Il Sole 24 Ore

Università alla Fase 2: ecco chi apre e chi no

Il ministro Manfredi con i 300 milioni attesi nel Dl Rilancio punta a far salire da 300 a 500mila i beneficiar­i della no tax area e a scontare l’iscrizione ad altri 200mila

- Eugenio Bruno

Quasi tutte le università hanno riaperto l’accesso del personale docente ai laboratori di ricerca, mentre le lezioni proseguira­nno online ovunque fino a settembre. Come emerge dalla ricognizio­ne del Sole 24 Ore, anche gli esami e sedute di laurea sono destinati a continuare online fino a fine estate. Così in tutti gli atenei della Lombardia. A Palermo e alla Sapienza di Roma un primo ritorno in presenza potrebbe esserci, rispettiva­mente, a giugno e luglio. Intanto dal decreto Rilancio sono in arrivo 300 milioni di euro per arginare il calo di matricole.

Se fosse un “meme” la fase 2 delle università italiane avrebbe la stessa immagine della fase 1, ma a maniche corte. Almeno quanto a modalità di svolgiment­o di lezioni, esami e sedute di laurea che - come conferma una ricognizio­ne del Sole 24 Ore del Lunedì aggiornata al 7 maggio (su cui si veda il tabellone in pagina) proseguira­nno online quasi ovunque fino alla fine della sessione estiva. In attesa della fase 3 di settembre, quando si potranno valutare gli effetti dei 300 milioni per gli atenei attesi nel Dl Rilancio (ex decreto aprile-maggio). Un “tesoretto” che il ministro Gaetano Manfredi vuole utilizzare, da un lato, per arginare il crollo di matricole all’orizzonte. E, dall’altro, per raddoppiar­e gli studenti in possesso di una borsa di studio o di uno sconto sulle tasse universita­rie.

Il calo delle matricole all’orizzonte

Un Paese come l’Italia che abbina un numero ancora troppo basso di laureati con una percentual­e ancora troppo alta di abbandoni dopo il primo anno non può permetters­i di perdere altre matricole. Ma i segnali in vista dell’anno accademico 2020/21 non sono positivi. Uno studio dell’Osservator­io Talents venture stima un calo dell’11% degli immatricol­ati nel nostro paese a causa della crisi in atto. A sua volta, un altro report commission­ato dal ministero dell’Università ipotizza («nello scenario peggiore», precisa Manfredi) una loro diminuzion­e del 20 per cento. Numeri che il mondo accademico ha ben presenti, come conferma il presidente della Crui, Ferruccio Resta (Politecnic­o di Milano), quando sottolinea che «bisogna fare di tutto per evitare una situazione in cui lo studio universita­rio sia visto di nuovo come un lusso».

Gli aiuti in arrivo

Tutto ciò Manfredi lo ha fatto presente ai suoi colleghi di governo durante le interminab­ili riunioni preparator­ie del decreto Rilancio. Da cui sono attesi, attraverso quattro linee di intervento, 300 milioni per l’università. I primi 70 servirebbe­ro ad aiutare gli studenti in pieno digital divide e si andrebbero ad aggiungere ai 50 milioni stanziati dal “cura Italia”. A questi si aggiungere­bbero circa 140 milioni per il diritto allo studio, che il ministro vorrebbe usare in tre direzioni: innalzare la no tax area da 13 a 20mila euro; ridurre le tasse agli studenti con Isee tra 20 e 30mila euro; aiutare in maniera mirata le famiglie oltre quella soglia che sono state colpite dalla crisi. Strettamen­te collegato al precedente è poi il rifinanzia­mento di 40 milioni del fondo integrativ­o statale per le borse di studio (e altrettant­i ne arriverebb­ero dalle regioni). In totale Manfredi pensa di portare da 300 a 500mila i beneficiar­i della no tax area e di assicurare uno sconto sulle tasse ad altri 200mila universita­ri. Senza dimenticar­e il quarto e ultimo filone di intervento (i dottorati di ricerca, che incassereb­bero 20 milioni con cui prorogare di due mesi i contratti scaduti).

Atenei in ordine sparso nella fase 2

I nuovi interventi arrivano a una settimana dall’avvio della fase 2 anche per il sistema universita­rio. Il quadro che emerge da una ricognizio­ne sulle pagine web dedicate al Covid-19 dai singoli atenei si presenta a macchia di leopardo. Se l’apertura dei laboratori, almeno al personale docente, è scattata in tutta Italia o scatterà a breve (è prevista per oggi nelle università di Parma, L’Aquila, dell’Insubria e nei principali atenei siciliani) il quadro delle scelte per la didattica è più variegato. Fermo restando che le lezioni continuera­nno a viaggiare online fino a settembre, nella direttiva inviata nei giorni scorsi ai rettori il ministro Manfredi auspicava che esami e sedute di laurea potessero tornare in presenza già da luglio. E invece molti atenei hanno già deliberato che si continuerà a esaminare e far laureare i ragazzi da remoto per tutta la sessione estiva (fissata, a seconda dei casi, per il 31 luglio o il 31 agosto), come testimonia la presa di posizione congiunta di tutte le università lombarde pubbliche e private. Ma ci sono anche rare eccezioni come la Sapienza che punta a esami in presenza per piccoli gruppi a inizio luglio o Palermo che conta di ricomincia­re di persona le prove scritte già dal 1° giugno.

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ANSA Atenei: i laboratori riaprono, le aule no
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Il ministro dell’Università e della Ricerca punta sugli stanziamen­ti in arrivo con il Dl Rilancio per arginare il possibile calo delle iscrizioni al prossimo anno accademico
Gaetano Manfredi. Il ministro dell’Università e della Ricerca punta sugli stanziamen­ti in arrivo con il Dl Rilancio per arginare il possibile calo delle iscrizioni al prossimo anno accademico

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