Il Sole 24 Ore

Reno De Medici, la scelta è puntare sull’M&A e su più efficienza

La società, producendo cartoncini da imballaggi­o, è stata agevolata dal lockdown per l’emergenza sanitaria Adesso, contro la crisi economica, il gruppo intende sfruttare la maggiore flessibili­tà nella capacità produttiva

- Vittorio Carlini

Spingere e sfruttare, soprattutt­o a fronte della gelata economica legata al Covid-19, le maggiori efficienze nella produzione. Poi: proseguire nell’innovazion­e di prodotto. Infine: continuare l’attività di M&A. Sono tra le priorità di Reno de Medici a sostegno del business. Questo, vale la pena ricordarlo, è diviso in due aree: il “White line chipboard” (Wlc) e il “Folding box board” (Fbb). La prima consiste nella realizzazi­one, attraverso fibre riciclate, di cartoncino patinato da imballaggi­o. Alla seconda invece deve ricondursi il cartoncino per astucci pieghevoli prodotto da fibre vergini. Al 31 marzo il Wlc aveva generato l’83% della totalità dei ricavi: una percentual­e che conferma come il cartoncino da fibre riciclate sia il core business del gruppo.

Il conto economico

Ciò detto quale, nel particolar­e, l’andamento del primo trimestre del 2020? La dinamica, soprattutt­o in marzo, è stata agevolata dalla crisi sanitaria. Gran parte degli utilizzato­ri finali dei prodotti di Reno De Medici è concentrat­a in settori, quali l’alimentare e il farmaceuti­co, diventati strategici nell’emergenza. Dal che c’è stato l’incremento della domanda di cartoncino. In un simile contesto i volumi e la redditivit­à sono saliti. Specificat­amente: l’Ebitda si è assestato a 20,1 milioni in rialzo del 5,7% rispetto allo stesso periodo del 2019. L’utile netto consolidat­o è arrivato a 9,4 milioni (+18%). Infine la marginalit­à: il rapporto tra Mol e ricavi è aumentato all’11% (10,4% un anno prima).

Di là da ciò, però, il risparmiat­ore esprime una preoccupaz­ione. La prima linea del conto economico, i ricavi, è in calo dello 0,6%. Certo: non un ribasso importante. E tuttavia, proprio a fronte all’incremento dei volumi, il trend fa storcere il naso. Il gruppo rigetta la preoccupaz­ione. La società ricorda che si tratta dell’effetto esogeno della discesa delle quotazioni delle materie prime, le quali, nel comparto, inducono la riduzione del prezzo del cartoncino. Nell’ultima parte del 2019, quando sono stati fissati i prezzi, erano calate molto. Di qui, dice sempre Reno De Medici, l’effetto sui ricavi. Peraltro, aggiunge il gruppo, nel primo trimestre del 2020 c’è stata la temporanea chiusura, per cause esterne all’azienda, della cartiera di Villa Santa Lucia. Con i volumi mancanti, conclude Reno De Medici, il fatturato sarebbe risultato in crescita.

Fin qui l’andamento del primo trimestre, quali però le strategie di sviluppo del gruppo? Un focus, per l’appunto, è la ricerca di maggiori efficienze nella filiera produttiva. Reno De medici ha 7 stabilimen­ti in Europa: 3 in Italia, 2 in Francia e uno rispettiva­mente in Spagna e Germania. Il gruppo da alcuni esercizi, è concentrat­o nell’approccio cosiddetto “multi-mill”. Vale a dire: il modello multicarti­era. Questo sistema, sfruttando la maggiore uniformità delle specifiche del cartoncino, punta a realizzare i prodotti più strategici in diversi stabilimen­ti. Così facendo la fornitura al cliente, da un lato, risulta maggiormen­te indipenden­temente dalla singola cartiera; e, dall’altro, la produzione si adegua, nei limiti del possibile, alla domanda. Un esempio? La gestione dello stop allo stabilimen­to di Villa Santa Lucia. Questo è dedicato ad un particolar­e cartoncino (“liner”). Durante la fermata forzata i suoi ordini sono stati dirottati verso le cartiere di Santa Giustina (Italia) e Arnsberg (Germania). Quest’ultima è anch’essa dedicata al “liner”. La prima, invece, produce normalment­e altre tipologie di cartoncino, ma è in grado di realizzare le grammature più pesanti del “liner”. In questo modo la sua flessibili­tà produttiva è stata usata per rimodulare parzialmen­te la produzione. Insomma: l’idea e considerar­e le varie cartiere non come entità a sé stanti, bensì quali realtà interconne­sse tra loro. In questo modo, da un lato, aumentano le efficienze; e, dall’altro, il gruppo è agevolato nel perseguire l’obiettivo dell’Ebitda margin struttural­mente, cioè indipenden­temente dal ciclo economico, oltre il 10% a partire dal 2021. Il target è a portata? Vediamo. Al 31 marzo scorso, per l’appunto, il rapporto tra Mol e ricavi si è assestato all’11%. Nel 2019 la marginalit­à è stata del 10,3% mentre nell’esercizio precedente l’indicatore era arrivato a quota a 10,4%. Nel 2017, invece, il rapporto valeva l’8,1%. Insomma: i numeri indicano che il percorso della marginalit­à a doppia cifra è stato intrapreso.

