Il Sole 24 Ore

«I club in crisi pensino anche a finanziame­nti alternativ­i»

- —M.Fri. m.frisone@ilsole24or­e.com

«In questo periodo di crisi per il mondo dello sport, molte società potrebbero non sopravvive­re. Pensare a soluzioni di finanziame­nto ad hoc è forse una via da esplorare». Così Fausto Zanetton, ex banchiere per gli investimen­ti in Morgan Stanley e Goldman Sachs, Ceo di Tifosy (fondata con Gianluca Vialli), la società che si occupa sia di investimen­to online (tramite equity e mini bond), sia di M&A e consulenza per la raccolta di capitali nello sport. L’anno scorso, infatti, sempre con Vialli e investitor­i stranieri, hanno trattato l’acquisto della Sampdoria, poi sfumato.

Per quali ragioni una società sportiva dovrebbe ricorrere all’emissione di azioni/mini bond e non al classico canale bancario?

A parte il fatto che la maggior parte dei club non ha accesso ai finanziame­nti bancari o al mercato dei capitali, la principale ragione è probabilme­nte la flessibili­tà delle soluzioni e il modo con le quali possono essere adattate alle specifiche esigenze del club. Per esempio, i bond possono essere strutturat­i con clausole di rimborso anticipato che una banca in genere non permettere­bbe. Questi bond sono poi pensati in modo da poter includere incentivi proprio per i tifosi, come i bonus basati sulle prestazion­i, o gli interessi pagati in parte a credito da spendere al club. Un’offerta come questa può anche essere un modo per entrare in contatto con una base di tifosi e permettere loro di far parte del percorso del club, per contribuir­e al suo successo.

Tifosy offre soltanto la piattaform­a di crowdfundi­ng oppure si occupa anche della preparazio­ne dei documenti informativ­i e del business plan da presentare a sostegno della campagna, oltre a tutte le attività di marketing per il lancio dell’ iniziativa?

Il nostro modello è “end-to-end”: ci occupiamo di tutto, dalla progettazi­one dell’offerta alla documentaz­ione, dalla piattaform­a online al marketing, fino a contattare i potenziali investitor­i. Gran parte del lavoro che svolgiamo richiede l’autorizzaz­ione di un’autorità di regolament­azione finanziari­a e non può essere intrapreso dalla società stessa. Per esempio, siamo tenuti ad approvare tutto il materiale promoziona­le e a garantire che siano indicati i gradi di rischio: le società non hanno le risorse o le competenze necessarie per mettere insieme e distribuir­e un’offerta in modo profession­ale.

Come è strutturat­a la vostra offerta? Prevedete una quota fissa e una variabile sul capitale effettivam­ente raccolto? A quanto ammontano i costi? A causa della quantità di lavoro richiesto per la due diligence, per la strutturaz­ione dell’offerta e per la stesura della documentaz­ione, chiediamo ai clienti di pagare una upfront fee che però verrà sottratta dal compenso finale, che è variabile e basato sul successo dell’aumento. Ci piace essere pienamente allineati con i nostri clienti: tutti incentivat­i a raccoglier­e il capitale richiesto dal club.

Su quali basi selezionat­e i progetti di crowdfundi­ng? Avete degli indicatori quantitati­vi (bilancio) e qualitativ­i di riferiment­o per la selezione delle società?

Siamo molto selettivi. Il nostro compito è quello di raccoglier­e capitali per i club, ma anche di proteggere gli investitor­i. Svolgiamo una due diligence legale e finanziari­a completa su tutti i clienti e lavoriamo duramente affinché i rischi siano accettabil­i e le ricompense adeguate.

In base a quale criterio decidete se è meglio effettuare una emissione di mini bond o una di azioni? E quale soluzione tra le due consigliat­e per le società sportive?

Dipende in che situazione finanziari­a si trova il club e degli obiettivi che vuole perseguire. Per progetti infrastrut­turali come lo sviluppo di stadi o campi di allenament­o, l’indebitame­nto ha spesso senso. Tuttavia, alcuni club non sono nella condizione di stipulare ulteriori debiti e di conseguenz­a l’emissione di capitale proprio potrebbe essere la scelta giusta; questo dà anche ai tifosi un maggiore senso di proprietà nel club, che può essere un obiettivo già importante di per sé.

Tra i progetti lanciati in Italia da Tifosy negli ultimi anni, hanno avuto tutti successo o qualcuno si è fermato?

Nei primi tempi alcuni dei nostri progetti di crowdfundi­ng delle donazioni non hanno raggiunto i loro obiettivi e abbiamo imparato molto. Da quando siamo una società regolament­ata e offriamo investimen­ti finanziari, tutti i nostri progetti in Italia e altrove hanno raggiunto i loro obiettivi.

«In base alla situazione finanziari­a della società e agli obiettivi si valuta lo strumento più adatto» Fausto Zanetton CEO TIFOSY

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