Crisi di famiglia, il Ctu sperimenta incarico e attività in via telematica
Per accettare l’incarico il perito può giurare e depositare un modulo Sì alle operazioni in remoto se è possibile e se restano i limiti agli spostamenti
Il Covid-19 sposta online la consulenza tecnica nel processo della famiglia. Per consentire di rispettare le norme sanitarie, infatti, si svolgono in via telematica sia l’accettazione dell’incarico, il giuramento del Ctu e la formulazione del quesito, sia, se possibile, le operazioni peritali. Lo ha chiarito l’ordinanza del Tribunale di Civitavecchia del 20 aprile scorso (giudice Vitelli).
Le norme di emergenza dettate per la giustizia, sin dalla loro prima stesura, hanno escluso dalla sospensione le udienze che assicurano una risposta alle urgenze dei rapporti tra partner e tra questi e i figli e a tutte le problematiche connesse alla violenza all’interno della famiglia.
È in questo contesto che si è deciso di procedere, nei casi urgenti, anche alle consulenze sulla genitorialità. Per svolgerle si sono adottate alcune soluzioni sperimentali tese a contenere al massimo la diffusione del virus.
In particolare, tra le regole organizzative generali è stato individuato «lo svolgimento delle udienze civili che non richiedono la presenza di soggetti diversi dai difensori delle parti mediante lo scambio e il deposito in telematico di note scritte» (articolo 83, comma 7, lettera h, decreto legge 18/2020). Tra le udienze che si possono svolgere mediante la trattazione scritta, i presidenti dei maggiori tribunali hanno annoverato quelle per il conferimento dell’incarico al Ctu, per lo svolgimento di un approfondimento sui temi della competenza genitoriale.
Si sta così introducendo una consuetudine che potrebbe essere replicata anche in futuro, a emergenza superata: se oggi infatti consente di evitare gli assembramenti inutili, domani potrebbe permettere di snellire le modalità di svolgimento di una attività giurisdizionale già illustrata nel decreto di conferimento.
Così, con l’ordinanza del 20 aprile, il Tribunale di Civitavecchia ha disposto che il Ctu «provveda ad accettare l’incarico e a prestare il proprio giuramento esclusivamente in modalità telematica, compilando il modulo pubblicato sul sito del Tribunale», per poi depositarlo firmato elettronicamente nel fascicolo telematico del processo. Il giudice dispone poi che il Ctu debba rispondere al quesito già formulato nell’ordinanza del 17 marzo 2020.
Ancora, il medesimo provvedimento assegna ai difensori termine fino all’inizio delle operazioni peritali per nominare i consulenti tecnici di parte: nomina, anche qui, telematica, da comunicare al Ctu e da depositare nel fascicolo smaterializzato del processo.
Il provvedimento specifica poi che le operazioni di consulenza dovranno avere inizio entro 60 giorni dall’accettazione dell’incarico da parte del Ctu, «compatibilmente con i vincoli derivanti dall’attuale emergenza sanitaria», favorendo, ove possibile, la partecipazione delle parti e dei consulenti tecnici di parte «con modalità telematiche/ in remoto». Nel caso in cui «non sia possibile la partecipazione in remoto» e se persisteranno vincoli allo spostamento delle persone per ragioni sanitarie, il Tribunale dispone che il termine fissato per l’inizio delle operazioni peritali sia prorogato d’ufficio di 60 giorni.
In buona sostanza, quando è possibile iniziare l’attività di accertamento consulenziale con modalità telematiche o comunque da remoto, questa potrà svolgersi sino al suo compimento, seguendo il calendario stabilito dall’ordinanza (il Ctu dovrà inviare alle parti l’elaborato peritale entro 120 giorni dall’inizio delle operazioni, le parti avranno 20 giorni per depositare osservazioni e richieste di chiarimenti e il Ctu avrà altri 20 giorni per depositare la relazione definitiva). Se invece non è possibile svolgere le operazioni peritali con modalità telematiche, e se permangono i limiti agli spostamenti, il termine per avviare l’attività del Ctu è sin da subito prorogato di due mesi.
La procedura telematica per l’accettazione dell’incarico e il giuramento del Ctu è senz’altro più snella e consente di accelerare i tempi rispetto all’udienza “in presenza”. Si tratta quindi di una novità, imposta dalla pandemia, che può essere accolta con soddisfazione dai professionisti del processo di famiglia.
Diverso è però il discorso per le operazioni peritali. La valutazione di una persona, nel processo di famiglia, è un atto di tipo sanitario che, di norma, a sua garanzia, difficilmente può prescindere da almeno un incontro diretto con la persona da esaminare.