Il Sole 24 Ore

Lavoro Cig costosa, è scontro sulla proroga in due tranche

Per rinnovi e proroghe di contratti a termine arriva il rinnovo senza causale fino ad agosto Per tamponare la mancanza di risorse pronto un decreto Inps interno da 200 milioni per la Cassa

- Pogliotti, Tucci

Lavoro.

È scontro sul meccanismo “selettivo” con cui il governo intende prorogare la cassa integrazio­ne in due tranche, da 5 e da 4 settimane, per il timore che scatti una corsa a prenotare subito le 9 settimane, rendendo insufficie­nte la dote di 15,5 miliardi, che ha provocato le dure reazioni del sindacato, e di parte della maggioranz­a, con Iv che chiede una modifica. La misura è contenuta nella bozza del decreto Rilancio che introduce anche una prima, vera, scalfitura del decreto dignità: fino al 30 agosto, vale a dire per poco più di tre mesi, le imprese potranno rinnovare o prorogare un contratto a tempo determinat­o senza dover indicare la causale.

Iniziamo dalla cassa integrazio­ne per l’emergenza da Covid 19: oltre ai ritardi per l’erogazione soprattutt­o della cassa in deroga, sono finite le risorse per l’assegno ordinario del Fondo di integrazio­ne salariale che non viene più erogato dall’Inps che ieri non accettava neanche le domande di cassa integrazio­ne ordinaria. Per tamponare l’emergenza fondi, un decreto di riparto interno da 200 milioni è stato predispost­o ieri sera dal presidente dell’Inps Pasquale Tridico, che coprirà il periodo fino alla disponibil­ità delle nuove risorse del Dl. Il problema è che le domande di ammortizza­tori hanno superato di gran lunga i poco più di 5 miliardi assegnati dal Dl Cura Italia del 17 marzo, prima dunque del lockdown. Di qui la decisione contenuta nella bozza del Dl, secondo cui la Cig può essere richiesta complessiv­amente per un massimo di 14 settimane fruibili tra il 23 febbraio e il 31 agosto 2020 e quattro settimane dal 1° settembre al 31 ottobre. In totale quindi 18 settimane, comprese le 9 già previste dal Dl Cura Italia.

Il sindacato è in allarme: «Le aziende colpite più duramente che hanno dovuto chiedere la cassa integrazio­ne sin da marzo,- spiega il segretario generale aggiunto della Cisl, Luigi Sbarra- si troverebbe­ro ad avere esaurito le prime 14 settimane entro metà giugno, ed impossibil­itate ad utilizzare le ulteriori 4 settimane prima del 1° settembre. Tale condizione escludereb­be di coprire l’intero periodo fino ad ottobre con la cassa integrazio­ne con causale Covid, quando il nostro sistema produttivo è nel pieno di una crisi senza precedenti».

Nella maggioranz­a è insorta Italia viva, per voce di Annamaria Parente: «A giugno molte aziende rimarrebbe­ro senza cassa fino a settembre, in presenza peraltro del blocco dei licenziame­nti. Serve subito una modifica e bisogna calcolare le risorse in base al “tiraggio”, cioè le somme effettivam­ente spese per calibrare i nuovi interventi».

Di qui l’apertura dei tecnici del governo all’ipotesi di modificare il riferiment­o al 1° settembre per conteggiar­e la seconda tranche di Cig da fruire fino alla fine di ottobre: «Non possiamo dare automatica­mente nove settimane aggiuntive a tutti - spiega Marco Leonardi, consiglier­e del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri perché se tutti le impegnano poi non possiamo autorizzar­e più cassa integrazio­ne, il “buco” tra chi finisce la cassa a giugno e il 1° settembre è troppo lungo e si può accorciare, ma per le ultime 4 settimane è necessario rifare la domanda di cassa integrazio­ne e quindi sperabilme­nte sarà solo per chi non ha ripreso a lavorare neanche a giugno».

Peraltro nella bozza del Dl dopo i rilievi della Ragioneria dello Stato ieri è comparsa una seconda ipotesi di articolo che al posto della proroga di 5 settimane prevede la conferma delle attuali nove settimane fruibili per periodi decorrenti dal 23 febbraio 2020 al 31 agosto 2020 ed eventuali ulteriori cinque settimane fruibili per i periodi decorrenti dal 1 settembre 2020 al 15 ottobre 2020 .

Iter più rapido nell’erogazione della Cig

L’altra novità in tema di Cig, riguarda la semplifica­zione procedural­e, con l’obiettivo del governo di assicurare i pagamenti entro un mese e mezzo dalla domanda. In base alle nuove procedure i datori di lavoro che chiedono all’Inps il pagamento diretto della prestazion­e, devono trasmetter­e la domanda entro il 15 del mese di inizio della sospension­e o riduzione dell’attività lavorativa, le amministra­zioni competenti autorizzan­o le domande entro il 5 del mese successivo poi, ottenuta l’autorizzaz­ione, entro il 15 della mensilità successiva i datori di lavoro comunicano i dati all’Inps che dispone il pagamento entro la fine del mese (se i dati sono corretti).

Contratti a termine: rinnovi senza causali

Quanto ai contratti a termine, la bozza del decreto Rilancio risponde alla necessità di sostenere il riavvio delle attività produttive, scongiuran­do una temutissim­a ondata di espulsioni dal mercato del lavoro (ogni mese infatti giungono a scadenza circa 300mila rapporti a termine, che, vista l’attuale congiuntur­a negativa, sono a rischio stop). La deroga all’articolo 19, comma 1, del decreto dignità vale per i rinnovi e le proroghe di contratti a tempo in corso (o già in corso, tra le stesse parti), non per i neo ingressi a termine, per i quali, se si superano i 12 mesi di rapporto, occorre ancora indicare la causale. È già operativa, invece, perchè prevista dal decreto Cura Italia, la possibilit­à di utilizzare contratti a termine per una azienda in cassa integrazio­ne d’emergenza.

«Lo stop alle causali riguarda un arco temporale piuttosto breve - osserva Arturo Maresca, ordinario di diritto del Lavoro all’università La Sapienza di Roma -. È necessario un intervento a più ampio spettro e che includa anche i nuovi assunti a termine».

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3,5 MILIONI DI ADDETTI Il comparto alberghier­o, con tutto l’indotto, genera 450 miliardi di ricavi e rappresent­a il 15% dell’occupazion­e in Italia

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Al lavoro con le protezioni.
Un operaio metalmecca­nico al lavoro in una fabbrica del settore automotive
IMAGOECONO­MICA Al lavoro con le protezioni. Un operaio metalmecca­nico al lavoro in una fabbrica del settore automotive
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Il timore dei tecnici del governo. «Non possiamo dare automatica­mente nove settimane aggiuntive a tutti spiega Marco Leonardi, consiglier­e del ministro dell’Economia Gualtieri - perché se tutti le impegnano poi non possiamo autorizzar­e più cassa integrazio­ne»

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