distolto l’opinione pubblica dal tema ambientalista; e, dall’altra, ha indotto i Governi a strategie di deficit spending che, di fatto, distraggano risorse dai programmi per lo sviluppo sostenibile. Un contesto che rischia di frenare l’introduzione di nuovi parametri “ambientali” nelle filiere produttive, compresa quella del cartoncino. Reno De Medici non condivide la considerazione. Dapprima il gruppo resta convinto che, nel medio periodo, la sostenibilità ambientale è un driver del settore. Inoltre sottolinea che, durante il “lockdown”, sono circolate molte immagini del miglioramento dell’ambiente. Il che ha contribuito a mantenere viva l’attenzione della gente sui temi ecologici. Infine, aggiunge l’azienda, le previste spese in deficit, a fronte anche dei diversi impegni a livello europeo per ridurre l’inquinamento, è probabile, oltre che auspicabile, siano indirizzati anche sui processi di eco-sostenibilità. Dall’innovazione alla crescita per linee esterne. La multinazionale tascabile, negli anni, ha realizzato diverse acquisizioni. La volontà è continuare a puntare sull’M&A quale strategia strutturale per la crescita. A fronte di un simile programma può domandarsi: perchè non costruire, invece, nuove cartiere? La risposta è che, in Europa, c’è un eccesso di capacità produttiva rispetto alla domanda. Quindi ha poco senso crearne di nuova. Importante, invece, è riuscire ad acquisire quella esistente. Ecco quindi la rilevanza dell’M&A. Reno De Medici, allo stato attuale, va integrando sempre di più Barcenola Cartonoboard. Quest’ultima, prima di essere comprata, vantava una marginalità ben inferiore a quella dell’azienda italiana. L’obiettivo, tra le altre cose, è di adeguarne la redditività al gruppo. Ciò detto Reno De Medici continua a vagliare diverse opportunità. Il settore nel radar della società è soprattutto quello del cartoncino riciclato. Riguardo, invece, ai mercati del Vecchio continente cui Reno De Medici guarda per l’eventuale shopping deve ricordarsi il centro Europa (ad esempio Germania) e l’Est. Senza dimenticare l’area meridionale (Spagna, Grecia) o la stessa Turchia.
Oltre l’80% dei ricavi è generato dal cartoncino con materiale riciclato. Meno rilevante la fibra vergine
Impatto della crisi
Infine il Covid-19. La società, la cui attività è considerata strategica, non è stata sottoposta alla “serrata” del Governo. Una condizione che, come sottolineato, ha agevolato la dinamica del business nel primo trimestre. Ciò detto il gruppo mantiene, per il secondo “quarter” e nel core business del cartoncino riciclato, un outlook piuttosto positivo in termini di volumi. In termini di redditività consolidata, poi, la società non ha una visione particolarmente negativa nel breve termine, con però l’incognita dell’evoluzione del prezzo delle materie prime. Di là ciò il risparmiatore esprime preoccupazione in merito alla recessione che necessariamente inciderà sul settore. La società, consapevole del tema, si dice pronta a gestire la situazione. Rispetto alla struttura finanziaria Reno De Medici, da una parte, ricorda che il suo “Net debt to ebitda” è inferiore all’unità; e, dall’altra, rammenta di avere circa 38 milioni in liquidità e 80 milioni di linee di credito non tirate. Più in generale il gruppo, che ha previsto diversi scenari di calo della domanda, dice di avere già individuato possibili opportunità di risparmi sui costi e maggiori efficienze per contrastare la caduta del Pil. A fronte di ciò, e sempre che la crisi economica non diventi drammatica, il gruppo auspica che la crescita del primo semestre sia in grado di più che controbilanciare la debolezza della seconda metà dell’anno.