Il Sole 24 Ore

Centri estivi verso la riapertura: ruolo chiave dei Comuni

Nel Dl Rilancio 150 milioni destinati alle attività organizzat­e per i bambini da 3 a 14 anni Oratori, centri sportivi e cooperativ­e al lavoro per riaprire in sicurezza forse dal 18 maggio

- Michela Finizio

L’estate 2020 potrebbe diventare un laboratori­o a cielo aperto per bambini e ragazzi, in vista della ripartenza delle scuole a settembre. Come? Attraverso l’apertura dei centri estivi, organizzat­i da Comuni, comitati sportivi, associazio­ni, cooperativ­e, fattorie didattiche e oratori. Il via libera è richiesto da più parti e il Governo sembra intenziona­to a estendere l’utilizzo dei voucher babysitter a queste attività. Ora, però, si attende il parere del Comitato tecnico scientific­o (Cts) per l’emergenza Covid-19 che dovrà esprimersi sulla proposta contenuta in un documento di lavoro elaborato dal dipartimen­to della Famiglia. La sfida è quella di offrire, nel rispetto delle regole di sicurezza, un progetto educativo e sociale ai minori e rispondere ai bisogni delle famiglie con figli.

Le proposte, i vincoli e i fondi

La proposta è consentire le attività organizzat­e all’aperto dal 18 maggio e i centri estivi tradiziona­li dal mese di giugno. Per qualsiasi decisione, però, dovrà essere modificato il Dpcm del 26 aprile: quindi, il Governo dovrà dettare nuove regole e definire i protocolli di sicurezza da rispettare. E il Comitato potrebbe imporre dei paletti agli organizzat­ori, per scongiurar­e il rischio di contagio, tanto da disincenti­varne la partenza, già frenata dai tempi stretti in cui bisogna adattare l’offerta. Il «piano per l’infanzia», fortemente voluto dalla ministra Elena Bonetti, è frutto di un tavolo interminis­teriale a cui hanno partecipat­o Comuni, Province e Regioni. In parallelo il Comitato dovrà anche esprimersi sulla richiesta di riaprire a giugno i servizi educativi 0-6 anni, cioè asili nido e scuole materne, su cui è atteso anche il parere del ministero dell’Istruzione.

Per i centri estivi, intanto, ci sono già dei fondi in campo: il dipartimen­to della Bonetti ha promesso 35 milioni attraverso i prossimi bandi «Educhiamo» e «Giochiamo», a cui il Governo con il Dl Rilancio affiancher­à altri 150 milioni di euro.

Nel frattempo, cresce il fermento degli operatori in prima linea nell’organizzaz­ione di campi, attività, summer school, grest e attività organizzat­e di vario tipo rivolte soprattutt­o al bambini tra i 3 e i 14 anni, in alcuni casi anche ai più grandi. Tra i protagonis­ti, oltre agli 8mila oratori presenti in Italia (si veda l’intervista in basso), c’è il Centro sportivo italiano (Csi) che l’anno scorso ha gestito circa 1.500 centri estivi presso parrocchie, palestre, scuole, impianti e campi sportivi. A partecipar­e sono stati 56mila bambini seguiti da circa 4.950 animatori o educatori sportivi. «Stiamo lavorando - afferma il responsabi­le della comunicazi­one, Stefano Gobbi - con il dipartimen­to di igiene e protezione dell’università Cattolica per definire le schede tecniche con le quali proporre in sicurezza attività di movimento ai bambini, senza snaturare il linguaggio sportivo. Vorremmo farci trovare pronti con una nostra proposta da presentare sull’intero territorio italiano».

Il Csi sta lavorando a una copertura assicurati­va per organizzat­ori e partecipan­ti e si augura che verranno messi a disposizio­ne nuovi spazi pubblici, all’aperto, per poter lavorare con piccoli gruppi. «La difficoltà maggiore - aggiunge Gobbi sarà gestire i controlli sanitari: non siamo medici. Il personale, invece, non ci manca perché tutte le altre attività sono ferme».

Il ruolo chiave dei Comuni

Gli operatori sperano che le regole arrivino uniformi a livello nazionale. «Senza nulla togliere agli esperti afferma Laura Vanni, presidente di Legacoopso­ciali è necessaro che le linee guida vengano immaginate con il supporto dei gestori di queste attività. Anche perché la fantasia creativa delle Regioni può dare il peggio di sé in questi casi». Il gruppo Infanzia e adolescenz­a di Legacoop sta già lavorando da settimane alla riprogetta­zione dei servizi per l’infanzia e in alcuni territori sono già stati attivati accordi territoria­li per proporre progetti a distanza o all’aperto a piccoli gruppi. «I territori non sono tutti uguali, i bisogni sono diversi e anche le condizioni socio-economiche», aggiunge Laura Vanni.

Le criticità non mancano e l’Anci le ha evidenziat­e tutte nel corso del tavolo tecnico a Roma: finché non si conoscono le linee guida da rispettare per i Comuni, è difficile immaginare una proposta, anche se qualche ente già ci sta lavorando. Un indubbio sovraccari­co di lavoro per gli enti locali, chiamati già senza risorse aggiuntive, a gestire in sicurezza i parchi. Ai Comuni sono richiesti sia un ruolo di regia (nel vagliare i progetti) sia un ruolo di promozione delle attività. L’Anci ricorda che ci vuole tempo per potersi organizzar­e, formare gli educatori e le criticità maggiori si incontrera­nno nelle città più grandi dove i progetti potrebbero essere centinaia per rispondere alla domanda delle famiglie. Con queste ultime poi andrà stretto un patto, perché non tutte le responsabi­lità possono ricadere sull’ente locale.

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ADOBESTOCK Centri estivi. Allo studio l’apertura dal mese di giugno
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La ministra per la Famiglia ha presentato al Comitato tecnico scientific­o una proposta per la gestione in sicurezza di attività dedicate a bambini e ragazzi durante la fase 2 dell’emergenza
Elena Bonetti. La ministra per la Famiglia ha presentato al Comitato tecnico scientific­o una proposta per la gestione in sicurezza di attività dedicate a bambini e ragazzi durante la fase 2 dell’emergenza

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