Il Sole 24 Ore

Cinque fattori determinan­ti, dal tipo di opere all’edificio

-

La ripartenza dei bonus casa comincia da cinque fattori che tutti i potenziali interessat­i dovrebbero prendere in consideraz­ione. 1. Tipo di lavori. Secondo le bozze circolate nei giorni scorsi, il nuovo superbonus del 110% premierà lavori “pesanti”. Quindi, chi ha in programma opere di minore impatto può già procedere in base alle regole collaudate. Ad esempio, la sostituzio­ne di infissi, realizzata da sola, è agevolata dal 50% standard in quanto manutenzio­ne straordina­ria o dall’ecobonus al 50% (che ha un proprio plafond di spesa, è applicabil­e anche su edifici non abitativi ed è anche detrazione Ires).

Stesso discorso per l’acquisto di una cucina, abbinato a una ristruttur­azione: ricade nel bonus mobili (50% su una spesa fino a 10mila euro), che non sarà toccato dal “decreto Rilancio”. In generale, le opere interne, come il rifaciment­o integrale del bagno o lo spostament­o di una parete, non dovrebbero essere interessat­e dal super-sconto. Ancora, la realizzazi­one o la risistemaz­ione di un giardino resta agevolata al 36% su 5mila euro.

Anche chi ha in programma la semplice tinteggiat­ura o pulitura della facciata esterna di un edificio in zona A o B può già procedere con il bonus facciate al 90 per cento.

2.

Singola unità o parti comuni. Il 110% agevolerà anche i lavori su parti comuni condominia­li. Al di là dell’opportunit­à di lasciar tempo alle imprese per proporre ai condomìni offerte calibrate, i lavori su parti comuni sono oggettivam­ente più difficili da gestire in tempi brevi: a partire dall’impossibil­ità di tenere assemblee con la presenza fisica dei partecipan­ti.

3.

Tipo di edificio e possessore. L’ecobonus e il bonus facciate premiano anche interventi su immobili non abitativi (ad esempio, uffici e capannoni) e sono sconti Ires, oltre che Irpef, fruibili da società di capitali ed enti non commercial­i. Il nuovo superbonus, potenziand­o di fatto l’ecobonus, dovrebbe seguire la stessa falsariga.

La classica detrazione sul recupero edilizio (50% su una spesa fino a 96mila euro), così come il bonus giardini e il bonus mobili, sono invece detrazioni Irpef limitate - in linea di principio - alle abitazioni e loro pertinenze.

4.

Sconto e cessione del bonus. Il superbonus dovrebbe prevedere la possibilit­à di cedere il credito d’imposta o di farselo trasformar­e in uno sconto in fattura, anche se questo è uno dei punti più controvers­i e ancora soggetti a possibili variazioni. Il bonus facciate al 90% non è invece cedibile e non dà sconti. Mentre sismabonus ed ecobonus sono cedibili (quest’ultimo anche per lavori su singole unità).

La cessione - di per sé interessan­te - diventa praticamen­te indispensa­bile in caso di contribuen­ti incapienti per basso reddito (ad esempio, pensionati al minimo) o nel regime forfettari­o o con redditi di locazione soggetti a cedolare secca.

5.

Come affrontare l’incertezza. In attesa di conoscere i dettagli e individuar­e la soluzione più adatta, ricordiamo che si possono eseguire pagamenti agevolati (ad esempio, a un profession­ista) anche prima dell’avvio del cantiere, ma che - per i privati - il momento di pagamento decide la detrazione e che - in condominio - vale il momento in cui paga l’amministra­tore (non i singoli condòmini).

In caso di lavori già avviati che potrebbero beneficiar­e di sconti diversi, è utile conservare la documentaz­ione a supporto (anche fotografie o progetti), contabiliz­zare e pagare separatame­nte le diverse spese. Ad esempio, quelle per facciate interne ed esterne.

Regole invariate per gli interventi minori come il cambio delle finestre o la sistemazio­ne del giardino

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy