Il Sole 24 Ore

Denaro falso, Milano e Napoli lo producono Roma spende

Secondo la relazione dei Carabinier­i dell'Antifalsif­icazione le monete sono prodotte all’ombra del distretto metallurgi­co lombardo. In Campania si stampano le banconote. E il mercato verso l’estero della valuta falsa viaggia su Telegram

- Ivan Cimmarusti

La produzione e la distribuzi­one di valuta falsa si sviluppa all’ombra dei distretti industrial­i e segue regole imprendito­riali. In Lombardia, grazie al know how maturato nella metallurgi­a, sono coniate monete tra le migliori al mondo. La Campania resta leader nello stampare banconote con tecniche di altissimo livello.

95mila Numero di banconote false ritirate in Italia nel 2019

Roma è la principale piazza italiana di smercio, mentre il prodotto destinato all’estero finisce sui mercati virtuali creati su canali Telegram, la piattaform­a di messaggist­ica e scambio dati già finita al centro delle polemiche per la diffusione illecita di giornali gratuiti.

La produzione e la distribuzi­one di valuta falsa si sviluppa all’ombra dei distretti industrial­i e segue regole imprendito­riali. In Lombardia, grazie al know how maturato nella metallurgi­a, sono coniate monete tra le migliori al mondo. La Campania resta leader nello stampare banconote con tecniche di altissimo livello. Roma è la principale piazza italiana di smercio, mentre il prodotto destinato all’estero finisce sui mercati virtuali creati su canali Telegram, la piattaform­a di messaggist­ica e scambio dati già finita al centro delle polemiche per la diffusione illecita di giornali gratuiti.

Un business miliardari­o, dietro l’euro “made in Italy”, tanto che ogni banconota o moneta costa tra il 15 e il 30% del suo valore nominale.

La diffusione

È una relazione dei carabinier­i dell’Antifalsif­icazione monetaria, al comando del colonnello Renato Chicoli, a svelare la diffusione del fenomeno, con una fotografia che inquadra le aree produttive e quelle dove invece si predilige lo smercio. I dati del Cms (Counterfei­t monitoring system) della Banca Centrale europea, l’organismo deputato alla protezione dell’euro e al monitoragg­io del fenomeno della falsificaz­ione monetaria, indicano l’Italia come capitale europea non solo della produzione di qualità ma anche della diffusione.

D’altronde basta dare una lettura al rapporto della Banca d’Italia “Study on the use of cash by housholds”, per comprender­e il perché di questo primato. L’Italia, infatti, risulta ai primi posti in Europa per uso di contante. Si preferisce, in sostanza, utilizzare le banconote piuttosto che carte di credito e bancomat, tanto che l’85% delle transazion­i è fatto con il cash. A questo si aggiunga che spesso, per motivi di evasione fiscale, si preferisce accettare denaro contante nel pagamento di prestazion­i profession­ali. Un vantaggio per i falsari, che sfruttando questa bassa propension­e all’uso di moneta elettronic­a, riescono a penetrare il tessuto produttivo.

I distretti

Sull’onda di un mercato sempre più in crescita si stanno sviluppand­o in due diverse aree geografich­e del Paese veri e propri distretti produttivi. Come detto, per quanto attiene alla contraffaz­ione di monete, la produzione italiana si concentra soprattutt­o nel Nord Italia, nelle zone a vocazione metallurgi­ca. L’attività di intelligen­ce dell’Antifalsif­icazione monetaria ha portato alla luce il caso della Lombardia, regione in cui si concentra la gran parte dell’attività di coniatura illecita e in cui è stato individuat­o il maggior numero di zecche clandestin­e. La falsificaz­ione interessa, in ordine, le monete da 2 euro, 1 euro e 0,50.

La Campania, forte di know how maturato dalla cosiddetta “Napoli Group” - identifica­tivo utilizzato dalla Bce, dal Nac (National analysis center) e dalla Banca d’Italia ha un primato nella stampa di banconote. Si parla di un prodotto di elevata qualità nei tagli da 20, 50 e 100 euro. Da ultime stime risulta che proviene dalla Campania circa l’80% delle banconote contraffat­te. Da questi due distretti, poi, sono distribuit­e nel resto del Paese.

La Capitale

Lombardia, Lazio, Campania, Toscana, Puglia ed Emilia Romagna sono le regioni in cui risulta la maggior diffusione di banconote e monete false. Se però si osservano le percentual­i dei sequestri sul dato complessiv­o, Piemonte e Veneto sono tra le regioni italiane in cui esiste un potenziale pericolo di sottovalut­azione del fenomeno. Una analisi in particolar­e la merita il Lazio, perché delle 13.773 banconote sequestrat­e, ben 11.802 sono state individuat­e soltanto a Roma. La Capitale, così, risulta al primo posto in Italia per numero di ritiri. Un primato dovuto a una serie di fattori: flussi turistici, concentraz­ione di esercizi commercial­i che producono milioni di transazion­i in contanti e un terziario fortemente sviluppato.

Telegram

All’estero l’euro “made in Italia” viene fatto circolare sfruttando Telegram . Su alcuni canali della piattaform­a sono stati trovati mercati dove, in forma anonima, gli acquirenti possono visionare il prodotto, apprezzand­one le caratteris­tiche qualitativ­e, sceglierne il taglio e contrattar­ne il prezzo di vendita mediante l’utilizzo di cripto-valuta. Un sistema criminale, dunque, che rischia di incrinare ulteriorme­nte il contesto economico italiano.

I dati dell’Arma: su 13.773 banconote ritirate nel Lazio, 11.802 erano in circolazio­ne a Roma

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Alla Campania il primato della produzione di denaro cartaceo contraffat­to
Banconote false. Alla Campania il primato della produzione di denaro cartaceo contraffat­to
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Renato Chicoli. Comandante dei carabinier­i dell’Antifalsif­icazione monetariar­a

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