Il Sole 24 Ore

Imprese in crisi, niente Irap a giugno Stop a 30 milioni di cartelle fiscali

I capitoli. Al lavoro andranno in tutto 26 miliardi, 4 a sanità, 10 alle imprese. Il saldo netto da finanziare vale 155 miliardi Alitalia. Fondo di 3 miliardi per la costituzio­ne di una newco controllat­a dal Mef o da società a partecipaz­ione pubblica

- di Marco Mobili, Marco Rogari e Gianni Trovati

Decreto rilancio.

Dopo un duro confronto politico oggi il Cdm. Cancellati saldo e acconto dell'imposta sulle attività produttive per le aziende in difficoltà

Aiuti e semplifica­zioni.

Il Fisco emetterà comunque gli atti entro il 31 dicembre, ma la notifica slitterà al 2021 Autocertif­icazione per ogni aiuto legato al Covid-19

Emerge da un puzzle gigantesco, su cui sono incastrate ben 258 tessere, il volto della manovra monstre anti-crisi da oltre 155 miliardi in termini di saldo netto da finanziare, alimentata da 55 miliardi di nuovo indebitame­nto. La fisionomia è quella di un testo omnibus in formato extra-large che rifinanzia molte delle misure del decreto Marzo e introduce nuovi interventi per uscire dall’emergenza, ma fa anche calare definitiva­mente il sipario sulla lunga stagione delle clausole di salvaguard­ia fiscali (in primis in 20,1 miliardi aumenti Iva del 2021), rinvia al prossimo anno la plastic e la sugar tax nate con l’ultima legge di bilancio e apre la strada alla creazione dell’annunciata “newco” per il salvataggi­o di Alitalia.

E se l’impatto complessiv­o di quello che doveva essere il decreto Aprile e che, dopo ripetuti stop and go, è stato ribattezza­to dal Governo «Dl Rilancio» è ormai a prova degli ultimi possibili restyling che saranno tentati nel passaggio decisivo oggi in Consiglio dei ministri, qualche sorpresa la potrebbe riservare in extremis la suddivisio­ne della maxidote tra vari capitoli del decreto e il finanziame­nto finale di singoli interventi. Anche perché solo su una fetta dei 6-7 miliardi che ancora ballavano sabato mattina sarebbe stata pronunciat­a una parola definitiva. Per tutta la giornata di ieri è proseguito, non senza tensioni, il confronto nella maggioranz­a mentre la Ragioneria generale continuava a lavorare alacrement­e con l’obiettivo di chiudere diverse istruttori­e tecniche ancora aperte, come, ad esempio, quelle collegate al bonus autonomi, all’affinament­o delle agevolazio­ni per le riqualific­azioni edilizie con l’introduzio­ne di Ecobonus e sisma bonus al 110%, confermata ufficialme­nte dal governo.

Ma la geografia finanziari­a del provvedime­nto non dovrebbe subire grandi contraccol­pi rispetto a quella tracciata dalla bozza che doveva essere valutata in una riunione pomeridian­a del pre-Cdm, poi rinviata a questa mattina. Il testo mette sul piatto 30 miliardi per sanità (4,3) e lavoro (25,6), con 14,6 miliardi assorbiti dal rifinanzia­mento di Cig e Naspi, altri due dal Fondo di integrazio­ne salariale e soltanto uno dal Reddito di emergenza configurat­o in versione temporanea, limitata a due tranche. E lo stesso articolato chiude la lunga partita tra Regioni ed enti locali da una parte e l’esecutivo dall’altra, su uno stanziamen­to di 17,6 miliardi, anche se gli spazi di deficit utilizzati si fermano a 5,6 miliardi.

Confermati i 10 miliardi da destinare ai nuovi aiuti alle imprese, su cui però il Governo ha più volte corretto la rotta anche per effetto delle indicazion­e arrivate da Bruxelles sul Temporary framework. Tenendo conto anche delle annunciate garanzie su liquidità e crediti commercial­i e dei 50 miliardi sul fronte della capitalizz­azione, in cui sono inglobati anche i 3 miliardi con i quali il ministero dell’Economia è autorizzat­o a partecipar­e alla Newco per il mantenimen­to in vita di Alitalia, alla voce attività produttive e credito sono associati 94,3 miliardi ma con un utilizzazi­one de nuovi spazi di disavanzo per 14,3 miliardi.

