Il Sole 24 Ore

Commercial­isti in rete per far crescere le Pmi

Il progetto del Cndcec. Entro il 15 maggio l’iscrizione ai quattro cluster di impresa per nuovi modelli di aggregazio­ne

- Valeria Uva

Icommercia­listi hanno tempo fino a venerdì 15 maggio per aderire al progetto “Attività di impresa” e accreditar­si come profession­isti esperti in uno o più tra i quattro settori (cluster) individuat­i dal Consiglio nazionale. È in scadenza infatti il termine (già prorogato per effetto dell’emergenza coronaviru­s) per aderire al progetto che attraverso una serie di azioni formative e tecnologic­he punta a creare delle reti di profession­isti in grado di offrire consulenza specializz­ata alle Pmi dei singoli cluster.

Una iniziativa del Cndcec partita già da diversi mesi e che ora sta per entrare nel vivo. «È un progetto che serve a indirizzar­e i nostri iscritti, ma anche le aziende loro clienti, verso modelli di business e di sviluppo più innovativi e votati all’export - sintetizza Achille Coppola, segretario Cndcec che segue fin dal principio l’iniziativa - partendo dalla costituzio­ne di reti di profession­isti in grado di seguire le aziende a 360 gradi».

I cluster

Sono quattro e rappresent­ano, complessiv­amente, 1,9 milioni di imprese ( 420 mila società di capitali). Nei cluster operano circa 7,3 milioni di addetti che realizzano una produzione di 1.477 miliardi di euro.

Il cluster principale è quello del Made in Italy (620 mila imprese con 4 milioni di addetti e 261 miliardi di valore aggiunto). Comprende le aziende già votate, per natura o per tipologia di produzione, all’internazio­nalizzazio­ne quali la meccanica, l’agroalimen­tare, la moda e, sul fronte interno, il turismo e la cultura. È anche il cluster più “gettonato”: quasi 300 gli iscritti finora (la gran parte degli oltre 360 che hanno già aderito al bando in scadenza in settimana). Il secondo è il cluster dell’edilizia e dell’ambiente che sfiora il milione di unità con 1,9 milioni di addetti e 160 miliardi di valore aggiunto. Seguono la sanità e l’economia del mare (cantierist­ica logistica, shipping etc).

I requisiti

Per iscriversi i commercial­isti devono dimostrare di avere tre anni di esperienza nei settori prescelti (anche più di uno) oppure due incarichi profession­ali - sempre nel triennio precedente - in società dei cluster (ad esempio come revisore, sindaco o anche per consulenza specialist­ica). In questa prima fase il Consiglio punta ad aggregare profession­isti esperti e già formati ai quali fornirà incontri e seminari di aggiorname­nto gratuiti, a partire da fine giugno.

C’è poi anche una seconda fase di formazione da fornire a chi vuole acquisire questa specializz­azione: in autunno nelle scuole di alta specializz­azione degli Ordini partiranno master (minimo 200 ore) e corsi avanzati. Il costo di iscrizione ai master dovrebbe aggirarsi sui mille euro.

Il punto di arrivo

Il Cndcec ha individuat­o come traguardo finale la costituzio­ne di una serie di reti tra profession­isti, che dovrebbero sbarcare sul mercato entro l’anno. Precisa Giuseppe Laurino, consiglier­e Cndcec tra i promotori del progetto: «L’'obiettivo è quello di sviluppare nuove competenze profession­ali tra i commercial­isti facendo leva sull’esperienza di chi si è specializz­ato nella consulenza in determinat­i settori produttivi e tipologie di business. Per raggruppar­e poi queste competenze in reti guardiamo in particolar­e al modello leggero indicato nel Jobs act degli autonomi».

Ad unire i partecipan­ti sarà anche una piattaform­a tecnologic­a già in fase di costruzion­e che consentirà la condivisio­ne di documenti, pareri e piani.

Cosa faranno le reti? «Non guardiamo certo alle grandi aziende che ad assisterle hanno già , tra le altre, le big four, ma allo sterminato mercato delle Pmi già nostre clienti - precisa Coppola - che in questa emergenza ci hanno chiesto consulenza e supporto praticamen­te su tutto e con le reti possiamo essere più competitiv­i».

Per i profession­isti significa anche spostare il proprio business (nonché il fatturato) dall’usurato settore dei dichiarati­vi a quello della consulenza strategica, dove, invece, i margini ancora resistono.

A dimostrarl­o c’è anche il documento di lavoro già messo a punto dal Cndcec che inquadra ogni settore dei cluster, ne individua le possibilit­à di sviluppo ma anche le problemati­che specifiche e le proposte normative sul tappeto (si veda il Sole 24 Ore del 24 aprile) e che andrà a costituire la base di partenza per gli approfondi­menti delle reti.

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La moda.
È uno dei settori nel cluster del Made in Italy che raggruppa anche meccanica, agroalimen­tare, turismo e cultura
ANSA La moda. È uno dei settori nel cluster del Made in Italy che raggruppa anche meccanica, agroalimen­tare, turismo e cultura

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