Ristori minimi di mille euro Bonus affitti solo al 60%
Sugli indennizzi a fondo perduto l'ultima bozza sembrava ancora da mettere a punto e alcuni aspetti potrebbero essere modificati. Colpisce che nel caso più generoso si possa arrivare a un ristoro di 750mila euro per singola azienda: considerando che nei giorni scorsi si era parlato di una dote tra 5 e 10 miliardi il rischio di ridurre di molto il numero di beneficiari sarebbe concreto. La misura sulla carta, infatti, intende rivolgersi a una platea molto ampia, tutti i soggetti titolari di reddito d'impresa e di lavoro autonomo con partita Iva e ricavi 2019 fino a 5 milioni di euro. Il ristoro diretto non si potrà cumulare con l'indennità di 600 euro del Dl Cura Italia e bisogna aver registrato una perdita di fatturato o dei compensi di almeno due terzi nell'aprile 2020 rispetto allo stesso mese del 2019.
L'indennizzo, che sarà erogato tramite l’Agenzia delle entrate direttamente su conto corrente o postale, almeno stando alla bozza (ancora provvisoria, è il caso di ripetere) avrà un'entità minima di 1.000 euro per le persone fisiche e 2mila per i soggetti giuridici. Più complicato il calcolo del valore effettivo, che sarà pari a una percentuale applicata alla differenza tra l'ammontare del fatturato di aprile 2019 e quello di aprile 2020. Secondo tre fasce: 25% nel caso di ricavi 2019 fino a 100mila euro; 20% da 100mila a 400mila euro di ricavi; 15% da 400mila euro a 5 milioni di ricavi. In quest'ultimo caso, ipotizzando un'azienda costretta alla chiusura totale ad aprile 2020, in assenza di un tetto l'indennizzo potrebbe arrivare a 750mila euro (il 15% di 5 milioni) . I contributi andranno richiesti con domanda online all'Agenzia delle entrate e per i requisiti antimafia si prevede la sola autocertificazione seppure con conseguenti controlli incrociati di GdF e ministero dell'Interno.
Nella bozza ancora ieri sera in lavorazione compariva, tra diverse incertezze, anche un capitolo per rafforzare il piano degli incentivi Impresa 4.0. Più definite le norme sulla riduzione delle bollette elettriche per le microimprese, per il trimestre aprilegiugno, che sarà determinata dall'Authority intervenendo sulle voci “trasporto e gestione del contatore” e “oneri generale di sistema”, entro un plafond di 600 milioni. È invece destinato a ridursi rispetto ai primi annunci del governo, che indicavano il 100%, il credito d'imposta per gli affitti per imprese e professionisti: dovrebbe arrivare al 60% per soggetti con ricavi fino a 5 milioni. Un ulteriore credito d'imposta riguarderà le spese per adeguare gli ambienti aperti al pubblico ai protocolli di sicurezza anti Covid-19, ad esempio per rifacimento di spogliatoi, mense, realizzazione di spazi medici, ingressi e spazi comuni (la bozza al momento indica un beneficio dell'80% per un massimo di 80mila euro). Fino a ieri erano ancora in esame da parte della Ragioneria dello Stato le misure per il sostegno alle startup e Pmi innovative, mentre dovrebbe essere confermato il pacchetto per l'export per 450 milioni tra garanzie pubbliche e rifinanziamento degli interventi per l'internazionalizzazione della società Simest (gruppo Cdp). Verso l’ok lo stanziamento di 900mila euro in tre anni per un nucleo di esperti di politica industriale presso il ministero dello Sviluppo.
Spuntano anche misure per Invitalia, la controllata del ministero dell'Economia guidata da Domenico Arcuri, che è nel contempo commissario straordinario per l'emergenza. Invitalia, presso la quale tra l’altro nascerà il Fondo per il rafforzamento patrimoniale delle medie dimensioni, dovrebbe essere esentata dagli obblighi di contenimento della spesa che ricadono sulle amministrazione pubbliche. Inoltre Invitalia potrà iscrivere esclusivamente nelle proprie scritture contabili patrimoniali gli eventuali decrementi conseguenti alle operazioni immobiliari di razionalizzazione e dismissione. E le operazioni di riorganizzazione e trasferimento saranno esentasse.
Credito d’imposta all’80% per adeguare ai protocolli di sicurezza gli ambienti delle imprese aperti al pubblico