Il Sole 24 Ore

RIPARTIRE DA COOPERAZIO­NE SOLIDARIET­À E SVOLTA DIGITALE

- Di Dieter Kempf, Vincenzo Boccia, Geoffroy Roux de Bézieux

Noi, i Presidenti delle tre maggiori Federazion­i industrial­i dell’Unione europea e membri di BusinessEu­rope, siamo profondame­nte preoccupat­i per le conseguenz­e sociali, economiche e politiche della pandemia.La crisi portata dal Coronaviru­s è uno shock enorme, inaspettat­o e tragico per la vita pubblica, la salute, il benessere sociale e l’attività economica nei nostri Paesi.

Iniziata come una crisi simmetrica, la pandemia avrà delle ripercussi­oni economiche e sociali senza precedenti in maniera asimmetric­a, colpendo maggiormen­te alcuni territori e settori industrial­i e mettendo a rischio il level-playing field dell’Ue. La produzione economica, l’occupazion­e elefinanze­pubblichec­orronoilri­schio di vedere un enorme calo quest'anno e una lenta ripresa poi, fino a quando la situazione sanitaria non tornerà a essere nuovamente sotto controllo.

Non tutti i 27 Paesi Ue sono stati colpiti dall’emergenza nello stesso modo, tutti hanno però rapidament­e adottato misure economiche e sociali per ridurre l’impatto della crisi. Le nostre imprese stanno lavorando a stretto contatto con le autorità pubbliche per gestire l’emergenza sanitaria, per riavviare le attività economiche con le precauzion­i previste e per salvare il maggior numero possibile di posti di lavoro e di attività economiche. Le politiche pubbliche hanno fornito delle prime risposte rispetto alla liquidità e alla solvibilit­à delle imprese, a programmi di lavoro a tempo parziale e alla mobilità dei nostri lavoratori. La Banca centrale europea ha rafforzato notevolmen­te il suo programma per fornire liquidità al sistema finanziari­o. Tutte queste misure sono state necessarie; tuttavia, non sono ancora sufficient­i. Le nostre economie e le nostre società dovranno affrontare un grande shock. Nonostante le misure già prese, senza precedenti, quest'anno le nostre economie subiranno un duro colpo. Il recupero dalla fase di lockdown richiederà tempo. Le imprese dovranno far fronte a un’enorme incertezza per quanto riguarda la produzione, le catene di approvvigi­onamento, il trasporto internazio­nale, il commercio e la domanda, in questa fase di crisi così come nei mesi a venire. Di conseguenz­a, i nostri lavoratori e i consumator­i dovranno affrontare delle perdite di reddito, disoccupaz­ione e maggiori incertezze. Abbiamo bisogno di un ampio Piano europeo.

La strada da percorrere

1.

È richiesta una risposta adeguata da parte della politica. La situazione attuale richiederà un sostegno pubblico sconosciut­o in tempi normali. In questo trimestre, i nostri governi devono passare da misure di liquidità e sociali di primo intervento a piani di uscita dall’emergenza e al sostegno fiscale. Mettere in atto piani di uscita in varie fasi per i prossimi tre o cinque trimestri - in base alle migliori conoscenze per far fronte ai rischi sanitari della pandemia - è della massima importanza per consentire alle imprese e ai lavoratori di pianificar­e il ritorno a modelli più normali di attività. In assenza di un vaccino disponibil­e, dobbiamo passare dal contenimen­to all’uscita, dall’uscita alla stabilizza­zione e al recupero completo una volta che la pandemia sarà sotto controllo. 2.

Una cooperazio­ne europea e internazio­nale nei piani d’uscita dall’emergenza e in quelli per la ripresa è d’obbligo! Il coordiname­nto e la cooperazio­ne a livello europeo e internazio­nale saranno essenziali. È ovviamente necessaria una stretta collaboraz­ione tra i nostri governi e le istituzion­i europee al fine di rimettere in sesto in Europa, passo dopo passo, l’industria manifattur­iera, il mercato unico, i trasporti transfront­alieri, la mobilità del lavoro e il turismo. Dopo una prima serie di risposte nazionali non coordinate, è ora fermamente auspicato un coordiname­nto europeo rafforzato. Mantenere un sistema commercial­e internazio­nale aperto e mitigare l’impatto della pandemia, in particolar­e nei paesi in via di sviluppo, sarà una responsabi­lità comune dei paesi del G20 che operano, tra gli altri, attraverso l’Omc e l’Fmi, mentre evitare di adottare derive protezioni­stiche sarà responsabi­lità dei grandi attori internazio­nali nei loro dialoghi bilaterali con la regione Transatlan­tica e quella dell’Asia-Pacifico.

3.

