«Il Governo salva Alitalia, non alberghi e turismo»
Federturismo, bene il taglio dell’Imu, però bisogna tagliare anche Tari e Tasi
«Quello che ci lascia sbigottiti è la sproporzione tra queste due misure, mentre non ci sono aiuti concreti e tangibili per le aziende alberghiere», è il secco commento di Elisabetta Fabri, presidente e Ceo di Starhotels.
Al turismo solo 50 milioni, alla newco pubblica di Alitalia, da decenni alla ricerca della via del risanamento, ecco pronto un investimento monster da non meno 3 miliardi per il rilancio della rediviva compagnia di bandiera. Ecco una dicotomia contenuta in quello che sarà il decreto maggio che scatena la rabbia degli albergatori, in particolare quelli associati a Confindustria Alberghi. «Quello che ci lascia sbigottiti è la sproporzione tra queste due misure mentre non ci sono aiuti concreti e tangibili per le aziende alberghiere, soprattutto stralci di tasse e paracaduti a fondo perduto indispensabili alle aziende dell’ospitalità - è il secco commento di Elisabetta Fabri, presidente e Ceo di Starhotels, gruppo socio di Confindustria Alberghi. Il Gruppo quest’anno prevede un crollo del fatturato dell’80% -. Le nostre attività sono azzerate e con i dipendenti in Cig cosa riceviamo? Il nulla. Mancano le condizioni economiche per la riapertura e noi non riapriremo. Su questo siamo compatti. Chiediamo che vengano ascoltati gli esperti del settore ma evidentemente non è stata compresa la gravità della situazione e le misure sono del tutto inadeguate per un comparto che, con tutto l’indotto, genera 450 miliardi di ricavi e rappresenta il 15% dell’occupazione in Italia, circa 3,5 milioni di addetti a rischio».
L’industria dell’ospitalità chiede a viva voce misure e interventi strutturali la cui assenza fa crescere l’allarme tra gli imprenditori che non hanno più la forza di aspettare. «Alla luce della bozza del decreto diffusa nel pomeriggio accogliamo con favore l’introduzione del taglio dell’Imu per gli hotel e la gestione più snella del bonus vacanze - dice Marina Lalli, presidente designato di Federturismo Confindustria -. Auspichiamo che si arrivi anche al taglio della Tari e Tasi». Non mancano poi i dubbi sull’utilità del bonus vacanza, che alcuni hanno soprannominato la «vacanza di cittadinanza».
«Quel bonus non è la risposta alla crisi strutturale che stiamo vivendo in questi mesi - aggiunge Antonio Barreca, direttore generale di Ferderturismo Confindustria -. Servono finanziamenti a fondo perduto per le imprese turistiche con fatturati oltre i 5 milioni di euro come attualmente previsto nel decreto, ma se la soglia dovesse rimanere quella inserita si taglierebbero tutte le medie e grandi imprese turistiche italiane. Inoltre la misura, per essere realmente efficace, andrebbe finanziata con almeno due miliardi». I vertici delle associazioni degli albergatori e del turismo ieri hanno scritto al premier e ai ministri Franceschini, Patuanelli e Gualtieri esponendo appelli e richieste d’intervento sollecitando anche la stesura degli indispensabili protocolli sanitari da seguire, ma in serata dopo la lettura dell’ultima bozza è cresciuto il senso di profonda delusione. «Il fondo ha una dotazione irrisoria. Sembra quasi che il turismo da teoricamente sorvegliato speciale, visto che è il più colpito dall’emergenza, sia diventato l’ignorato speciale» ribatte Vittorio Messina, presidente di Assoturismo Confesercenti. Cercano di fare sentire la loro voce anche i gestori indipendenti di hotel e villaggi che si sono rivolti al ministro Franceschini ribadendo la loro preoccupazione per l’inconsistenza delle misure lette nelle bozze. «Abbiamo atteso soluzioni e ci troviamo adesso a ridosso della stagione estiva con delle ipotesi del tutto inopportune che non permetteranno né di affrontare le aperture stagionali né di sostenere l’impatto del Covid-19 nel futuro delle aziende» conclude Fabrizio Prete, direttore generale di Garibaldi Hotels.