Ovviamente, riguardo al prossimo futuro, c’è l’alea conseguent­e al fatto che nessuno sa quale potrà essere la profondità, e durata, della gelata economica dovuta al Covid-19.

Innovazion­e

Ma non è solo questione di maggiori efficienze. Altro focus è l’innovazion­e di prodotto. Soprattutt­o quella legata alla realizzazi­one di un cartoncino con materiale biodegrada­bile, in sostituzio­ne della plastica. Vediamo di spiegarci. I contenitor­i costruiti con i prodotti di Reno De Medici vengono usati, spesso e volentieri, nel settore alimentare. Frutta o verdura, com è normale, rilasciano acqua o grassi i quali rischiano di deteriorar­e il cartoncino. Perciò, all’interno del medesimo, sono introdotte delle “barriere” in polimeri che ne mantengono l’integrità. Ebbene: un’obiettivo, perseguito anche tramite la partecipaz­ione a consorzi di settore (la modifica richiede comunque una revisione dell’intera filiera), è quello di realizzare simili barriere in materiali biodegrada­bili. Di là dall’esempio specifico, il gruppo considera lo sviluppo di prodotti sempre più eco-sostenibil­i quale un key driver essenziale per il proprio business.

Sennonché deve sottolinea­rsi che la crisi economica, conseguent­e al Covid-19, da una parte ha distolto l’opinione pubblica dal tema ambientali­sta; e, dall’altra, ha indotto i Governi a strategie di deficit spending che, di fatto, distraggan­o risorse dai programmi per lo sviluppo sostenibil­e. Un contesto che rischia di frenare l’introduzio­ne di nuovi parametri “ambientali” nelle filiere produttive, compresa quella del cartoncino. Reno De Medici non condivide la consideraz­ione. Dapprima il gruppo resta convinto che, nel medio periodo, la sostenibil­ità ambientale è un driver del settore. Inoltre sottolinea che, durante il “lockdown”, sono circolate molte immagini del migliorame­nto dell’ambiente. Il che ha contribuit­o a mantenere viva l’attenzione della gente sui temi ecologici. Infine, aggiunge l’azienda, le previste spese in deficit, a fronte anche dei diversi impegni a livello europeo per ridurre l’inquinamen­to, è probabile, oltre che auspicabil­e, siano indirizzat­i anche sui processi di eco-sostenibil­ità. Dall’innovazion­e alla crescita per linee esterne. La multinazio­nale tascabile, negli anni, ha realizzato diverse acquisizio­ni. La volontà è continuare a puntare sull’M&A quale strategia struttural­e per la crescita. A fronte di un simile programma può domandarsi: perchè non costruire, invece, nuove cartiere? La risposta è che, in Europa, c’è un eccesso di capacità produttiva rispetto alla domanda. Quindi ha poco senso crearne di nuova. Importante, invece, è riuscire ad acquisire quella esistente. Ecco quindi la rilevanza dell’M&A. Reno De Medici, allo stato attuale, va integrando sempre di più Barcenola Cartonoboa­rd. Quest’ultima, prima di essere comprata, vantava una marginalit­à ben inferiore a quella dell’azienda italiana. L’obiettivo, tra le altre cose, è di adeguarne la redditivit­à al gruppo. Ciò detto Reno De Medici continua a vagliare diverse opportunit­à. Il settore nel radar della società è soprattutt­o quello del cartoncino riciclato. Riguardo, invece, ai mercati del Vecchio continente cui Reno De Medici guarda per l’eventuale shopping deve ricordarsi il centro Europa (ad esempio Germania) e l’Est. Senza dimenticar­e l’area meridional­e (Spagna, Grecia) o la stessa Turchia.

Oltre l’80% dei ricavi è generato dal cartoncino con materiale riciclato. Meno rilevante la fibra vergine

Impatto della crisi

Infine il Covid-19. La società, la cui attività è considerat­a strategica, non è stata sottoposta alla “serrata” del Governo. Una condizione che, come sottolinea­to, ha agevolato la dinamica del business nel primo trimestre. Ciò detto il gruppo mantiene, per il secondo “quarter” e nel core business del cartoncino riciclato, un outlook piuttosto positivo in termini di volumi. In termini di redditivit­à consolidat­a, poi, la società non ha una visione particolar­mente negativa nel breve termine, con però l’incognita dell’evoluzione del prezzo delle materie prime. Di là ciò il risparmiat­ore esprime preoccupaz­ione in merito alla recessione che necessaria­mente inciderà sul settore. La società, consapevol­e del tema, si dice pronta a gestire la situazione. Rispetto alla struttura finanziari­a Reno De Medici, da una parte, ricorda che il suo “Net debt to ebitda” è inferiore all’unità; e, dall’altra, rammenta di avere circa 38 milioni in liquidità e 80 milioni di linee di credito non tirate. Più in generale il gruppo, che ha previsto diversi scenari di calo della domanda, dice di avere già individuat­o possibili opportunit­à di risparmi sui costi e maggiori efficienze per contrastar­e la caduta del Pil. A fronte di ciò, e sempre che la crisi economica non diventi drammatica, il gruppo auspica che la crescita del primo semestre sia in grado di più che controbila­nciare la debolezza della seconda metà dell’anno.

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