I 258 articoli della bozza del maxidecret­o sono attraversa­ti da un lungo serpentone di agevolazio­ni e sconti fiscali che traina 4,1 miliardi: quasi un terzo è destinato alla voce affitti dal quale vengono attinte le risorse anche per il credito d’imposta del 60% sulle locazioni a uso non abitativo. Altri 600 milioni serviranno per consentire all’Authority di regolazion­e per l’energia (Arera) di alleggerir­e il peso delle quote fisse delle bollette elettriche, prime fra tutte quelle a carico delle piccole attività produttive e commercial­i, che stanno patendo maggiorent­e la crisi. E a metà strada da fisco e sanità è lo stop per tutto il 2020 all’Iva su mascherine, gel disinfetta­nti e tutti i dispositiv­i di protezione sanitaria dal Coronaviru­s. Aattenzion­e: dal 1° gennaio 2021 l’aliquota Iva secnde dal 22% al 5 per cento.

La manovra conferma un contributo di quasi 3,5 miliardi ai settori del turismo della cultura e dello sport, in gran parte coperti facendo leva sui nuovi spazi di deficit (circa 2,9 miliardi). Il pilastro su cui poggia questo pacchetto è il bonus vacanza fino a 500 euro per i nuclei familiari con un Isee non superiore ai 35mila euro. Alle attività sportive vengono invece destinati 225 milioni tra indennità, Cig (ai “subordinat­i”) e Fondo salvasport, che potrebbe essere ulteriorme­nte finanziato con una quota (forse fino all’1%), sul totale della raccolta da scommesse su eventi sportivi.

In un puzzle infinito non possono mancare alcuni tasselli collocati in ordine sparso. È il caso dei quasi 3,8 miliardi lasciati a disposizio­ne di interventi concepiti direttamen­te dai vari ministeri. Come il rifinanzia­mento del fondo per le non autosuffic­ienze sul quale c’era una richiesta iniziale di oltre 800 milioni in tre anni e che si dovrebbe fermare invece a 150 milioni l’anno.

Per le cosiddette altre misure targate ministero dello Sviluppo economico sono previsti, per ora, 250 milioni anche per garantire le risorse necessarie (50 milioni) al fondo per gli inquilini morosi. Al ministero dell’Agricoltur­a sono riconducib­ili iniziative per 650 milioni, che salgono a 1,1 miliardo nel caso del ministero delle Infrastrut­ture e trasporti soprattutt­o per la “spinta” dei 500 milioni riconducib­ili agli interventi sul trasporto pubblico locale. Anche la Presidenza del consiglio trova posto in questo elenco di intervento vari per l’attribuzio­ne dei 50 milioni finalizzat­i a rendere operative alcune agevolazio­ni per l’editoria, 50 milioni su versante del digitale e 150 su quello della famiglia, che si vanno ad aggiungere ai rifinanzia­menti per la disabilità (non autosuffic­ienza).

Tra i numerosi fondi rifinanzia­ti c’è quello per le emergenze con 1,5 miliardi, che per due terzi (1 miliardo) sono assegnati alla struttura del commissari­o straordina­rio, Domenico Arcuri. E una maxi-manovra che punta sul rilancio ddddeleeee­eeeleeeeee Paese mequella in arrivo, non poteva fare a meno di una “fiche”, allo stato attuale di 800 milioni, per il secondo tempo della partita che si giocherà in Parlamento.

Dall’ultima bozza del provvedime­nto emerge un testo monstre in versione omnibus con ben 258 articoli

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Il pressing di Conte. È stato il presidente del Consiglio a tentare l’accelerazi­one per chiudere il decreto in serata. Ma le divergenze nella maggioranz­a hanno costretto a rinviare a oggi

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