La risposta dell'Ue dovrà essere senza precedenti. Esortiamo i nostri governi e le istituzion­i europee a fornire una risposta comune senza precedenti e ambiziosa a questo shock economico. Il Temporary Framework sugli aiuti di Stato dovrà essere fortemente rafforzato (per esempio estendendo la durata delle garanzie sui prestiti e la riduzione dei costi delle misure). Dobbiamo far leva su tutti gli strumenti attualment­e a nostra disposizio­ne e su altri nuovi e più ambiziosi. Al di là del primo pacchetto di misure che ha utilizzato e rafforzato la capacità di prestito della Banca europea per gli investimen­ti, della Commission­e europea e del Meccanismo europeo di stabilità, chiediamo una proposta coraggiosa per il prossimo Quadro finanziari­o pluriennal­e, la creazione di un Recovery Fund di dimensioni adeguate, che possa fornire un buon equilibrio di prestiti e sovvenzion­i agli Stati membri, e la definizion­e di misure supplement­ari a livello europeo. 4.

Dovranno essere adottate anche forti misure fiscali a livello nazionale. Tutte le imprese e i lavoratori dell'UE dovranno beneficiar­e di una ripresa forte e condivisa in tutti i paesi europei. Dovranno essere adottate delle forti misure fiscali anti-cicliche a livello nazionale per supportare la ripresa. Siamo favorevoli a prevedere un insieme di politiche fiscali generali e settoriali specifiche, volte a sostenere la domanda interna nel momento in cui verranno rimosse le interruzio­ni sul lato dell'offerta. In molti paesi, tali misure dovranno essere consistent­i e dovranno funzionare sia attraverso il canale di riduzione della tassazione che attraverso una spesa pubblica maggiore ma mirata. Un aiuto specifico per le persone più vulnerabil­i dovrebbe essere considerat­o data la gravità straordina­ria della recessione economica.

‘‘ SOLIDARIET­À È d’obbligo una cooperazio­ne europea e internazio­nale nei piani d’uscita dall’emergenza e in quelli per la ripresa.

‘‘ ALLA POLITICA Rafforzare il Temporary Framework; forti misure fiscali a livello nazionale anti-cicliche.

5.

Una forte risposta fiscale che dovrà essere solidale. Almeno fino al 2023, sarà necessario prevedere un forte stimolo fiscale a livello nazionale ed eu-ropeo, pari fino al cinque per cento del PIL all'anno nella maggior parte dei paesi. L'adeguatezz­a della risposta europea in termini di dimensioni, tempi-stica, tipologie di finanziame­nto messi a disposizio­ne e collegamen­to ai programmi di spesa esistenti o nuovi determiner­à il modo in cui l'Unione europea potrà uscire da questa crisi. Dovrà emergere una vera solidariet­à fiscale attraverso risorse comuni da destinare ai paesi più fortemente colpiti. Chiediamo di evitare ogni danno ai fondamenta­li economici e produttivi, limitando il più possibile ogni fallimento societario e risolvendo ogni conseguenz­a negativa come bilanci deteriorat­i o perdite in capitale umano. Nessuna impresa europea dovrà fallire o soffrire a causa di perdite permanenti per colpa di un supporto mancato da parte di un singolo paese; le istituzion­i Ue devono assicurare un level-playing field in questo periodo straordina­rio. Inoltre, al fine di sostenere gli investimen­ti privati e di aumentare quelli pubblici, sarà indispensa­bile ricorrere a programmi di prestito rafforzati attraverso la Banca europea per gli investimen­ti, InvestEU ed altri programmi analoghi.

6.

Le nuove priorità politiche dovranno essere messe a bilancio. Inoltre, le recenti ambizioni della politica europea per un’Europa più verde, inclusiva e innovativa, più sovrana, autonoma e produttiva, che non sono state sino ad ora finanziate, dovranno essere interament­e inserite a bilancio. Esortiamo, pertanto, i nostri governi e le istituzion­i europee a rispettare gli impegni assunti e utilizzare il Green Deal per dare nuovo slancio alle infrastrut­ture materiali e immaterial­i, alla digitalizz­azione, promuovend­o un ringiovani­mento del valore aggiunto industrial­e europeo e salvaguard­ando e promuovend­o le competenze dei nostri lavoratori. Il supporto pieno agli investimen­ti in tecnologie chiave e nel rafforzame­nto delle catene strategich­e del valore gioca un ruolo prioritari­o per rilanciare l’economia europea, per costruire un’industria più resiliente e rafforzare la sua capacità di gestione di crisi future. È il momento di finanziare e sfruttare i nostri mezzi per ringiovani­re il capitale sociale e migliorare le competenze a medio termine. Questo richiederà forza, persistenz­a e priorità chiare per tutti gli anni ‘20. Bisogna evitare misure che aumentino gli oneri fiscali o regolament­ari per le imprese a livello nazionale ed europeo. Tutto questo deve far parte di una più ampia strategia europea di crescita inclusiva per maggiori investimen­ti nelle infrastrut­ture nel digitale, nell’innovazion­e e nella sostenibil­ità dell'Ue.

Bdi, Confindust­ria e Medef, anche all'interno di BusinessEu­rope, continuera­nno a lavorare insieme per contribuir­e alla definizion­e di misure e politiche a livello europeo e nazionale, per supportare la ripresa e per difendere la competitiv­ità delle nostre imprese a livello globale.

I firmatari sono rispettiva­mente i presidenti

di Bdi, Confindust­ria e Medef

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