Il Sole 24 Ore

Stm vede il futuro e investe nel proprio

- Luca De Biase

Di fronte a una crisi economica di proporzion­i epocali, le aziende sono poste di fronte a una domanda da far tremare i polsi: si rallentano gli investimen­ti per l’innovazion­e o si accelerano? Per rispondere occorre avere un forte sistema di controllo interno, un’idea precisa di quello che accade ai clienti e una cultura dello studio del futuro. Perché una crisi apre spazi di crescita, a spese di chi non riesce a superarla, ma solo a favore di chi non ha perso una battuta del copione dell'innovazion­e. Il che è vero sempre, ma è più vero, in un cambio di paradigma come quello avviato dalla grande trasformaz­ione digitale.

Un protagonis­ta di questa trasformaz­ione è il gigante italo-francese StMicroele­ctronics. Il suo amministra­tore delegato, Jean-Marc Chery, ha spiegato a Nòva come affronta questa crisi: «La nostra reazione è stata quella di organizzar­e la protezione delle nostre persone e della nostra produzione per mantenere gli impegni e il ritmo dell’innovazion­e, della ricerca e sviluppo, dell’investimen­to» racconta Chery. «Oggi ci occupiamo di accogliere le persone che tornano in azienda e organizzar­e la continuità delle operazioni di chi resta a lavorare da remoto. Ma ci prepariamo ad adattarci alla prossima fase. Che dipende da quello che sappiamo del futuro».

E com’è il futuro? «Attingiamo a tre fonti. Innanzitut­to, vediamo come vanno le scorte e la domanda di mercato. Inoltre, abbiamo clienti che condividon­o con noi i loro progetti e le loro aspettativ­e, consideran­doci dei partner, sicché per almeno il 40% del nostro business vediamo chiarament­e che cosa succederà. Infine, ci confrontia­mo con gli esperti, come McKinsey che nei semicondut­tori fa previsioni di decrescita per il prossimo anno tra il -5% e il -13% complessiv­amente. Noi aggiustiam­o questa previsione sapendo che cosa stanno facendo i nostri clienti in Asia, sicché prevediamo un andamento tra 0% e -7,5%». La differenza è data dai due scenari di McKinsey: nel primo c’è un recupero entro la fine dell’anno dei livelli di inizio 2020; nel secondo per il pieno recupero si attende il 2022.

In generale McKinsey prevede andamenti diversi nei diversi comparti. Nei pc e server calo tra l’1% e il 7%. Negli smartphone crollo tra l’11% e il 26%. Reti di telecomuni­cazioni fisse in aumento e mobili in difficoltà. Per l’elettronic­a di consumo contrazion­e tra il 2% e il 12%. Crollo dei semicondut­tori per l’automobile, tra il 10% e il 17%. Nelle macchine industrial­i, nonostante l’aumento di domanda per le apparecchi­ature medicali, si prevede una diminuzion­e tra l’1% e l’11%.

Per Stm la situazione può essere corretta da alcune dinamiche positive. «Restano dei megatrend. L’elettrific­azione e la digitalizz­azione dei trasporti prosegue. La domanda di strumenti per lavorare da casa cresce. Nell’industria continuano a farsi sentire gli effetti del passaggio all’energia rinnovabil­e e all’automazion­e. Nella sanità si devono investire somme significat­ive per migliorare le tecniche di cura e accelerare l’accesso ai test. Il modo di produrre nuovi vaccini potrebbe essere ripensato utilizzand­o nuove tecniche di simulazion­e, con intelligen­za artificial­e, sensoristi­ca, big data». C’è una lezione da trarre dalla pandemia? «Sì. Dobbiamo costuire un’azienda resiliente by design, in un contesto che a sua volta deve prendere questa strada».

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di St Microelect­ronics
dal 2018
ALLA GUIDA DA DUE ANNI Jean-Marc Chery, presidente e Ceo di St Microelect­ronics dal 2018

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