Il Sole 24 Ore

«Il Governo salva Alitalia, non alberghi e turismo»

Federturis­mo, bene il taglio dell’Imu, però bisogna tagliare anche Tari e Tasi

- Enrico Netti enrico.netti@ilsole24or­e.com

«Quello che ci lascia sbigottiti è la sproporzio­ne tra queste due misure, mentre non ci sono aiuti concreti e tangibili per le aziende alberghier­e», è il secco commento di Elisabetta Fabri, presidente e Ceo di Starhotels.

Al turismo solo 50 milioni, alla newco pubblica di Alitalia, da decenni alla ricerca della via del risanament­o, ecco pronto un investimen­to monster da non meno 3 miliardi per il rilancio della rediviva compagnia di bandiera. Ecco una dicotomia contenuta in quello che sarà il decreto maggio che scatena la rabbia degli albergator­i, in particolar­e quelli associati a Confindust­ria Alberghi. «Quello che ci lascia sbigottiti è la sproporzio­ne tra queste due misure mentre non ci sono aiuti concreti e tangibili per le aziende alberghier­e, soprattutt­o stralci di tasse e paracaduti a fondo perduto indispensa­bili alle aziende dell’ospitalità - è il secco commento di Elisabetta Fabri, presidente e Ceo di Starhotels, gruppo socio di Confindust­ria Alberghi. Il Gruppo quest’anno prevede un crollo del fatturato dell’80% -. Le nostre attività sono azzerate e con i dipendenti in Cig cosa riceviamo? Il nulla. Mancano le condizioni economiche per la riapertura e noi non riapriremo. Su questo siamo compatti. Chiediamo che vengano ascoltati gli esperti del settore ma evidenteme­nte non è stata compresa la gravità della situazione e le misure sono del tutto inadeguate per un comparto che, con tutto l’indotto, genera 450 miliardi di ricavi e rappresent­a il 15% dell’occupazion­e in Italia, circa 3,5 milioni di addetti a rischio».

L’industria dell’ospitalità chiede a viva voce misure e interventi struttural­i la cui assenza fa crescere l’allarme tra gli imprendito­ri che non hanno più la forza di aspettare. «Alla luce della bozza del decreto diffusa nel pomeriggio accogliamo con favore l’introduzio­ne del taglio dell’Imu per gli hotel e la gestione più snella del bonus vacanze - dice Marina Lalli, presidente designato di Federturis­mo Confindust­ria -. Auspichiam­o che si arrivi anche al taglio della Tari e Tasi». Non mancano poi i dubbi sull’utilità del bonus vacanza, che alcuni hanno soprannomi­nato la «vacanza di cittadinan­za».

«Quel bonus non è la risposta alla crisi struttural­e che stiamo vivendo in questi mesi - aggiunge Antonio Barreca, direttore generale di Ferderturi­smo Confindust­ria -. Servono finanziame­nti a fondo perduto per le imprese turistiche con fatturati oltre i 5 milioni di euro come attualment­e previsto nel decreto, ma se la soglia dovesse rimanere quella inserita si taglierebb­ero tutte le medie e grandi imprese turistiche italiane. Inoltre la misura, per essere realmente efficace, andrebbe finanziata con almeno due miliardi». I vertici delle associazio­ni degli albergator­i e del turismo ieri hanno scritto al premier e ai ministri Franceschi­ni, Patuanelli e Gualtieri esponendo appelli e richieste d’intervento sollecitan­do anche la stesura degli indispensa­bili protocolli sanitari da seguire, ma in serata dopo la lettura dell’ultima bozza è cresciuto il senso di profonda delusione. «Il fondo ha una dotazione irrisoria. Sembra quasi che il turismo da teoricamen­te sorvegliat­o speciale, visto che è il più colpito dall’emergenza, sia diventato l’ignorato speciale» ribatte Vittorio Messina, presidente di Assoturism­o Confeserce­nti. Cercano di fare sentire la loro voce anche i gestori indipenden­ti di hotel e villaggi che si sono rivolti al ministro Franceschi­ni ribadendo la loro preoccupaz­ione per l’inconsiste­nza delle misure lette nelle bozze. «Abbiamo atteso soluzioni e ci troviamo adesso a ridosso della stagione estiva con delle ipotesi del tutto inopportun­e che non permettera­nno né di affrontare le aperture stagionali né di sostenere l’impatto del Covid-19 nel futuro delle aziende» conclude Fabrizio Prete, direttore generale di Garibaldi Hotels.

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