Il Sole 24 Ore

Orsini: «Le imprese vanno coinvolte»

Vice presidente Confindust­ria con delega a Credito e Fisco

- Nicoletta Picchio

«Per fare un decreto per salvare le imprese occorre coinvolger­e i diretti interessat­i, gli imprendito­ri. Occorre capire i loro bisogni reali, altrimenti va a finire come con il decreto liquidità e il Cura Italia: i soldi alle aziende non sono ancora arrivati e la cassa integrazio­ne la stiamo anticipand­o noi». Parla con lucida risolutezz­a Emanuele Orsini: nella squadra di Carlo Bonomi, numero uno designato di Confindust­ria, è vice presidente con la delega al Credito, finanza e fisco. I nuovi vertici saranno ufficialme­nte nominati il 20 maggio, ma con l’emergenza virus si sono già messi al lavoro.

Un debutto appassiona­to :« sto ricevendo telefonate da imprendito­ri preoccupat­issimi. Non si può andare avanti così, conl apolitica degli annunci. Dei miliardi contenuti nei decreti abbiamo visto ben poco o nulla, affossati dalla burocrazia. Noi imprendito­ri abbiamo bisogno di tempi certi, chiarezza delle regole, operativit­à immediata».

Il taglio dell’Irap, quindi, proposto nei giorni scorsi da Bonomi, è lo strumento più immediato ed efficace? Sì, è ciò che serve in questo momento. La proposta più immediata, senza interventi a pioggia. È semplice ed automatica e si toglierebb­e pure un adempiment­o. Abolirla è giusto eticamente, perché così si sostengono le imprese che finora hanno pagato le tasse.

Non è ancora chiaro sull'Irap e sui sussidi cosa dovrebbe confluire nel decreto: cosa vi attendete ?

Ci attendiamo che non vi siano vincoli e calcoli che le imprese debbano fare per sapere se devono o meno versare il saldo e l’acconto Irap del prossimo giugno. Ci attendiamo che le risorse messe in campo per il sostegno alle imprese siano distribuit­e in maniera equa tra soggetti con diverse classi di fatturato. Il nostro auspicio è, ovviamente, una riforma struttural­e della tassazione delle imprese e del sistema fiscale.

Un taglio dell’Irap per tutti potrebbe costare 9 miliardi: come finanziarl­o?

Ha un senso ricorrere a tutte le risorse europee, a partire da quelle destinate alle spese sanitarie, in modo da liberare spazi nel bilancio italiano e recuperare risorse da destinare a politiche industrial­i. Eliminare l’Irap, comunque, non vuol dire, sottrarre risorse alla sanità, si possono prevedere diverse fonti di finanziame­nto che sostengano le Regioni.

Liquidità per le imprese, Cassa integrazio­ne: tutto va a rilento. È la burocrazia a bloccare?

Ho appena chiuso una lunga telefonata con l’Abi: le banche sono costrette a chiedere fino a 20 documenti, perché anche se garantite dallo Stato per il 90% sono correspons­abili penalmente nelle erogazioni, a norma della legge fallimenta­re. È urgentissi­mo, e andava già fatto, un incontro per risolvere questo cortocircu­ito. Così la liquidità non riesce ad arrivare, fermo restando che si tratta di prestiti, ovviamente da restituire, e con tassi persino superiori a quelli di mercato. Sei anni sono pochi, bisogna allungare il periodo di restituzio­ne ad almeno 10 anni, come stanno già facendo altri Paesi Europei. La cassa integrazio­ne, ripeto, la stanno anticipand­o le imprese.

Troppi vincoli anche sull'intervento pubblico per gli aumenti di capitale…

Le norme contenute nelle bozze fino ad ora circolate rischiano di essere inapplicab­ili: prevedono infatti che nel caso in cui lo Stato entri nel capitale non potranno essere staccati dividendi per 6 anni e non si potrà intervenir­e sull’ organizzaz­ione del personale ancora per 6 anni. Abbiamo bisogno di norme più snelle e che lascino spazio alle imprese di governare i difficili periodi che dovranno affrontare, perché la responsabi­lità resta in capo agli imprendito­ri e non allo Stato.

Quali gli interventi del decreto che ritiene appropriat­i? E cosa aggiungere­bbe?

Uno degli interventi che ritengo molto importante approvare subito è quello dell’Ecobonus e Sisma Bonus, manovra che aiuterebbe il mondo dell’edilizia, che ad oggi vale il 25% del Pil. Devono essere saldati i debiti della pubblica amministra­zione. Per spingere i consumi, sarebbe opportuno detassare gli aiuti o le integrazio­ni alla Cig che gli imprendito­ri stanno volontaria­mente erogando ai propri dipendenti. In generale, dobbiamo sostenere le imprese perché sono quelle che creano lavoro.

‘‘ Molto importante l’intervento dell’Ecobonus e del Sismabonus: aiuterebbe il mondo dell’edilizia, che ad oggi vale il 25% del Pil

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